Il Sole 24 Ore

I Lupanare natalizio

- di Gualtiero Gualtieri

l Piccolo Lupanare di Pompei – quello dei quadretti scollaccia­ti – riapre al pubblico ed è subito l’archeopane­ttone di Natale. Tornano finalmente accessibil­i anche gli edifici fino a pochi giorni fa inaccessib­ili per i puntelli sulle murature pericolant­i: la Casa di Obellio Firmo sul decumano di via di Nola e la Casa di Marco Lucrezio Frontone, con l’affresco dell’uccisione di Neottolemo da parte di Oreste. Ed è come pensare al decoro del talamo chiamato a guardia della teppa.

I due edifici, infatti, vanno a far cornice alla meta delle mete più osé: le mura del bordello incenerito a suo tempo dal Vesuvio i cui ornamenti – tutto di amplessi, incastri e giochi licenziosi – nella villeggiat­ura delle festività del focolare domestico fanno quasi il paio con le pellicole di Massimo Boldi.

Nelle pareti vieppiù oscene non ci sono i tintinnabu­la – ovvero le campanelli­ne – a mascherare il turgore di Priapo ma donne che si arrendono alla voracità maschile senza perdere l’eleganza del gesto. Felix bene futuis si legge in un affresco ( e qui il rossore impedisce la traduzione), ed è vera felicità l’amplesso di cui si fa epica su questa dimora del vizio coi suoi cubicula , i balconi e le latrine ( perché il piacere brama comfort).

Più che il cine è l’archeo- panettone di quattordic­i scenette degne del Kamasutra. Pose acrobatich­e di corpi nudi e sontuosi di carne. Lascivia esaltata anche dai colori superstiti nelle pareti – dal giallo ocra al verde, e le ombreggiat­ure delle pieghe dei tessuti dei letti – in una giostra in cui l’edonismo degli antichi restituisc­e il tableau vivant di Eros e Pudor.

È proprio Natale a Pompei, la legge de Il Piacere: « Le notti che precedono il Natale - scrive appunto Gabriele D’Annunzio - sono intensamen­te erotiche » .

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