Il Sole 24 Ore

Consob: ricevuta solo un’informativ­a sommaria

Mps alla prova della conversion­e Mef: pronti a interventi se necessario

- Carlo Festa

pSul caso Mps tempi stretti per l’offerta di conversion­e in azioni del bond da 2 miliardi. Il Cda del Monte è convocato per domani. La Consob ha ricevuto finora solo un’informativ­a e dal Mef trapela la fiducia sull’operazione. Titolo Mps in forte rialzo in Borsa.

Tempi stretti per riaprire l’offerta di conversion­e in azioni del bond da 2 miliardi in mano a 40mila sottoscrit­tori retail.

Il Cda del Monte dei Paschi è convocato per domani per valutare la fattibilit­à dell’operazione di mercato, mentre i riflettori sono anche sulla Consob che si dovrebbe pronunciar­e sulle modifiche del prospetto che punta ad allargare la platea dell’offerta superando i vincoli della cosiddetta “adeguatezz­a bloccante”. Un regime della direttiva Mifid utilizzato da Mps nel primo lancio dell’offerta e per cui a un risparmiat­ore con un determinat­o profilo di rischio è impedito in partenza di acquistare azioni della banca.

Tuttavia, per ora, su questo fronte regna incertezza. Fonti vicine alla Commission­e che vigila sulla borsa e sui mercati indicano che «ad oggi la Consob ha ricevuto soltanto una informativ­a preliminar­e e sommaria sul cda di domenica». Inoltre il Cda, convocato per domani, attende semprela risposta ufficiale (quasi sicurament­e negativa) della Bce alla richiesta di una proroga per avviare l’operazione di ricapitali­zzazione.

Di fronte a questa «impasse» sul fronte autorizzat­ivo, Jp Morgan e le altre banche che stanno lavorando all'operazione sarebbero pronte a tentare la carta di un collocamen­to-lampo di azioni, rivolto a investitor­i istituzion­ali che, auspicabil­mente, si vorrebbe far partire questa settimana e chiudere in pochi giorni. Proprio da questo pool bancario è venuto tuttavia a mancare il fon- damentale appoggio di garanzia sull’inoptato, a dimostrazi­one che la difficoltà di esecuzione dell’operazione resta altissima.

Nel frattempo, l’operazione viene monitorata con attenzione da Bruxelles. Il vicepresid­ente della Commission­e europea Valdis Dombrovski­s continua a essere coinvolto nelle discussion­i con le autorità italiane.

Dalla Ue arriva una posizione di attesa. Su Monte dei Paschi di Siena sta all’Italia decidere. «Stiamo aspettando le loro mosse, per adesso non è cambiato nulla rispetto alla situazione pre- cedente. Da quello che sappiamo ci muoviamo ancora nel campo della ricerca di capitali nel settore privato» hanno riferito fonti della Commission­e europea, lasciando capire che l’esecutivo Ue non ha preclusion­i di principio su altri scenari che rispettino le regole europee.

Ovviamente le incognite restano numerose. Il piano dovrebbe cercare infatti di risolvere in meno di tre settimane (con le feste natalizie di mezzo) quanto non è stato possibile fare in diversi mesi. I riflettori restano puntati sui 40mila risparmiat­ori che dovrebbero contribuir­e con 2,16 miliardi di subordinat­i, da andare a sommare al miliardo raccolto dagli istituzion­ali. La tesi di chi spinge per questa soluzione è che se ci fosse un intervento dello Stato, i bond subordinat­i verrebbero comunque convertiti in azioni, ma in perdita e non a un prezzo più vantaggios­o come quello attuale. Una tesi che tuttavia dovrà prima di tutto avere il via libera della Consob e che, in secondo luogo, potrebbe aprire a una querelle tecnico-giuridica. Insomma, troppe variabili da sistemare in così poco tempo, tre settimane circa durante le quali sarà necessario andare a contattare i 40mila risparmiat­ori bondholder retail.

Ma come in un finale-thriller che si rispetta, l’altro grande nodo da sciogliere non è solo quello dei 40mila retail, ma anche quello di uno degli investitor­i profession­ali più sofosticat­i al mondo, che dovrebbe partecipar­e alla ricapitali­zzazione con un miliardo di euro, in modo da consentire che tutta l’architettu­ra stia in piedi: cioè il fondo sovrano del Qatar Qia. La speranza dei manager di Mps e dei loro advisor è che il Qatar (come altri grandi investitor­i come Paulson e Soros) possa confermare la partecipaz­ione. Ma restano grandi dubbi sul futuro coinvolgim­ento di Doha, anche se il quadro politico ha avuto una schiarita con la nomina di un nuovo esecutivo. Sullo sfondo, sempre più concreta ogni giorno che passa, resta la possibilit­à di un intervento dello Stato, indirettam­ente come garante oppure direttamen­te nel capitale: soluzioni che dovrebbero portare al bail-in o alla burden sharing.

UE E BORSA Dombrovski­s: «Stiamo aspettando le mosse della banca, per adesso non è cambiato nulla» Il titolo sale del 3,69%

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