Ibm taglia 244 posizioni
La multinazionale apre una nuova procedura. Fiom: «Nell’ultimo anno organici ridotti di 740 unità»
Da un lato il mercato italiano si contrae, dall’altro si avverte sempre di più la necessità di concentrare i propri sforzi sul segmento camss (cloud, analytics, mobile, social, security). E così in casa Ibm arrivano nuovi tagli: la multinazionale americana dell’informatica ha aperto infatti una procedura di mobilità per complessive 244 posizioni tra dirigenti (60) e impiegati e quadri (184).
A essere toccati dal processo di riorganizzazione venditori, programmatori, sistemisti, project manager e figure del supporto clienti. «Il mercato dei servizi It – si legge nel testo della lettera – si sposta sempre più verso il settore camss e cognitive che nel mondo stanno avendo un’accelerazione che si traduce, in termini di fatturato, in un incremento stimato del settore» in percentuali annue «a doppia cifra». Tuttavia, «in Italia il mercato digitale, fortemente improntato alle aree transnazionali tradizionali, ha registrato un trend nettamente negativo negli ultimi sette anni avendo perso complessivamente circa otto miliardi». Da qui la «necessità di adeguare i criteri di sostenibilità a quelli in essere nell’attuale mercato di riferimento». Oggi in Assolombarda è previsto il primo incontro sul tema con Fim, Fiom e Uilm. Per il segretario nazionale di Fiom Roberta Turi, «nel corso dell’ultimo anno Ibm ha ridotto la sua presenza in Italia, tra licenziamenti ed esternalizzazioni, di 740 unità. Con gli esuberi dichiarati in quest’ultima procedura diventerebbero 984 le lavoratrici e i lavoratori in uscita dall’azienda. Una vera ecatombe». Questa la posizione di Ibm: «L’azienda procede nel costante remix delle competenze per rispondere alle esigenze dei clienti, impegnati nei processi di innovazione e nell’adozione di nuove tecnologie come il cognitive e il cloud. In queste aree Ibm continua ad assumere: circa un migliaio gli ingressi nel corso degli ultimi anni. Agli inizi del 2016, Ibm ha annunciato l’apertura a Milano del suo primo Watson Health Center europeo, pianificando di investire sino a 150 milioni di dollari. Qui data scientist, ingegneri, ricercatori e designer svilupperanno una nuova generazione di applicazioni e soluzioni guidate dai dati. Nel giugno 2015 l’azienda ha insediato un cloud data center in provincia di Milano, rafforzando la partnership con università e startup e creando posti di lavoro per i giovaniiova».