La doppia strada sulla conversione per i detentori dei titoli subordinati
Ci sono 40mila risparmiatori retail in possesso di obbligazioni subordinate emesse da Banca Mps. Per loro si aprono due strade, legate alle modalità con cui l’istituto senese dovesse riuscere ad effettuare l’aumento di capitale da 5 miliardi imposto dalla Bce. La prima è che anche a loro sia data la possibilità di poter convertire su base volontaria le obbligazioni in azioni. Mps ha dato questa opzione agli investitori istituzionali dal 28 novembre al 2 dicembre ricevendo adesioni per un controvalore di oltre un miliardo di euro. Per incentivare questa strada l’istituto ha offerto il rimborso delle obbligazioni a un prezzo allettante: il 100% del valore nominale per i bond “Tier 2”. Dato che i retail hanno in mano bond “Tier 2” questa ipotesi porterebbe loro a recuperare, qualora l’aumento di capitale vada in porto per via privata, la perdita del 50% fi- noraaccumulatasulvaloredeltitolo (alla chiusura di venerdì il bond con scandenza 2018 -il più consistente subordinato in mano ai retail - quotava 50 mentre allo sportello, in sede di emissione, era stato venduto a 100). Dopodiché questi sarebbero comunque “costretti” dal piano ad acquistare le nuove azioni di Mps emesse per l’aumento di capitale. Per perseguire questa strada occorrono due condizioni: 1) l’aumento di capitale di Mps venga effettuato da investitori privati e non dallo Stato; 2) la Consob autorizzi la conversione di bond in azioni anche al segmento retail, anche qualora dai loro profili di rischio (come previsto dalla normativa Mifid) non sia emersa l’attitudine a comprare azioni.
La seconda opzione prevede l’intervento diretto dello Stato e scatterebbe in caso di fallimento del“piano A”. Inquesto caso, ibond subordinati verrebbero comunque convertiti in azioni, ma non a un prezzo “vantaggioso” come quello offerto nell’offerta di conversione volontaria. La conversione obbligatoria avverrebbe al prezzo determinato dal mercato dopo l’intervento dello Stato a garantire l’importo dell’aumento di capitale in optato. Entrambe queste opzioni non riguardano i titolari di bond “senior” che non sono agganciati alle operazioni di aumento di capitale.