Il Sole 24 Ore

Azzerament­o con il «burden sharing» Opzione-aumento con soluzione privata

- C.Fe.

pP er gli azionisti di Banca Mps il 2016 è già un anno horribilis. Da inizio anno il valore del titolo è sceso dell’84%. Venerdì il titolo ha chiuso a 19,5 euro in calo del 10,5%. A scatenare il nuovo ribasso è stata l’indiscrezi­one (non confermata dalla Bce) ma data per certa dal mercato secondo cui la Bce non avrebbe concesso la proroga di 20 giorni chiesta dall’istituto senese per effettuare l’aumento di capitale da 5 miliardi che a questo punto dovrà essere effettuato entro il 31 dicembre.

I vertici di Mps - per quanto il tempo scarseggi - non hanno abbandonat­o l’idea di trovare i fondi sul mercato, quidi per via privata. Ma nel caso questa opzione non dovesse andare in porto, non resta che l’intervento dello Stato italiano. Que- st’ultimo dovrebbe avvenire nell’ambito della normativa europea. Più difficile che il governo decida di incorrere in una procedura di infrazione, agendo in autonomia. In ogni caso gli azionisti di Mps, circa 150mila, dovranno aspettarsi ulteriori perdite di valore del titolo. Secondo le disposizio­ni di Bruxelles per le azioni attuali non c’è un grande futuro: in caso di burden sharing e di bail in, infatti, i titoli azionari vengono azzerati.

L'opzione iniziale, quella che stanno ancora provando a seguire con coraggio i manager di Mps malgrado i segnali contrari e la situazione complessa, è quella di un aumento di capitale da 5 miliardi destinato al mercato, dove ci dovrebbe essere una parte di conversion­e delle obbligazio­ni subordinat­e i n titoli azionari, una parte destinata agli anchor investor e una parte destinata al mercato. In questo caso agli attuali azionisti potrebbe essere concesso di partecipar­e all'aumento: in caso contrario si vedrebbero totalmente diluiti vista l'entità dell'aumento di capitale rispetto all'attuale capitalizz­azione di Borsa di Mps ( 571 milioni).

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