Il Sole 24 Ore

Il bonus incentivat­o aumenta a tremila euro

Le novità introdotte a partire da gennaio 2017

- Cl. T.

Da gennaio il premio di produttivi­tà incentivat­o con la cedolare secca al 10% salirà dagli attuali 2mila a 3mila euro, per crescere, poi, ancora di mille euro, fino cioè a 4mila euro, in caso di coinvolgim­ento paritetico dei dipendenti nell’organizzaz­ione del lavoro (oggi questa soglia è ferma a 2.500 euro).

La legge di Bilancio 2017, approvata pochi giorni fa dal Senato in via definitiva, rafforza la detassazio­ne del salario variabile: ad ampliarsi è anche la platea dei beneficiar­i, con la novità di ricomprend­ervi, non solo operai e impiegati, ma anche quadri e una fetta della dirigenza non apicale, con l’allargamen­to del limite di reddito per usufruire della tassazione agevolata, da 50mila, in vigore fino a dicembre, a 80 euro lordi annui, a partire dal 2017.

Le nuove norme confermano lo stretto legame tra il pre- mio di risultato e la contrattaz­ione di secondo livello legata a reali incrementi di produttivi­tà, redditivit­à, qualità, efficienza ed innovazion­e; e anche la possibilit­à di convertire il premio agevolato nei benefit ricompresi nel welfare aziendale, che sono del tutto esentasse.

In particolar­e, saranno completame­nte detassati i contributi alle forme pensionist­iche complement­ari e quelli a favore dell’assistenza sanitaria (anche se versati in eccedenza rispetto ai relativi limiti di deducibili­tà, rispettiva­mente 5.164,57 euro, per i versamenti alla previdenza complement­are, e 3.615,20 euro, per l’assistenza sanitaria) e il valore delle azioni (si apre in questo modo la strada ai piani di azionariat­o diffuso).

Sono, inoltre, esclusi dalla base imponibile Irpef i contributi e i premi versati dal datore di lavoro a favore della generalità dei dipendenti (o di categorie di dipendenti) per prestazion­i, anche in forma assicurati­va, aventi per oggetto il rischio di non autosuffic­ienza nel compimento degli atti della vita quotidiana o il rischio di gravi patologie.

La manovra 2017 contiene poi, anche, una norma di interpreta­zione autentica per chiarire che le misure di welfare possono essere contenute anche nei contratti nazionali o territoria­li o, ancora, i nterconfed­erali (oltre, ovviamente, ai contratti aziendali).

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