Il Sole 24 Ore

Impresa e sociale, il connubio possibile

- R.Gal.

una provincia in cui la ‘ndrangheta continua a controllar­e ogni respiro e a gestire con prestanome attività commercial­i, imprendito­riali e turistiche – al punto che le indagini e i sequestri si susseguono da anni – il lavoro è una chimera.

I giovani in età post universita­ria, se non emigrano, hanno 64 possibilit­à su 100 di restare disoccupat­i e se un impiego lo trovano, è precario, in nero o è ereditato perovia familiare. Poche le start up industrial­i e, sparito il polmone di Italcement­i, a parte il sicu- ro asse pubblico (scuole, sanità e giustizia soprattutt­o), a Vibo Marina è rimasto il Nuovo Pignone (metallurgi­a) con il suo indotto.

Le altre due zone industrial­i si raccontano da sé: una, adiacente all’ex campo di aviazione, conta i capannoni vuoti e i mercati generali abbandonat­i mentre l’altra, a Maierato, resiste con alcune imprese che hanno rilevanza nazionale, come la Spi (finestre, persiane e portoni).

Spicca in questa desolazion­e ancora una volta il Gruppo Callipo (conserve alimentari, tonno in primis), giunto alla quinta generazion­e, con oltre 300 addetti. Filippo Callipo ha deciso di assumere sette detenuti della casa circondari­ale di Vibo Valentia per un mese. Si occupano di confeziona­re all’interno del carcere 10mila pacchi regalo con i prodotti più pregiati dal marchio, messi in vendita per le festività natalizie.

Per aiutare i detenuti-lavoratori, tre esperte del Gruppo Callipo seguono tutti i processi di confeziona­mento delle cassette regalo.

Un impegno sociale che si allinea (da sempre) con la filosofia di vita di Filippo Callipo, che da 23 anni presiede e sponsorizz­a anche la locale squadra di pallavolo maschile che milita in A1 e che per il momento naviga a metà classifica.

NON SOLO DESOLAZION­E Tra i capannoni vuoti resistono e si distinguon­o alcune aziende, come il Gruppo Callipo con oltre 300 addetti

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