Ubi, al via le prime seicento uscite
Un solo contratto armonizza gli 8 accordi di secondo livello del gruppo
Il progetto di Banca Unica del gruppo Ubi prende forma anche negli accordi sindacali. L’altra sera è stata infattisiglata l’intesatrail gruppo e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin, Ugl e Sinfub) sulle ricadute del piano industriale 2019/2020 e del progetto di unificazione di tutte le banche del gruppo. In una nota Ubi spiega che il protocollo prevede «da un lato gli interventi di razionalizzazione degli organici e le misure di flessibilità del lavoro volte anche a favorire maggiore equilibrio tra vita privata e professionale. Dall’altro avvia la progressiva armonizzazione in un unico contratto degli 8 contratti integrativi attualmente in essere».
L’intesa raggiunta da sindacati e banca porta a 600 prepensionamenti volontari e incentivati che avverranno entro gennaio del prossimo anno (vi potrà accedere chi matura i requisiti entro il 1 gennaio 2022) e che verranno realizzati con il fondo di solidarietà di settore. L’accordo prevede poi una seconda fase nel 2018, quando si discuterà di altre 700 uscite volontarie. Oltre alle uscite le parti hanno condiviso anche 200 nuove assunzioni entro il 2018 e la stabilizzazione di 130 precari. Sono stati infine confermati i social days - congedi pagati al 40% dall’azienda, introdotti con accordo sindacale 3 anni fa - su base volontaria per tutto il 2017.
L’intesa ha avviato l’armonizzazione in uno degli 8 contratti di secondo livello presenti nel gruppo. Istituti della contrattazione secondaria, come l’indennità di mobilità, i buoni pasto, le condizioni di accesso agevolate ai mutui , i contributi familiari per figlio disabile saranno quindi uniformati per tutti i 17mila dipendenti. Nel corso del 2017 verranno poi regolate anche le materie della previdenza integrativa e dell’assistenza sanitaria. L’accordo ha portato una novità anche per Prestitalia che verrà internalizzata e dal 2017 applicherà ai dipendenti il contratto del credito al posto di quello del commercio, e per Ubis, la società di servizi, con la tutela dei posti di lavoro, in caso di future tensioni occupazionali.
L’accordo, che salvaguarda il principio della volontarietà delle uscite e della staffetta generazionale, è stato raggiunto dopo 4 mesi di trattativa e adesso sarà portato dai sindacati nelle assemblee dei lavoratori. «È un accordo storico - dice Paolo Citterio, coordinatore Fabi del gruppo Ubi - perché traghetta Ubi nel futuro dando a tutti i 17.000 dipendenti del gruppo un unico contratto aziendale». «Il delicato lavoro di ricalibratura e ponderazione delle varie normative di secondo livello delle diverse aziende del Gruppo – aggiunge Andrea Battistini, coordinatore di First Cisl nel Gruppo Ubi - ha portato a una sintesi armonica ed equilibrata, che di fatto sancisce la nascita della nuova Ubi Banca». Fulvio Furlan, segretario nazionale della Uilca, osserva che «le difficoltà affrontate sono il segnale dell’enorme portata di un’intesa che riveste particolare valore, per il modo sostenibile in cui definisce misure di contenimento dei costi e di uscite di personale». Esprime soddisfazione anche il segretario generale di Unisin, Emilio Contrasto: «Consente un ricambio generazionale attraverso uscite incentivate e su base volontaria e immissione di nuova e giovane forza lavoro».