I Lupanare natalizio
l Piccolo Lupanare di Pompei – quello dei quadretti scollacciati – riapre al pubblico ed è subito l’archeopanettone di Natale. Tornano finalmente accessibili anche gli edifici fino a pochi giorni fa inaccessibili per i puntelli sulle murature pericolanti: la Casa di Obellio Firmo sul decumano di via di Nola e la Casa di Marco Lucrezio Frontone, con l’affresco dell’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste. Ed è come pensare al decoro del talamo chiamato a guardia della teppa.
I due edifici, infatti, vanno a far cornice alla meta delle mete più osé: le mura del bordello incenerito a suo tempo dal Vesuvio i cui ornamenti – tutto di amplessi, incastri e giochi licenziosi – nella villeggiatura delle festività del focolare domestico fanno quasi il paio con le pellicole di Massimo Boldi.
Nelle pareti vieppiù oscene non ci sono i tintinnabula – ovvero le campanelline – a mascherare il turgore di Priapo ma donne che si arrendono alla voracità maschile senza perdere l’eleganza del gesto. Felix bene futuis si legge in un affresco ( e qui il rossore impedisce la traduzione), ed è vera felicità l’amplesso di cui si fa epica su questa dimora del vizio coi suoi cubicula , i balconi e le latrine ( perché il piacere brama comfort).
Più che il cine è l’archeo- panettone di quattordici scenette degne del Kamasutra. Pose acrobatiche di corpi nudi e sontuosi di carne. Lascivia esaltata anche dai colori superstiti nelle pareti – dal giallo ocra al verde, e le ombreggiature delle pieghe dei tessuti dei letti – in una giostra in cui l’edonismo degli antichi restituisce il tableau vivant di Eros e Pudor.
È proprio Natale a Pompei, la legge de Il Piacere: « Le notti che precedono il Natale - scrive appunto Gabriele D’Annunzio - sono intensamente erotiche » .