Reti al servizio del volontariato
Quest’ultimo scorcio del 2016 è particolarmente carico di aspettative per volontariato. Le associazioni sono impegnate più che mai nelle campagne prenatalizie che rappresentano, in termini di entrate, il banco di prova più importante sulla fedeltà dei benefattori e, conseguentemente, sulla sostenibilità dei progetti. Da parte loro le organizzazioni di rappresentanza collettiva dell’associazionismo, che in modalità tecnica si definiscono “di secondo livello”, sono alle prese con uno scenario del tutto inedito, alla luce della legge 106/16 sul Terzo settore. All’orizzonte, in attesa che vengano emanati i decreti delegati di attuazione della riforma, si intravvedono sostanziali cambiamenti e le reti che, per loro natura, sono la cinghia di trasmissione con i territori, stanno già mettendo in campo prove tecniche di innovazione.
Una “posa della prima pietra” importante, sia per gli aspetti economici sia dal punto di vista simbolico, è rappresentata dall’approvazione della programmazione nazionale 2017 dei Centri di servizio per il volontariato, avvenuta a fine novembre. Gli impegni per il prossimo anno saranno pari a 40 milioni, dei quali 900mila euro a supporto di progetti nazionali e 39,1 milioni destinati alle azioni dei singoli Centri, a oggi 71, equamente distribuiti su tutto il territorio nazionale.
La somma disponibile è il frutto di un accordo sottoscritto lo scorso 16 novembre da Acri, l’associazione delle fondazioni di origine bancaria, dalla Consulta dei comitati di gestione, dal Forum per il Terzo settore e da Csvnet, il coordinamento nazionale dei Centri di servizio. Con questa intesa si è cercato di superare il rischio derivante dall’eventuale ridotta consistenza del “quindicesimo” degli utili da bilancio 2015 che, per effetto della legge 266/91, le Fondazioni devono mettere a disposizione dei fondi regionali per i Centri di servizio.
A sua volta, la stabilizzazione così decisa trova fondamento in una norma prevista nella legge di Bilancio per il prossimo anno, approvata in via definitiva dal Senato mercoledì scorso. La disposizione prevede, in sostanza, un credito di imposta a vantaggio delle Fondazioni per il 100% dei versamenti volontari effettuati nel 2017 a beneficio del sistema dei Csv, entro il tetto complessivo di 10 milioni. Vengono così agevolati, anche attraverso la cessione di tale credito d’imposta, i trasferimenti verso le organizzazioni.
Perché il budget stabilizzato assume un rilievo particolare rispetto al passato? In sintesi perché, come ricorda il presidente di Csvnet, Stefano Tabò, «la legge 106/16 di riforma del Terzo settore attribuisce ai Centri il ruolo di agenzie di sviluppo locale del volontariato, direttamente funzionali alla crescita delle attività senza scopi di lucro. Per questo, in vista dei processi di accreditamento che si apriranno, l’impegno di Csvnet nel nuovo anno sarà focalizzato ad ascoltare i bisogni dei volontariati, valorizzando le esperienze e le competenze professionali raggiunte dai singoli Centri in vent’anni di attività».
Ma come saranno declinate, in concreto, le nuove aree di servizi per il mondo del volontariato? In attesa che si componga il quadro d’insieme, una traccia può essere offerta dall’esempio di Ciessevi Milano, organizzazione di secondo livello per il capoluogo lombardo e la sua provincia. Nei giorni scorsi è stato lanciato un progetto, chiamato “Fare non profit”, che si propone come incubatore di idee per l’assistenza alle associazioni. «Tre sono le caratteristiche dell’iniziativa - spiega il presidente di Ciessevi Milano, Ivan Nissoli -. In primo luogo, il progetto mette a sistema la storia e le competenze maturate negli anni dal Centro di servizi. In seconda battuta, consente di creare occasioni di incontro fra profit e non profit, perché la contaminazione, una volta fissati i paletti, non ci deve spaventare. Infine prova a offrire risposte complete a domande sempre più impegnative, che riguardano ormai tutte le organizzazioni, anche le più piccole».
Da qui, come riassume il responsabile dell’area servizi Francesco Aurisicchio, l’estensione dell’assistenza a tutto l’arco delle attività associative, anche attraverso convenzioni. Il Consiglio notarile di Milano, per esempio, ha siglato un protocollo che impegna, su base volontaria, i 600 notai del distretto a condizioni agevolate per l’advisory e le pratiche su atti costitutivi e trasferimenti per donazioni o lasciti.
La direzione di marcia sembra quella di una maggiore apertura del volontariato di secondo livello ai bisogni concreti dell’associazionismo di base, secondo gli indirizzi previsti dalla riforma del Terzo settore ma, prima ancora, come la complessa realtà di oggi richiede.