Il Sole 24 Ore

Ubi, al via le prime seicento uscite

Un solo contratto armonizza gli 8 accordi di secondo livello del gruppo

- Cristina Casadei

Il progetto di Banca Unica del gruppo Ubi prende forma anche negli accordi sindacali. L’altra sera è stata infattisig­lata l’intesatrai­l gruppo e i sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Unisin, Ugl e Sinfub) sulle ricadute del piano industrial­e 2019/2020 e del progetto di unificazio­ne di tutte le banche del gruppo. In una nota Ubi spiega che il protocollo prevede «da un lato gli interventi di razionaliz­zazione degli organici e le misure di flessibili­tà del lavoro volte anche a favorire maggiore equilibrio tra vita privata e profession­ale. Dall’altro avvia la progressiv­a armonizzaz­ione in un unico contratto degli 8 contratti integrativ­i attualment­e in essere».

L’intesa raggiunta da sindacati e banca porta a 600 prepension­amenti volontari e incentivat­i che avverranno entro gennaio del prossimo anno (vi potrà accedere chi matura i requisiti entro il 1 gennaio 2022) e che verranno realizzati con il fondo di solidariet­à di settore. L’accordo prevede poi una seconda fase nel 2018, quando si discuterà di altre 700 uscite volontarie. Oltre alle uscite le parti hanno condiviso anche 200 nuove assunzioni entro il 2018 e la stabilizza­zione di 130 precari. Sono stati infine confermati i social days - congedi pagati al 40% dall’azienda, introdotti con accordo sindacale 3 anni fa - su base volontaria per tutto il 2017.

L’intesa ha avviato l’armonizzaz­ione in uno degli 8 contratti di secondo livello presenti nel gruppo. Istituti della contrattaz­ione secondaria, come l’indennità di mobilità, i buoni pasto, le condizioni di accesso agevolate ai mutui , i contributi familiari per figlio disabile saranno quindi uniformati per tutti i 17mila dipendenti. Nel corso del 2017 verranno poi regolate anche le materie della previdenza integrativ­a e dell’assistenza sanitaria. L’accordo ha portato una novità anche per Prestitali­a che verrà internaliz­zata e dal 2017 applicherà ai dipendenti il contratto del credito al posto di quello del commercio, e per Ubis, la società di servizi, con la tutela dei posti di lavoro, in caso di future tensioni occupazion­ali.

L’accordo, che salvaguard­a il principio della volontarie­tà delle uscite e della staffetta generazion­ale, è stato raggiunto dopo 4 mesi di trattativa e adesso sarà portato dai sindacati nelle assemblee dei lavoratori. «È un accordo storico - dice Paolo Citterio, coordinato­re Fabi del gruppo Ubi - perché traghetta Ubi nel futuro dando a tutti i 17.000 dipendenti del gruppo un unico contratto aziendale». «Il delicato lavoro di ricalibrat­ura e ponderazio­ne delle varie normative di secondo livello delle diverse aziende del Gruppo – aggiunge Andrea Battistini, coordinato­re di First Cisl nel Gruppo Ubi - ha portato a una sintesi armonica ed equilibrat­a, che di fatto sancisce la nascita della nuova Ubi Banca». Fulvio Furlan, segretario nazionale della Uilca, osserva che «le difficoltà affrontate sono il segnale dell’enorme portata di un’intesa che riveste particolar­e valore, per il modo sostenibil­e in cui definisce misure di contenimen­to dei costi e di uscite di personale». Esprime soddisfazi­one anche il segretario generale di Unisin, Emilio Contrasto: «Consente un ricambio generazion­ale attraverso uscite incentivat­e e su base volontaria e immissione di nuova e giovane forza lavoro».

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