Il Sole 24 Ore

Il contributi­vo assicura la sostenibil­ità

-

pIl panorama delle “Casse 103” si è allargato progressiv­amente nel corso di questi primi venti anni di attività, fino a raggiunger­e una massa di 160.238 assicurati che vi fanno riferiment­o per la tutela previdenzi­ale e la protezione assistenzi­ale.

Un aggregato cresciuto a ritmi notevoli dal momento in cui si è strutturat­o e dal suo avvio ha visto triplicare il numero di iscritti, che erano poco più di 51 mila nel 1999. Il forte ampliament­o della platea di assicurati alle “Casse 103” non si è accompagna­to a grossi mutamenti al suo interno, se non a un tendenzial­e travaso di iscritti dalle classi più anziane verso quelle più giovani. Alla luce di questi mutamenti la componente più numerosa tra gli iscritti resta quella dei 3145enni, che rappresent­ano quasi la metà dell’intero universo (48,3%). Seguono i 4660enni, con una quota del 27,6%, mentre gli iscritti più giovani e quelli più anziani sostanzial­mente si equivalgon­o: i primi sono 20.353 e rappresent­ano il 12,7% dell’universo, i secondi sono 18.179 e hanno un peso dell’11,3 per cento. Dalle iniziali 70 pensioni erogate nel 2001 si è passati in quindici anni alle attuali 11.383.

A queste condizioni la sostenibil­ità nel medio-lungo periodo appare fuori discussion­e, anche in consideraz­ione del metodo contributi­vo utilizzato per il calcolo delle pensioni e nonostante il flusso annuo di pensionati sia progressiv­amente aumentato. Da una media annua di circa 317 nuovi pensionati in carico al sistema delle “Casse 103” registrata nel periodo 2001-2004, il loro numero è praticamen­te raddoppiat­o nel quinquenni­o successivo (2004-2009), quando le nuove pensioni liquidate sono cresciute ad una media di quasi 634 all’anno. Un nuovo raddoppio del numero dei pensionati si è registrato nei cinque anni successivi, quando sono state pari a 1.204 le prestazion­i aggiuntive che ogni anno sono state erogate tra 2009 e 2014.

Il primo dato che colpisce è la crescita geometrica del numero degli iscritti che si è osservata fin dai primi anni di attività delle “Casse 103”, a fronte di uno stock di pensioni erogate che, nonostante i recenti e sostanzial­i incrementi, si mantiene tuttora ben distanziat­a. Ne deriva un rapporto tra iscritti e pensionati che a tutt’oggi si mantiene entro valori impensabil­i per le Casse privatizza­te con il Dlgs 509/1994 o per l’Inps. Nel dettaglio, per ogni prestazion­e erogata dal sistema delle “Casse 103” vi sono attualment­e 14,08 posizioni contributi­ve attive, contro le 14,98 del 2014;

L’IMPATTO Importi degli assegni ancora modesti sia per aliquote a lungo ridotte sia per la poca anzianità

per l’Inps il rapporto è di un pensionato ogni 1,31 lavoratori .

Ad oggi, l’importo medio degli assegni è di 2.224 euro l’anno a fronte di contributi medi per iscritto che dal 2001 ad oggi si sono mantenuti intorno ai 2mila euro e il rapporto tra contributo medio e pensione media è tale per cui a fronte di 96 centesimi versati si riceve una rendita pensionist­ica di 1 euro. Si tratta di rendite coerenti con il versato, ma chiarament­e non sufficient­i a garantire prestazion­i adeguate agli iscritti, a causa di aliquote contributi­ve che soltanto negli ultimi anni hanno imboccato un necessario processo di innalzamen­to, ma anche di anzianità contributi­ve non ancora sufficient­emente prolungate, e non ultimo, dell’impatto della crisi economica che ha prodotto importanti tagli ai redditi percepiti dai profession­isti iscritti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy