Al via il team della deregulation Offensiva su energia e clima
Liste di proscrizione nel Dipartimento dell’Energia: l’ultimo spettro della crociata di Donald Trump per la grande deregulation d’America è un lungo elenco che la sua task force di transizione sta diligentemente - verrebbe da dire scientificamente - compilando. Un elenco di funzionari governativi, consulenti e aziende impegnati a promuovere o realizzare l’invisa agenda ambientale di Barack Obama e gli accordi dell’Onu sul cambiamento climatico.
Trump ha richiesto al Dipartimento dell’Energia nome e cognome di tutti coloro che hanno partecipato agli incontri delle Nazioni Unite, di chi ha aiutato Obama a sviluppare dati e analisi sui costi delle emissioni di anidride carbonica e i benefici di nuove regole contro l’effetto serra. Nel mirino ci sono anche i programmi di finanziamento e prestiti e le attività di ricerca sulla sfida climatica, a cominciare dall’Advanced Research Projects Agency-Energy, creata 7 anni or sono e dedicata alle tecnologie di clean energy con all’attivo 475 progetti e investimenti per 1,3 miliardi. Nell’insieme, una richiesta di cinque pagine fitta di 65 domande. E sulle intenzioni di veloci epurazioni esistono pochi dubbi: l’autore del documento è Tom Pyle, il responsabile del “landing team” – la task force – di Trump sull’energia, re dei lobbisti del petrolio dalla sua poltrona di direttore dell’American Energy Alliance.
L’energia è forse la punta di diamante dell’offensiva. Ma l’arsenale di Trump va ben oltre. «Cancelleremo ogni regolamentazione che faccia del male alle nostre fattorie, ai lavoratori e alle piccole aziende»: le sue parole sono risuonate negli ultimi giorni in granai e fabbriche durante il Thank you tour, il giro di pista del Paese che si è concesso da vincitore della gara per la Casa Bianca. E fin dai primi giorni – lui ha giurato nei primi 60 minuti – al governo le norme a rischio riguardano molteplici ministeri. Almeno 180, dall’inquinamento al lavoro, sono subito rescindibili, con una firma presidenziale o grazie al Congressional Review Act che consente al Parlamento repubblicano d’accordo con Trump di eliminarle entro 60 giorni di attività legislativa dalla promulgazione (da maggio in avanti).
Più in generale - compresi più lunghi procedimenti di dibattito per un invocato colpo di spugna sul 70% delle regole - nell’energia accanto alla promozione di tutto il fossile potrebbero ricevere facilitazioni molti antiquati impianti nucleari senza soluzioni per sicurezza e scorie e le centrali elettriche potrebbero perdere l’obbligo futuro a ridurre le emissioni del 32 per cento. La nomina dello scettico sull’effetto serra Scott Pruitt all’Agenzia per la protezione ambientale Epa rimette in discussione anche le percentuali di etanolo nella benzina e la riduzione dei consumi delle vetture, fino a percorrere in media 54,5 miglia al gallone entro il 2025. L’arrivo agli Interni di Cathy McMorris Rodgers prelude a più trivellazioni e meno protezioni per le falde acquifere. In finanza la nomina al Tesoro e nel consiglio economico di due veterani di Goldman Sachs come Steve Mnuchin e Gary Cohn – e alla Sec forse di Debra Wong Yang – segnala indebolimenti della riforma Dodd Frank e dei controlli sulle banche, a cominciare dalla Volcker rule che limita la speculazione con i soldi di depositi assicurati. Al Lavoro Andrew Puzder potrebbe cancellare regole che ampliano il pagamento di straordinari e aumentano il salario minimo pagato dai fornitori federali. Puzder è anche nemico giurato di Obamacare, come il ministro della Sanità Tom Price, che potrebbe soffocare assieme al Congresso. Mentre Ben Carson allo Sviluppo Urbano è uno dei pochi politici afroamericani contrari ai programmi di sostegno alle minoranze.