Forfait, Iva per cassa, Iri nel mosaico delle tasse
Sono diversi i provvedimenti fiscali degli ultimi anni che si sono rivolti a quel popolo di piccole imprese e lavoratori autonomi che costituisce una fetta importante del numero delle partite Iva attive. Una categoria molto eterogenea, spesso accomunata dal numero esiguo di committenti e con una dotazione moderata di beni strumentali, che sotto l’aspetto tributario cerca soprattutto la semplificazione, anche per contenere le spese di natura amministrativa e i tempi connessi alle procedure.
Sicuramente positiva (come dimostrato dal largo successo) è stata l’introduzione dei regimi “dei minimi” prima e “dei forfettari” poi, caratterizzati da pochi adempimenti, da una imposizione ad aliquota modesta e predeterminata, e dall’esclusione dagli studi di settore e dall’Irap.
Nel regime forfettario anche i costi sono forfettizzati, elemento che gioca un ruolo determinante sulla convenienza dell’opzione da parte del contribuente. Sul punto, la manovra di bilancio 2017 non porta buone nuove a questi contribuenti, essendo stata stralciata la proposta che prevedeva maggiori opportunità di sforamento dal limite di ricavi/compensi, ed essendo stata inserita in conversione del Dl 193/2016 una limitazione alle cessioni all’esportazione, peraltro ancora da precisare con decreto. Da verificare anche l’obbligo del nuovo spesometro, almeno per quanto riguarda le operazioni passive.
Il regime forfettario è stato sicuramente più gradito di quello dell’Iva per cassa (articolo 32 bis del Dl 83/2012), giudicato troppo macchinoso e poco conveniente dalla stragrande maggioranza degli interessati.
Per i contribuenti non coinvolti dai regimi minori, la legge di bilancio (purtroppo priva di certezze sull’esclusione da Irap) contiene tre novità di sicuro interesse: e sicuramente positivo è il cambio di rotta sugli studi di settore, anche se il passaggio agli «indicatori» andrà valutato sotto l’aspetto della semplificazione dei modelli (attualmente molto ridotta) e del comportamento degli uffici in fase accertativa; r una vera e propria rivoluzione è legata al passaggio dei soggetti in contabilità semplificata dalla “competenza” alla “cassa” (anche ai fini Irap), che dovrebbe avere effetti positivi in termini di semplificazione e di imposizione complessiva, ma che forse poteva essere previsto come facoltativo, e non come imposizione generalizzata (la via d’uscita, a questo punto, diviene il passaggio all’ordinaria, regime contabile sicuramente più pesante); t infine, le imprese minori valuteranno l’Iri (Imposta sul reddito d’impresa) con tassazione separata del reddito non prelevato all’aliquota proporzionale del 24%. Più volte la misura era stata annunciata, ma poi era sempre rientrata. Poiché appare efficace solo per i soggetti con una buona redditività reinvestita nell’impresa, l’attuale congiuntura economica non la rende la misura più adatta alle giovani partite Iva.