Licenziamenti in aumento, crollo delle dimissioni
I dati del terzo tr imestre
Nel terzo trimestre dell’anno c’è stato un crollo delle dimissioni (-17,2% rispetto allo stesso periodo 2015, pari a -62.739 unità) dovuto essenzialmente alle nuove, e più complesse, regole introdotte dal Jobs act, che stanno penalizzando soprattutto i lavoratori stranieri. Ciò, in parte, ha portato a una crescita dei licenziamenti (+10,8% sull’anno, in numeri assoluti +22mila posizioni, di cui oltre 10mila sono, appunto, dipendenti non italiani, che abbandonano l’azienda senza completare la pratica telematica lasciando al datore la sola via del licenziamento per chiudere il rapporto d’impiego).
La riduzione dello sgravio contributivo sulle assunzioni stabili ha proseguito invece ad avere un effetto sui nuovi contratti a tempo indeterminato: sempre nel periodo luglio-settembre, la sottoscrizione di rapporti fissi ha segnato una diminuzione del 18,7% (-93mila contratti); anche se il saldo dei nuovi rapporti permanenti è rimasto positivo, seppur in frenata: +34.106 unità, frutto della differenza tra le 517.268 attivazioni, comprese le 110.577 trasformazioni di rapporti a termine e apprendistati, e le 483.162 cessazioni.
La fotografia scattata ieri dalle Comunicazioni obbligatorie, relative al terzo trimestre dell’anno, rese note dal ministero del Lavoro ha confermato un mercato in chiaro-scuro: rispetto allo stesso periodo 2015 il volume di contratti avviati si è ridotto del 5,4% (circa 135mila unità in meno); e la situazione resta difficile nell’industria in senso stretto (-8,1% di nuovi contratti) e nelle costruzioni (-8,7%). Oltre ai rapporti stabili, sono calati anche quelli a termine. In controtendenza l’apprendistato che ha fatto registrare un significativo +34 per cento.
Nel terzo trimestre dell’anno sono risultate in contrazione anche le cessazioni complessive (-3,2%): i lavoratori interessati da contratti non rinnovati sono sta-
I SETTORI Situazione difficile nell’industria in senso stretto (-8,1% di nuovi contratti) e nelle costruzioni (-8,7%) Calati i rapporti a termine
ti oltre 1,8 milioni, il 2,7% in meno nel confronto tendenziale.
Le conclusioni contrattuali a scadenza naturale del rapporto sono calate di 19.573 unità; e a scendere sono state pure le conclusioni per cessata attività: -653 rispetto al terzo trimestre 2015.