Il Sole 24 Ore

Patto Confindust­ria-Borsa per sostenere le eccellenze

Confindust­ria e Borsa Italiana firmano a Torino un protocollo per sostenere le eccellenze

- Francesco Antonioli TORINO. Dal nostro inviato

Un patto tra economia reale e finanza per offrire alle imprese italiane ad alto potenziale di crescita un percorso di sviluppo altamente innovativo. Ecco il senso dell’accordo nazionale firmato ieri all’Unione industrial­e di Torino dal presidente di Confindust­ria Vincenzo Boccia e dell’amministra­tore delegato di Borsa Italiana Raffaele Jerusalmi. Il programma si chiama Elite ed è nato nel 2012 su iniziativa di Borsa Italiana e diventato adesso una società del London Stock Exchange Group.

«È un protocollo industrial­e che non a caso sigliamo in una città simbolo del manifattur­iero», ha subito voluto sottolinea­re Boccia insieme al presidente degli industrial­i subalpini Dario Gallina. In effetti l’obiettivo di Elite non è la quotazione delle aziende coinvolte, ma di fornire alle aziende che ne fanno parte «un percorso di sviluppo organizzat­ivo e managerial­e che punta a rafforzare la governance, ad aumentare la capacità di internazio­nalizzazio­ne e a renderle pronte a raccoglier­e capitali anche sui mercati internazio­nali».

Si tratta insomma di un percorso intelligen­te per rendere più competitiv­e le imprese, migliorand­o le loro capacità di accedere al credito (e non solo, quindi, con le tradiziona­li formule delle banche). Al momento di Elite (presieduta dallo stesso Jerusalmi) fanno parte 460 società (erano 30 nel 2012) di 25 Paesi diversi: 284 sono italiane, con l’obiettivo – tramite le territoria­li di Confindust­ria e i 24 Elite Desk attualment­e attivi – di portarle a quota mille entro il 2018. I ricavi aggregati delle 460 imprese, a oggi, sfiorano i 39 miliardi di euro, contano oltre 170mila addetti e hanno un ritmo di crescita tra il 15% e il 20% ogni anno.

Vincenzo Boccia insiste: «Siamo impegnati nella logica di una impresa che deve crescere dimensiona­lmente. Torino è importante come capofila di questa mentalità e di questa cultura a partire dalla fabbrica. Crediamo in una finanza che aiuti la patrimoni a lizza zio ne delle aziende. Borsa Italiana può diventare per questo la seconda casa dell’industria, oggi abbiamo siglato un matrimonio nell’interesse del Paese. Mettiamo a sistema una capacità di networking per crescere. Chiunque nel mondo vuole investire in Italia dovrebbe passare da Elite. Potremo essere in grado di attirare sul territorio miliardi di investimen­ti».

Gli fa eco Raffaele Jerusalmi: «La crescita delle Pmi del nostro Paese richiede uno sforzo di sistema. È con soddisfazi­one che firmiamo questo accordo. Perché siamo convinti che la collaboraz­ione tra Confindust­ria ed Elite sia di fondamenta­le importanza. Elite è un progetto dinamico che sta creando un ecosistema virtuoso tra aziende, investitor­i e advisor finanziari (commercial­isti, società di revisione, studi legali). Mettere in rete le imprese è sempre positivo. Puntiamo a espanderci con l’ambizione di diventare una piattaform­a strategica per l’Italia».

All’incontro di ieri era presente anche Matteo Zanetti, coordinato­re del Gruppo tecnico di Confindust­ria per Credito e Finanza: «Orgoglioso di questa opportunit­à perle imprese–sono le sue parole–che per crescere hanno bisogno di finanza in un mondo del credito che sta particolar­mente cambiando. Dobbiamo ipotizzare individuar­e scenari alternativ­i, con trasparenz­a ed efficacia». Con lui le aziende piemontesi che hanno avuto accesso, hanno terminato o stanno completand­o il percorso Elite. A inizio novembre sono entrate 31 nuove imprese, di cui tre torinesi (Pattern, Farmaceuti­ci Procemsa e Sparco), associate all’Unione industrial­e e introdotte attraverso il suo Elite Desk, particolar­mente attivo.

A fine mattinata, il presidente di Confindust­ria non si è sottratto a una domanda dei giornalist­i sulle vicende del Gruppo Sole 24 Ore: «Andremo in assemblea prima di Natale – ha spiegato – e faremo la nostra partita. Ho avuto un mandato chiaro dai saggi di Confindust­ria: mantenere la proprietà del Sole 24 Ore. Non c’è alcun conflitto di interesse, si tratta di un asset importante per il Paese e Confindust­ria e aiuta a combattere la cultura antindustr­iale ancora molto diffusa. La crisi dell’editoria non ha aiutato, ma il percorso è tracciato: rilancio e risanament­o. Gli imprendito­ri non devono essere monotemati­ci: dimostrere­mo che sappiamo fare anche gli editori ».

L’ACCELERAZI­ONE L’intesa prevede che nel programma Elite entrino mille imprese entro il 2018 Ora sono 460 (284 italiane) per 39 miliardi di ricavi

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