Nelle province del sisma un’Italia ferita ed efficiente
Se le province colpite dai terremoti innescati dal sisma di Amatrice del 24 agosto fossero squadre in competizione, la classifica sulla qualità della vita attribuirebbe la palma dei vincitori a un terzetto di testa: Macerata (23ª), Ascoli Piceno e Perugia, rispettivamente al 42° e 44° posto. Poi c’è Fermo (62ª) e infine Rieti (75ª), la provincia laziale incastrata all’area dell’Alto Aterno e i nghiottita nella parte medio bassa della classifica.
Una partita a tre, insomma, con Ascoli Piceno e Macerata che in alcune materie economiche impartiscono lezioni a un bel po’ di province del lombardo-veneto, Milano compresa. Che dire per esempio dell’exploit di Ascoli Piceno nella classifica delle startup (terza assoluta, dietro alla coppia Trieste-Trento, e con Milano che la tallona)? Oppure di Macerata, al primo posto nella graduatoria dell’ecosistema urbano (mentre Ascoli e Fermo sono appaiate al 15° posto e Perugia è 18ª)?
Il primato marchigiano è un gioco di sponda tra Ascoli e Macerata, quest’ultima conquista la parte alta della classifica su una raffica di materie: dai depositi bancari pro capite alle imprese per 100 abitanti (con Ascoli Piceno al 10° posto e Fermo addirittura al quarto).
Notevoli anche i dati alla voce brevetti, con Macerata al sesto posto che precede le due corazzate nordestine di Padova e Vicenza. E Ascoli Piceno al 36° posto, battuta da Perugia che acciuffa la 27ª posizione. Merito del tessuto imprenditoriale umbro che si è sviluppato tra Perugia e Terni, in cui spicca il distretto dell’aeronautica, centinaia di aziende a capitale privato, molte delle quali subfornitrici di giganti come Airbus e Boeing.
Se l’economia organizzata attorno al reticolo delle piccole e medie imprese resiste malgrado i colpi durissimi della crisi, anche i servizi sociali mostrano di essere all’altezza delle performance economiche. Con Perugia che svetta al 29° posto sul numero di asili nido, lasciando indie- tro di parecchie posizioni Macerata (49ª), Ascoli (56ª) e Rieti al 75° posto.
La città laziale, in risalita di otto posizioni rispetto all’edizione scorsa, si prende la sua rivincita sul tasso di natalità (24ª) e sul numero dei laureati 2015, in cui spunta la 25ª posizione.
A primeggiare nella graduatoria italiana dei dottori c’è Ascoli Piceno, che conquista il gradino più alto del podio. E chissà se il numero record di startup dell’ascolano non sia da collegare alla grande quantità di laureati sfornati da questa provincia.
Connessioni che si potranno elaborare a mente fredda, senza dimenticare che Macerata si aggiudica l’Oscar per l’accoglienza degli stranieri (terza su scala nazionale), con un’alta percentuale di immigrati ai quali è stata ricono- sciuta la cittadinanza italiana. Un dato sul quale hanno sicuramente influito la presenza dell’ateneo di Camerino e dell’università di Macerata, il primo soprattutto, frequentato da studenti che arrivano da ogni parte del pianeta.
Città aperte, universitarie, con una forte attitudine all’impresa e all’accoglienza. Perugia, Macerata e Ascoli appaiono come i laboratori privilegiati delle trasformazioni sociali che stanno cambiando pelle al Paese.
Il caos delle grandi metropoli non sempre aiuta a mappare i percorsi di innovazione sociale. Diverso è l’approccio in realtà medio piccole dell’Italia di mezzo, solitamente con un buon tenore di vita, una forte coesione sociale e pratiche consolidate di partecipazione attiva.
Non è un caso che Umbria e Marche, ribattezzate Umbriashire e Marcheshire, siano il luogo d’elezione di molti nordeuropei che qui hanno eletto il loro buen retiro. I dati relativi a giustizia, sicurezza e reati confermano quel che sapevamo: basso numero di furti, truffe, rapine.
Nessuna classifica esiste però sul tema della sismicità di questi territori, una condizione immanente che potrebbe avere riflessi negativi anche sul florido mercato immobiliare, soprattutto quello che strizza l’occhio agli stranieri abbienti.
I terremoti dei mesi passati potrebbero essere l’occasione per un programma incisivo di riedificazione antisismica. Una chance culturale prima che economica. E allo stesso tempo un ulteriore elemento di attrattività.
MARCHE ALLA RIBALTA Macerata è la città più «verde» d’Italia, nelle start up Ascoli è terza, Fermo in quarta posizione per incidenza di imprese