L’incoerenza apre all’induttivo
Ammesso il ricorso a parametri quantitativi desumibili dal mercato e qualitativi sul reddito adeguato per la famiglia Il disallineamento con i risultati di Gerico consente di disattendere la contabilità
pL’incoerenza dei ricavi dichiarati rispetto a quelli desumibili dagli studi di settore basta a disattendere la contabilità, anche se formalmente regolare. Pertanto l’amministrazione può rideterminare induttivamente i ricavi d’impresa. In tal caso la ricostruzione può avvenire quantitativamente, in base alle tariffe, ai turni lavorativi e al valore delle licenze commerciali, e qualitativamente, in base all’idoneità del reddito a soddisfare i bisogni economici della famiglia. Così la Ctr Lombardia, sentenza 4969/34/2016 (presidente Targetti, relatore Scarzella).
Un taxista in base ai dati indicati negli studi di settore dichiara per il 2009 dei ricavi incoerenti secondo il fisco, che disattende la contabilità ( anche se formal- mente regolare) e ridetermina induttivamente i ricavi dichiarati in oltre 32mila euro in base alle tariffe ed ai turni lavorativi. Secondo l’amministrazione, il contribuente è sì titolare di una licenza di trasporto persone rilasciata da un comune della Provincia di Milano, ma opera nel bacino aeroportuale lombardo. Effettuerebbe quindi servizio taxi anche all’interno dell’area metropolitana milanese con possibilità di realizzare consistenti introiti.
Il contribuente si oppone davanti alla Ctp. In primo luogo – sostiene – le scritture contabili restano attendibili, in quanto la divergenza tra la percorrenza chilometrica totale e quella indicata nello studio di settore – a tutto concedere – può costituire al massimo una violazione sanzionabile per la non corretta compilazione dello studio di settore. In secondo luogo, gli incassi mensili dichiarati sarebbero comunque compatibili con le modalità di esercizio dell’attività, dato che il fisco ha erroneamente fondato la pretesa su dati statistici che presuppongono la copertura dell’intero turno giornaliero di lavoro.
L’amministrazione resiste. Afferma, in primis, che l’accertamento induttivo è sempre legittimo – sia pure con contabilità formalmente regolare – quando il fisco si avvale di presunzioni qualificate, anche desunte da dati di comune esperienza. In seconda battuta, gli incassi mensili dichiarati risulterebbero irrisori in quanto ben può presumersi che il taxista abbia coperto l’intero turno lavorativo giornaliero di nove ore.
La Ctp rigetta il ricorso introduttivo e anche la Ctr, cui si rivolge in secondo grado il contribuente, sconfessa definitivamente le ragioni di contrasto alla pretesa. Queste le motivazioni: e l’amministrazione, anche in presenza di contabilità regolare, può disattendere le scritture contabili se i ricavi dichiarati sono incoerenti rispetto a quelli desumibili dagli studi di settore (indici di coerenza). Pertanto è legittimo l’accertamento induttivo formato in presenza di altre presunzioni qualificate emerse 7 La correttezza fiscale del reddito d’impresa viene valutata sulla base della coerenza e della congruità dei ricavi. La coerenza è un indice «qualitativo» che passa tramite indicatori specifici, quali il margine di ricarico, il valore dei beni strumentali, la produttività per addetto eccetera. L’incoerenza serve per disattendere la contabilità ed a volte a quantificare anche i corrispondenti ricavi. a congruità è un ammontare «quantitativo» ottenuto moltiplicando i fattori produttivi per dei parametri. rispetto alle normali condizioni di esercizio dell’attività; r le presunzioni qualificate possono desumersi in base alle tariffe e ai turni lavorativi propri del settore ed essere confermate indirettamente dal valore delle licenze, che tengono conto delle dinamiche commerciali, economiche e di mercato.
In conclusione è fondata la pretesa induttivamente determinata considerando, dal punto di vista quantitativo, una prestazione lavorativa adeguata al settore e dal punto di vista qualitativo il soddisfacimento dei bisogni economici primari del contribuente e della sua famiglia.
IL PERCORSO LOGICO Per il tassista le presunzioni qualificate si possono desumere da elementi quali tariffe, turni di lavoro e valore delle licenze