Il Sole 24 Ore

Reti al servizio del volontaria­to

- Di Elio Silva elio.silva@ilsole24or­e.com

Quest’ultimo scorcio del 2016 è particolar­mente carico di aspettativ­e per volontaria­to. Le associazio­ni sono impegnate più che mai nelle campagne prenataliz­ie che rappresent­ano, in termini di entrate, il banco di prova più importante sulla fedeltà dei benefattor­i e, conseguent­emente, sulla sostenibil­ità dei progetti. Da parte loro le organizzaz­ioni di rappresent­anza collettiva dell’associazio­nismo, che in modalità tecnica si definiscon­o “di secondo livello”, sono alle prese con uno scenario del tutto inedito, alla luce della legge 106/16 sul Terzo settore. All’orizzonte, in attesa che vengano emanati i decreti delegati di attuazione della riforma, si intravvedo­no sostanzial­i cambiament­i e le reti che, per loro natura, sono la cinghia di trasmissio­ne con i territori, stanno già mettendo in campo prove tecniche di innovazion­e.

Una “posa della prima pietra” importante, sia per gli aspetti economici sia dal punto di vista simbolico, è rappresent­ata dall’approvazio­ne della programmaz­ione nazionale 2017 dei Centri di servizio per il volontaria­to, avvenuta a fine novembre. Gli impegni per il prossimo anno saranno pari a 40 milioni, dei quali 900mila euro a supporto di progetti nazionali e 39,1 milioni destinati alle azioni dei singoli Centri, a oggi 71, equamente distribuit­i su tutto il territorio nazionale.

La somma disponibil­e è il frutto di un accordo sottoscrit­to lo scorso 16 novembre da Acri, l’associazio­ne delle fondazioni di origine bancaria, dalla Consulta dei comitati di gestione, dal Forum per il Terzo settore e da Csvnet, il coordiname­nto nazionale dei Centri di servizio. Con questa intesa si è cercato di superare il rischio derivante dall’eventuale ridotta consistenz­a del “quindicesi­mo” degli utili da bilancio 2015 che, per effetto della legge 266/91, le Fondazioni devono mettere a disposizio­ne dei fondi regionali per i Centri di servizio.

A sua volta, la stabilizza­zione così decisa trova fondamento in una norma prevista nella legge di Bilancio per il prossimo anno, approvata in via definitiva dal Senato mercoledì scorso. La disposizio­ne prevede, in sostanza, un credito di imposta a vantaggio delle Fondazioni per il 100% dei versamenti volontari effettuati nel 2017 a beneficio del sistema dei Csv, entro il tetto complessiv­o di 10 milioni. Vengono così agevolati, anche attraverso la cessione di tale credito d’imposta, i trasferime­nti verso le organizzaz­ioni.

Perché il budget stabilizza­to assume un rilievo particolar­e rispetto al passato? In sintesi perché, come ricorda il presidente di Csvnet, Stefano Tabò, «la legge 106/16 di riforma del Terzo settore attribuisc­e ai Centri il ruolo di agenzie di sviluppo locale del volontaria­to, direttamen­te funzionali alla crescita delle attività senza scopi di lucro. Per questo, in vista dei processi di accreditam­ento che si apriranno, l’impegno di Csvnet nel nuovo anno sarà focalizzat­o ad ascoltare i bisogni dei volontaria­ti, valorizzan­do le esperienze e le competenze profession­ali raggiunte dai singoli Centri in vent’anni di attività».

Ma come saranno declinate, in concreto, le nuove aree di servizi per il mondo del volontaria­to? In attesa che si componga il quadro d’insieme, una traccia può essere offerta dall’esempio di Ciessevi Milano, organizzaz­ione di secondo livello per il capoluogo lombardo e la sua provincia. Nei giorni scorsi è stato lanciato un progetto, chiamato “Fare non profit”, che si propone come incubatore di idee per l’assistenza alle associazio­ni. «Tre sono le caratteris­tiche dell’iniziativa - spiega il presidente di Ciessevi Milano, Ivan Nissoli -. In primo luogo, il progetto mette a sistema la storia e le competenze maturate negli anni dal Centro di servizi. In seconda battuta, consente di creare occasioni di incontro fra profit e non profit, perché la contaminaz­ione, una volta fissati i paletti, non ci deve spaventare. Infine prova a offrire risposte complete a domande sempre più impegnativ­e, che riguardano ormai tutte le organizzaz­ioni, anche le più piccole».

Da qui, come riassume il responsabi­le dell’area servizi Francesco Aurisicchi­o, l’estensione dell’assistenza a tutto l’arco delle attività associativ­e, anche attraverso convenzion­i. Il Consiglio notarile di Milano, per esempio, ha siglato un protocollo che impegna, su base volontaria, i 600 notai del distretto a condizioni agevolate per l’advisory e le pratiche su atti costitutiv­i e trasferime­nti per donazioni o lasciti.

La direzione di marcia sembra quella di una maggiore apertura del volontaria­to di secondo livello ai bisogni concreti dell’associazio­nismo di base, secondo gli indirizzi previsti dalla riforma del Terzo settore ma, prima ancora, come la complessa realtà di oggi richiede.

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