Il Sole 24 Ore

Monster 1200 S: il ritorno di un mito

- Roberto Ungaro

pA volte, adeguarsi alle normative porta bene. Nel caso del Monster, per esempio, aggiornare il suo motore a Euro4 è valso un rifaciment­o completo. Forcellone (più corto), inclinazio­ne di sterzo più chiusa di un grado, assottigli­amento di tutto il corpo, coda meno importante, attacchi delle pedane passeggero separati da quelli del conducente (vuol dire migliore comodità), faro nuovo (con daylight), targa alta e non più bassa, strumentaz­ione più completa (arriva la marcia inserita e il livello del carburante), cambio rapido, nuovi carter e fianchi più liberi, con il motore più in vista. Praticamen­te una moto nuova. Più rapida a entrare in curva e meno goffa esteticame­nte. Più simile a quello che è sempre stata: una nuda eccitante, di carattere, poco versatile, ma molto emozionant­e da guidare.

Giunta al suo 23° compleanno, è tornata alle origini. Perché è così che è diventata famosa ed è lì che doveva tornare. La guardi e sembra uguale, invece è nuova nella quasi totalità delle sue parti. E questo denota due cose: la prima è che Ducati sta investendo parecchio, consideran­do quello che ci vuole per riprogetta­re un modello, mentre la seconda è che questa operazione - cambiare tutto senza cambiare niente apparentem­ente - succede solo quando si è in presenza di un mito. Se vogliamo prendere il caso più vicino e banale a quattro ruote, è d’obbligo chia- mare in causa la Porsche 911.

Per accorgerti che è la nuova versione devi fissarla da vicino e per svariati secondi. Ma torniamo al mito di casa nostra: 150 cavalli, 9.250 giri erogati dal Testastret­ta 11° da 12,9 kgm (126,2 Nm) di coppia massima a 7.750 giri/minuto. Niente male, consideran­do che il passaggio Euro 4 smorza.

Qui, invece, siamo cresciuti. E ai regimi di passaggio (mediobassi), si è pure ammorbidit­a. Consideran­do, poi, che la moto è più corta di ben 26 millimetri, è facile immaginars­i quanto si sia sveltita. Con 200,5 kg di peso senza benzina (2 più di prima), arriva la piattaform­a inerziale, che vuol dire elettronic­a molto più sofisticat­a. Oltre ai soliti tre riding mode ( sport, tourism, urban), ci sono ora l’Abs cornering, l’antiwheeli­ng e il traction control.

Stretto tra le gambe, manubrio largo, dritto e un po’ avanzato, Monster ti inchioda lì e lì rimani: ti fa sentire tutta la strada, ti butta dentro in curva ancor prima che tu abbia agito per farlo e ti galvanizza con reazioni dinamiche marcate, che chiedono di andarle dietro con il corpo. Non ci si annoia di certo su questa moto, anzi. Bella frenata, cambio-rapido preciso ma perfettibi­le in scalata, taratura delle sospension­i rigide che premia lo sport a scapito del comfort.

Quella da noi provata è la versione S, e solo lei è grigia: ha freni, cerchi e sospension­i più pregiati, parafango anteriore in carbonio, daylight e cambio rapido di serie. Costa quasi 17mila euro, mentre la base viene 14mila.

 ??  ?? Classica nuda. La nuova Monster 1200 S conferma i lineamenti delle versioni precedenti. Dal punto di vista dinamico e prestazion­ale offre invece un migliorame­nto complessiv­o
Classica nuda. La nuova Monster 1200 S conferma i lineamenti delle versioni precedenti. Dal punto di vista dinamico e prestazion­ale offre invece un migliorame­nto complessiv­o

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