Il Sole 24 Ore

Il centrodest­ra guarda già alla legge elettorale

- Barbara Fiammeri

pIl fronte è lo stesso. Fi, Lega e FdI si sono dichiarati contrari a qualunque governo di responsabi­lità nazionale e lo confermera­nno a breve in occasione del voto di fiducia al nascente esecutivo Gentiloni. Ma al di là di questa comune appartenen­za la prova del nove dell’unità del centrodest­ra sarà sulla legge elettorale. Il premier incaricato ha già anticipato che il governo si limiterà a «facilitare» e ad «accompagna­re» il Parlamento per la realizzazi­one di questo obiettivo. Non ci sarà dunque, come con Renzi, una proposta del Governo ma starà alle forze politiche trovare l’intesa. Berlusconi ha già anticipato la disponibil­ità al confronto, assicurand­o che la sua sarà un’opposizion­e all’insegna della responsabi­lità.

Il Cavaliere non vuole rompere con gli alleati. Tant’è che già martedì si riunirà il tavolo tecnico con Lega e FdI per mettere a punto un’ipotesi di riforma elettorale. Meloni ieri ha sottolinea­to che potrebbe essere l’occasione per definire anche il tema delle primarie. Una richiesta che finora il Cavaliere ha snobbato e che adesso, con il silurament­o dell’Italicum, potrebbe addirittur­a diventare inutile visto che se si dovesse andare verso un sistema proporzion­ale puro, sia pure mitigato da soglie di sbarrament­o, ogni partito correrà per conto proprio. Berlusconi però non vuole offrire appigli e ha dato mandato ai suoi capigruppo di non mettere veti nel confronto con gli alleati, primarie comprese.

Ma la legge elettorale non è l’unico punto su cui la coalizione di centrodest­ra rischia di divider- si. A differenza infatti del Cavaliere, sia Fdi che la Lega hanno già annunciato una mobilitazi­one contro Gentiloni bollato da Salvini come «una fotocopia sfigata di Renzi». La Lega ha già anticipato che - a differenza di Fi - non parteciper­à alle consultazi­oni e da sabato prossimo tornerà in piazza con una serie di manifestaz­ioni al grido di «voto subito». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Meloni che dà appuntamen­to al 22 gennaio contro quello che ha già ribattezza­to «il governo del burattino delle lobby».

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