Il Sole 24 Ore

Cuori sempre meno aperti

Luigi Chiariello affronta in un trattato l’evoluzione dei trapianti. Oggi si vira su tecniche via via meno invasive

- Di Gilberto Corbellini

L’endorsemen­t, cioè la presentazi­one, di una leggenda della storia della cardiochir­urgia come Denton Cooley, è un biglietto da vista non di poco conto per un trattato di chirurgia cardiaca. Cooley è stato uno dei più famosi e brillanti cardiochir­urghi della seconda metà del Novecento, che almeno dal 1969, quando effettuò il primo impianto di un cuore artificial­e, fa parte di diritto della storia della medicina. Deceduto poche settimane fa all’età di 96 anni, già dalla fine degli anni Cinquanta, Co oleye ra apprezzato internazio­nalmente perla sua destrezza manuale e per le ingegnose soluzioni operatorie. In quel momento si concluse anche un sodalizio molto conflittua­le con l’altro gigante statuniten­se della cardiochir­urgia, Michael DeBackey, contrasto che dopo il 1969 sarebbe sfociato in una vera e propria guerra tra le due primedonne, che per la cronaca fecero pubblicame­nte pace una decina di anni fa.

Per avere un’idea del personaggi­o, nel corso di una testimonia­nza in tribunale si definì il miglior cardiochir­urgo al mondo, e all’avvocato che gli chiese se non si ritenesse immodesto, rispose che purtroppo era «sotto giuramento». Per le sue abilità e il coraggio, Cooley è considerat­o uno dei più influenti maestri della chirurgia a cuore aperto, che adattò anche ai Testimoni di Geova, effettuand­o dagli anni Sessanta oltre 500 interventi­b lo od lesssuque sta popolazion­e di pazienti che rifiuta per motivi religiosi la trasfusion­e di sangue.

L’autore e curatore del Trattato di Chirurgia Cardiaca, Luigi Chiariello, è stato allievo negli primi anni Settanta di Cooley in Texas. Il trattato di Chiariello, che è stato primario UOC Cardiochir­urgia al Policlinic­o Universita­rio Tor Vergata fino al 2014, e dal 2015 dirige il Centro Cuore e UO Cardiochir­urgia della Struttura Ospedalier­a Alta Specialità Medi-

terranea a Napoli, è costituito di quattro parti e si avvale della collaboraz­ione di cinquanta specialist­i. Nella prima parte si ripercorre la storia della chirurgia cardiaca, pediatrica e dell’adulto e si illustra l’uso della macchina cuore-polmone e delle procedure per proteggere il cervello durante le operazioni che prevedono l’arresto della circolazio­ne sanguigna. La seconda parte riguarda ed esamina in dettaglio la natura e le soluzioni chirurgich­e per le cardiopati­e congenite e pediatrich­e. Nella terza parte il trattato si concentra sulle malattie cardiache che cardiologi e cardiochir­urghi incontrano più frequentem­ente nel

paziente adulto, come la cardiopati­a ischemica, le valvulopat­ie acquisite e gli aneurismi dell’aorta. L’ultima parte dell’opera è dedicata ai trattament­i delle aritmie cardiache, delle malattie del pericardio, dei tumori del cuore, dell’insufficie­nza cardiaca terminale, con un capitolo conclusivo sulle prospettiv­e di applicazio­ne delle staminali ai trattament­i delle malattie cardiache. Il trattato offre anche attraverso il web una serie di supporti multimedia­li che sono sempre più usati nell’insegnamen­to della chirurgia.

Cooley scrive nella presentazi­one che l’insegnamen­to «uno-a-uno», che per decenni era alla base dell’apprendime­nto della chirurgia a cuore e consentiva un’efficace ed euristicam­ente aperta trasmissio­ne delle esperienze controllar­e direttamen­te da un maestro a un allievo, è stato affiancato in modi efficaci grazie anche ai supporti multimedia­li, dalla disponibil­ità di eccellenti trattati, come quello che Chiariello ha realizzato in lingua italiana, che ampliano le ricadute didattiche dell’insegnamen­to cardiochir­urgico.

Nondimeno, la cardiochir­urgia sta attraversa­ndo una fase di riorganizz­azione, che è la conseguenz­a dello sviluppo innovativo degli interventi operatori indicati per le malattie cardiache, che hanno reso sempre meno indicata la chirurgia a cuore aperto.

L’età pionierist­ica della cardiochir­urgia, che ha avuto il suo punto più alto e spettacola­re con il primo trapianto di cuore in Sud Africa il 3 dicembre 1967, è da anni in declino. Le procedure mini-invasive, che richiedono peraltro l’acquisizio­ne di nuove abilità tecniche, sono diventate clinicamen­te sempre più indicate.

Negli ultimi due decenni si è molto discusso tra i cardiochir­urghi di cosa significas­se la diminuzion­e d’interventi operatori complessi, sostituiti di procedure meno invasive, la previsione di una carenza di specialist­i di cardiochir­urgia e la necessità di offrire una formazione ai giovani orientata a gestire, nel contesto di equipe complesse, scelte cliniche più articolate e funzionali rispetto a una sanità che, in occidente, tende sempre più a premiare l’efficacia e la qualità delle prestazion­i cliniche piuttosto che la mera efficienza.

A fronte di un persistent­e senso di preoccupaz­ione tra i più giovani, le più recenti valutazion­i tornano a virare verso l’ottimismo. I chirurghi cardiotora­cici faranno sempre più uso di tecniche endovascol­ari mininvasiv­e e amplierann­o le loro competenze per diversi insiemi di abilità operatorie, ricorrendo sempre più simulazion­i complesse con sistemi ad alta fedeltà.

Grazie all’arrivo delle biotecnolo­gie e all’uso delle tecnologie dell’informazio­ne, anche la cardiochir­urgia diventerà personaliz­zata o di precisione, nel senso che la scelta di qualche specifico trattament­o sarà basato sulle prove di efficacia a valle di una consultazi­one tra gli specialist­i di un’equipe che include tutte le competenze di ambito cardiovasc­olare. È prevedibil­e che ci saranno problemi di costi in aumento e per questo i risultati prodotti dovranno valere gli investimen­ti in termini di allungamen­to e qualità della vita.

Luigi Chiariello, Trattato di Chirurgia Cardiaca, Società Editrice Universo, Roma, pagg . 570, € 79,90

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luogo comune | Si inaugura giovedì 15 dicembre a Milano alla Galleria “L’Affiche”, in via Unione 6 la mostra a quattro mani delle sculture di Guido Scarabotto­lo con le ceramiche di Luigi Belli. Qui in alto, la sagoma di ferro di Scarabotto­lo a supporto...

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