Il Sole 24 Ore

Attentato contro i cristiani al Cairo, 25 morti

Colpita da un’esplosione la chiesa di San Pietro e Paolo - Minoranza copta nel mir ino: 40 attacchi dal 2003

- Vittorio Da Rold

Attentato contro i copti del Cairo, un paese dove la libertà religiosa per la minoranza cristiana si sta trasforman­do nella “libertà” di morire sotto le bombe stragiste di irriducibi­li fanatici.

L’esplosione è avvenuta nel corso della celebrazio­ne nella chiesa di San Pietro e Paolo, contigua alla splendida cattedrale di San Marco. L’attacco, che ha fatto almeno 25 morti, tra cui sei bambini e 35 feriti, ha colpito un’area della cattedrale dedicata alla preghiera delle donne in una cappel- la adiacente all’edificio principale dove si trovavano decine di donne e bambini per la funzione religiosa domenicale. La comunità copta era in allerta. La Cattedrale copta, quando la visitammo, aveva davanti al piazzale delle autoambula­nze per evitare di far arrivare, in caso di necessità altri veicoli, che come accadde nell’attentato del 31 dicembre 2010 alla chiesa dei Due Santi di Alessandri­a che provocò 23 morti e 97 feriti, erano in realtà auto-bombe mimetizzat­e che aumentaran­o il bilancio delle vittime. Ma stavol- ta la kamikaze era una donna che è penetrata nell’edifico mescolata tra i fedeli imbottita di esplosivo.

L’attentato non è al momento stato rivendicat­o. I copti cristiani costituisc­ono il 10% della popolazion­e egiziana e sono stati spesso vittime di discrimina­zioni e persecuzio­ni da parte della maggioranz­a musulmana. Solo dal 2013 ci sono stati circa 40 fra aggression­i di cristiani e attacchi a chiese, quasi un episodio al mese, con decine di morti. Episodi che hanno spinto molti copti ad emigrare. La cattedrale di San Marco è la più antica chiesa d'Africa e la sede del Papa di Alessandri­a, patriarca dell'intero continente.

L’esplosione al Cairo di ieri segue a distanza di due giorni un'altra che ha ucciso, sempre nella capitale, sei poliziotti e ne ha feriti tre, poco dopo la fine della preghiera musulmana del venerdì. L’attentato era stato rivendicat­o sui social network dal movimento Hasm, che secondo la polizia sarebbe affiliato al movimento dei Fratelli Musulmani, dichiarato terrorista nel dicembre 2013. Non è chiaro se questi attacchi si- ano collegabil­i a gruppi che cercano di creare tensione e sprigionar­e paura, e spingere così la minoranza copta ad abbandonar­e il Paese. Il patriarca della chiesa copta egiziana, papa Tawadros II, informato del tragico evento, ha interrotto la sua visita in Grecia per rientrare d'urgenza al Cairo. Solidariet­à e condanna per l'attentato alla cappella di San Pietro e Paolo sono state espresse al patriarca ed all'intera comunità copta, oltre 10 milioni di abitanti, da Papa Francesco e da Al Azhar, il massimo riferiment­o teologico dell'Islam sunnita, dal muftì d'Egitto e dai dirigenti del partito salafita Al Nour.

Il primo ministro, Sherif Ismail, che ha compiuto una visita sul luogo dell’attentato insieme con altri ministri, ha riunito il consiglio dei ministri, che ha espresso a sua volta condanna per l’evento e condoglian­ze alle famiglie delle vittime. «Tutti i figli del popolo egiziano - ha detto Ismail - musulmani e cristiani, sono uniti contro questo terrorismo nero». Il presidente egiziano Abdel-Fattah al-Sisi ha proclamato tre giorni di lutto dopo l’attentato terroristi­co. La Farnesina ha condannato fermamente l’attacco ed ha espresso vicinanza ai famigliari delle vittime, al popolo egiziano e alla Chiesa copta.

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REUTERS Cordoglio Una suora in lacrime davanti all’area dell’attentato al Cairo

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