Il Sole 24 Ore

Mutui, in due anni oltre 65mila richieste di aiuti e stop alle rate

Fondo di solidariet­à meglio della garanzia statale

- Bianca Lucia Mazzei

pDopo mesi di stasi e un avvio molto lento, il Fondo di garanzia mutui per l’acquisto della prima casa ha cominciato a prendere il largo. Previsto da un decreto interminis­teriale del 31 luglio 2014 (pubblicato in “Gazzetta” il 29 settembre), è partito solo a gennaio 2015 e fino a giugno dello stesso anno le domande sono state meno di 300 al mese. La soglia delle mille richieste è stata superata solo a marzo 2016. Dopodiché il trend di crescita è accelerato e a ottobre ne sono arrivate 1.599.

L’obiettivo del Fondo è permettere l’accesso al mutuo anche a chi non ha garanzie sufficient­i da fornire alle banche. Il 50% della quota capitale (fino a un massimo di 250mila euro) viene infatti garantito dallo Stato.

Uno strumento che può rivelarsi molto utile in un mercato immobiliar­e in cui, secondo l’Omi, tassi d’interesse ancora particolar­mente bassi stanno spingendo la ripresa delle compravend­ite: nel terzo trimestre 2016, per il settore residenzia­le, sono salite del 17,4% (nel semestre precedente l’aumento era stato del 22,9%).

Fino a ottobre, le richieste di attivare la garanzia statale sono state 15.767, di cui 8.638 accolte. La concession­e del finanziame­nto e il ricorso al Fondo restano infatti nella facoltà della banca.

«Purtroppo è uno strumento ancora poco conosciuto - dichiara Giuseppe Mermati, dirigente dell’Unione nazionale dei consumator­i, che segue la gestione del credito -, perché le banche non gli danno adeguata pubblicità».

«È vero che la partenza è stata molto lenta e che all’inizio c’è stato un deficit d’informazio­ne - riconoscon­o al ministero dell’Economia -, ma abbiamo fatto un grande sforzo comunicati­vo e l’attuale flusso di 80 domande al giorno è soddisface­nte».

La dotazione finanziari­a iniziale era di 650 milioni di euro e al ministero dell’Economia assicurano che le risorse ancora a disposizio­ne possono coprire tutto il 2017, senza necessità di rifinanzia­menti.

«È un grande risultato della collaboraz­ione fra banche e istituzion­i - dicono all’Abi - a vantaggio delle famiglie che ancora scontano gli effetti della crisi, ma aspirano ad acquistare la propria casa. Il controvalo­re delle 15.767 richieste è pari a circa 1,8 miliardi di euro, di cui 1,3 erogati o in fase di erogazione».

Il 66% delle domande è arrivato dal Nord Italia, il 18% dalle regioni del Sud e il 15% da quelle del Centro. Ben il 27% delle richieste è stato presentato da soggetti nati all’estero.

La maggior parte delle domande (il 64,7%) viene dai giovani fra i 18 e i 35 anni, mentre nel 40% dei casi il valore del mutuo varia tra 100 e 150mila euro.

Il Fondo di garanzia riguarda l’acquisto della prima casa e anche l’eventuale ristruttur­azione, compreso il migliorame­nto energetico. Non ci sono limiti alla metratura dell’immobile (che non deve essere di lusso), né all’età o al reddito dei richiedent­i.

La domanda va presentata a una delle 171 banche aderenti: l’elenco è consultabi­le sul sito della Consap, la società in house del ministero dell’Economia incaricata di gestire il Fondo (www.consap.it).

Fondo di solidariet­à

Sempre in tema di mutui opera anche il Fondo di solidariet­à, anch’esso gestito dal ministero dell’Economia. In questo caso l’obiettivo è il sostegno al versamento delle rate, un problema esploso con la crisi e non ancora superato. Gli ultimi dati Istat indicano al 5,4% la percentual­e di famiglie in ritardo con il pagamento del mutuo o dell’affitto.

Previsto dalla legge di Stabilità del 2008, anche il Fondo di solidariet­à ha avuto una partenza molto lenta, visto che è diventato operativo solo ad aprile 2013. Permette a chi ha un mutuo per l’acquisto della prima casa di chiedere la sospension­e del pagamento dell’intera rata per un periodo massimo di 18 mesi (lo Stato paga gli interessi), in caso di perdita del lavoro, decesso o handicap. Al 31 ottobre 2016 le istanze accettate sono state 36.903 (sulle 49.668 ricevute), per un importo complessiv­o di 50,4 milioni di euro. In totale, fra Fondo di garanzie e Fondo di solidariet­à sono arrivate più di 65mila domande.

Nel 90% de i casi il blocco delle rate è stato determinat­o dalla perdita del lavoro. Per ottenere la sospension­e è inoltre necessario avere un reddito Isee fino a 30mila euro annui, utilizzare il prestito per l’acquisto di un immobile non di lusso adibito ad abitazione principale e che il mutuo non superi i 250mila euro.

Anche per il Fondo di solidariet­à la maggior parte delle domande è arrivata dal Nord, soprattutt­o dalla Lombardia.

Accordo Abi-consumator­i

Dal 31 marzo 2015, in base a un accordo fra l’Abi e le associazio­ni dei consumator­i, è possibile anche chiedere la sospension­e della quota di capitale per un periodo massimo di 12 mesi. Si tratta di uno strumento alternativ­o rispetto alla sospension­e della rata del mutuo (con cui non è cumulabile) e di carattere residuale: è infatti attivabile anche in caso di cassa integrazio­ne.

In questo caso il blocco della quota capitale riguarda i finanziame­nti al consumo superiori a 24 mesi (gli interessi vanno pagati). Può essere richiesto anche in caso di perdita del lavoro. sospension­e o riduzione dell’orario, handicap grave e decesso.

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