Allentamento dei vincoli sui bond, scelta a Mps
Nella corsa contro il tempo nella complessa operazione di aumento di capitale e contestuale vendita delle sofferenze e deconsolidamento del portafoglio di NPLs del Mone dei Paschi di Siena, entra in gioco una nuova offerta di acquisto delle obbligazioni subordinate sottoscritte dalla clientela retail, con reinvestimento in nuove azioni BPMS: questa seconda offerta, avrebbe maggiore possibilità di successo perchè verrebbe ancorata a una regola MIFID non più vincolante come quella dell’adeguatezza bloccante” ma più soft, quella delll’ ”appropriatezza”, tale da consentire ai risparmiatori che desiderano aderire all’offerta di poterlo fare senza divieti o blocchi da parte della stessa banca.
L’insuccesso dell’offerta di conversione del subordinato in nuove azioni, relativamente al pubblico retail, sarebbe stato causato dalla scelta dell’ombrello della MIFID sotto il quale l’operazione è stata fatta, ovvero la regola stringente e vincolante meglio conosciuta come “adeguatezza bloccante”: questa norma esclude a priopri la partecipazione dei risparmiatori senza adeguato profilo di rischio, nel caso del bond del Monte sarebbero stati 32.000 su 40.000. La MIFID, all’articolo 19, e i regolamenti attuativi della Consob stabiliscono puntualmente il modo in cui l’intermediario deve comportarsi, correttamente e con trasparenza, nel caso della consulenza. Al cliente viene chiesto di fornire informazioni sul suo profilo di rischio e quindi di idoneità per certe scelte di investimento: nel caso dell’adeguatezza bloccante, per esempio, il cliente che ha fornito un profilo di rischio basso non può decidere di passare a un investimento di profilo molto più alto, come può essere quello di convertire un prestito, un bond, in un’azione. La norma è talmente stringente da precludere all’investitore alcuni prodotti e da portare il consulente bancario a bloccare l’investimento non adeguato: l’intermediario può trovarsi addirittura costretto a consigliare al proprio cliente di rivolgersi a un altro istituto bancario. Questa rigidità pone dei paletti ma in un certo senso mette la banca in una botte di ferro, al riparo da rischi di sanzioni e multe da parte della Consob a posteriori (come è avvenuto nel caso di Veneto Banca e Popolare di Vicenza). L’offerta di conversione dei subordinati del Monte in nuove azioni BMPS estesa agli investitori retail sarebbe rimasta impigliata nella rete a maglie troppo strette dell’adeguatezza bloccante. Una seconda offerta potrebbe essere lanciata la prossima settimana sotto la regola MIFID dell’appropriatezza, una scelda autonoma del Monte: in questo caso, senza consulenza, il cliente è lasciato libero di decidere cosa vuol fare in merito a un’offerta con adesione volontaria. Il controllo a posteriori della Consob può avvenire, a posteriori e caso per caso, su un campione di adesioni.