Iniziative unilaterali, la parola ai giudici
Oltre il r iassetto organizzativo
pLa nuova disciplina delle mansioni potrà essere applicata entro confini certi solo se sarà rapidamente completata dalla contrattazione collettiva e dalla giurisprudenza.
La giurisprudenza
legati dalla contrattazione collettiva al livello posseduto dal dipendente.
Le declaratorie contenute nei contratti collettivi delle mansioni corrispondenti a ciascun profilo professionale acquistano, quindi, un valore decisivo, perché lo spostamento dalla mansione A alla mansione B è lecito solo se il contratto collettivo collega entrambe le mansioni all’interno dello stesso livello.
La disciplina collettiva risulta ancora più importante - in negativo - quando manca, oppure è lacunosa o imprecisa. In questi casi, il passaggio di mansioni resta possibile, ma la sua validità è subordinata alla verifica della riconducibilità delle nuove mansioni allo stesso livello cui appartenevano le mansioni di provenienza.
Il contratto collettivo riveste un ruo€lo chiave anche per la disciplina del demansionamento unilaterale, in quanto gli accordi sindacali possono ampliare i casi nei quali l’operazione è ammessa, individuando ipotesi aggiuntive rispetto a quella del riassetto organizzativo.
La contrattazione collettiva è fondamentale anche per il cambio verticale delle mansioni, in quanto l’assegnazione a mansioni superiori diventa definitiva dopo la durata definita dagli accordi collettivi (solo in mancanza di tali intese, si applica il limite di 6 mesi di adibizione continuativa a tali compiti).
Il compito di integrare le norme sulle mansioni spetta agli “accordi collettivi” individuati dal Dlgs 81/2015, quindi agli accordi di qualsiasi livello (nazionale, territoriale o aziendale) sottoscritti da sindacati comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale.