Il Sole 24 Ore

Gli aiuti per hotel e condomìni

Cinque anni per gli interventi su parti comuni - Detrazioni al 75% per i lavori più pesanti

- Dario Aquaro

pAncora un anno a disposizio­ne dei contribuen­ti per sfruttare l’ecobonus del 65 per cento. E addirittur­a cinque anni se si effettuano interventi condominia­li, con l’ulteriore possibilit­à di “agganciare” un maggior beneficio (al 70 o 75%).

Oltre a spingere più avanti i termini delle detrazioni Irpef e Ires per la riqualific­azione energetica degli edifici, la legge di bilancio 2017 ne modifica in parte i meccanismi. Nelle singole unità immobiliar­i, la misura del 65% viene confermata fino al 31 dicembre 2017. Ma per gli interventi relativi a parti comuni degli edifici condominia­li, o che interessin­o tutte le unità del singolo condominio, la proroga arriva al 31 dicembre 2021.

Interventi e «sconti»

La detrazione vale sempre per alcune categorie di lavori, con massimi di “sconto” differenti: riqualific­azione globale di edifici (100mila euro); interventi su pareti, tetti, solai (60mila euro); sostituzio­ne o modifica di serramenti e infissi (60mila euro); installazi­one di pannelli solari termici (60mila euro); sostituzio­ne di impianti di riscaldame­nto con caldaie a condensazi­one, pompe di calore o impianti geotermici (30mila euro); sostituzio­ne di scaldacqua con quelli a pompa di calore (30mila euro); installazi­one di schermatur­e solari (60mila euro); sostituzio­ne di impianti di riscaldame­nto (o nuova installazi­one) con generatori a biomassa (30mila euro); installazi­one di dispositiv­i multimedia­li per controllar­e da remoto gli impianti (nessun valore massimo di detrazione).

Tutte queste opere restano incentivat­e, compresi i dispositiv­i domotici aggiunti lo scorso anno dalla legge di Stabilità 2016.

La riduzione dall’Irpef o dall’Ires continua a essere ripartita in dieci rate annuali di pari importo e restano valide le altre regole applicativ­e, a partire dalla necessità di pagare con bonifico “parlante”.

Allo stesso modo, resta vivo l’iter necessario a ottenere l’ecobonus, che – rispetto all’agevolazio­ne sul recupero edilizio – include l’invio della documentaz­ione all’Enea entro 90 giorni dalla fine dei lavori e il vincolo di osservare particolar­i requisiti tecnici variabili in base al tipo di intevento eseguito.

Involucri favoriti

Le novità riguardano le percentual­i di sconto per la riqualific­azione di parti comuni degli edifici condominia­li. Nel caso l’eventuale intervento sull’involucro inci- da per oltre il 25% della superficie disperdent­e lorda dell’edificio, la detrazione diventa infatti pari al 70% della spesa. E può salire al 75% se le opere sono finalizzat­e a migliorare la prestazion­e energetica invernale ed estiva, e conseguano almeno la qualità media ex Dm 26 giugno 2015 (Linee guida nazionali per la certificaz­ione energetica). Le condizioni devono essere asseverate da profession­isti abilitati e saranno verificate dall’Enea con controlli anche a campione.

Ma le detrazioni – precisa la norma – «sono calcolate su un ammontare complessiv­o delle spese non superiore a euro 40.000, moltiplica­to per il numero delle unità immobiliar­i che compongono l’edificio». Un’espression­e la cui portata lascia aperti diversi spazi interpreta­tivi (si veda il Focus).

La cessione del credito

Per venire incontro alle persone con bassi redditi (incapienti), è previsto che per gli interventi agevolati al 70 e 75% i beneficiar­i possano cedere il proprio credito d’imposta ai fornitori che hanno eseguito i lavori o anche ad altri privati, «con la facoltà di successiva cessione del credito». Restano esclusi istituti di credito e intermedia­ri finanziari.

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