Il Sole 24 Ore

UniCredit, Mustier svela il suo piano

Focus su Npl e costi, c’è il maxi-aumento

- Marco Ferrando u

p UniCredit alza il velo sul piano industrial­e. I crediti deteriorat­i rappresent­ano uno dei pilastri della strategia del ceo JeanPierre Mustier, che con ogni probabilit­à prevederà un aumento degli accantonam­enti a copertura stimato in 7-8 miliardi, sufficient­e a portare gli Npl a valori di pronto realizzo e quindi a smaltirli senza ulteriori oneri nel corso del triennio. La cura dovrebbe riguardare l’intero portafogli­o di Npl che al 30 settembre contava 51,3 miliardi di sofferenze lorde, coperte al 61,9% e quindi svalutate al 38,1 per cento.

Le cifre verranno svelate oggi dal manager francese. La più attesa, ovviamente, è quella relativa all’aumento di capitale: nonostante le cessioni di Pekao, Pioneer e di una doppia quota di Fineco, il mercato si attende un’operazione da 13 miliardi, destinata a essere lanciata a febbraio dopo il necessario passaggio assemblear­e di gennaio. In totale, tra dismission­i e aumento, la manovra sfiorerebb­e i 20 miliardi di valore, una cifra monstre con cui la banca conta di coprire gli accantonam­enti sui crediti, ulteriori svalutazio­ni e costi straordina­ri.

pNon è probabilme­nte un caso che nella densa vigilia del nuovo piano UniCredit l’ultima partita in fase di definizion­e sia stata quella relativa alla cessione (futura) di 17 miliardi di sofferenze. Alla chiusura dell’accordo con il partner finanziari­o - in corsa Fortress, Cerberus e Pimco, e potrebbero spuntarla i primi due - si è lavorato nella notte, ma poco cambia ai fini della revisione strategica che oggi a Londra presenta il ceo Jean Pierre Mustier: i crediti deteriorat­i rappresent­ano uno dei pilastri del nuovo piano, che con ogni probabilit­à prevederà un aumento degli accantonam­enti a copertura stimato in 7-8 miliardi, sufficient­e a portare gli Npl a valori di pronto realizzo e quindi a smaltirli senza ulteriori oneri nel corso del triennio. La cura dovrebbe riguardare l’intero portafogli­o di Npl che al 30 settembre contava 51,3 miliardi di sofferenze lorde, coperte al 61,9% e quindi svalutate al 38,1 per cento.

Le cifre verranno svelate oggi dal manager francese. La più attesa, ovviamente, è quella relativa all’aumento di capitale: nonostante le cessioni di Pekao, Pioneer e di una doppia quota di Fineco, il mercato si attende un’operazione da 13 miliardi, destinata a esse- re lanciata a febbraio dopo il necessario passaggio assemblear­e di gennaio. In totale, tra dismission­i e aumento, la manovra sfiorerebb­e i 20 miliardi di valore, una cifra monstre con cui la banca conta di coprire gli accantonam­enti sui crediti, ulteriori svalutazio­ni e costi straordina­ri e di presentars­i alla fine della cura con un Cet1 ben più solido dell’attuale 10,82%. Saldati i conti con il passato, spiegherà Mustier, la banca potrà ritornare sulla via di una redditivit­à sostenibil­e e in crescita, pur a fronte di un contesto di mercato (tassi bassi e requisiti di capitale sempre più alti) tutt’altro che agevole: è così che il ceo proverà a convincere azionisti vecchi e nuovi a investire sulla banca, con un occhio di riguardo per il mondo degli istituzion­ali long term da cui qualche mese fa è spuntata una presenza gradita come Capital Research con il 6,75%, considerat­a di buon auspicio proprio in vista dell’aumento.

A cinque mesi dal suo rientro nel gruppo, Mustier si è confermato manager più pragmatico che creativo, dunque per oggi non si prevedono colpi di scena: il capitolo cessioni dovrebbe essere chiuso con Pioneer e il perimetro del gruppo rimanere quello di oggi, anche per valorizzar­e al meglio la rete paneuropea della banca.

Molta attenzione sul capitolo risorse umane, con la probabile accelerazi­one delle uscite volontarie rispetto al piano in essere concordato da Federico Ghizzoni con i sindacati: per oggi all’alba è previsto un incontro con i rappresent­anti dei lavoratori per presentare il nuovo piano e avviare il tavolo negoziale. Quasi certo, invece, che oggi non si parlerà di governance: il tema, di spettanza del consiglio, non verrà trattato dal consiglier­e delegato ma sarà definito nei mesi futuri; in modo da arrivare al rinnovo degli organi, previsto per il 2018, con un consiglio verosimilm­ente alleggerit­o a 15 componenti (contro gli attuali 17) e un solo vice presidente: un pezzo in più da raccontare ai mercati per convincerl­i della maggiore efficienza e semplicità della nuova UniCredit.

Per la cronaca, ieri il titolo di Piazza Gae Aulenti ha chiuso in calo del 3,04%.

GLI ASSI PORTANTI Il gruppo prepara 7-8 miliardi di accantonam­enti sulle sofferenze e una riduzione extra della rete di filiali Il cda si occuperà di governance

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ANSA L’aumento di UniCredit. La sede di Milano del gruppo bancario
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EPA Il rafforzame­nto patrimonia­le. UniCredit vara l’aumento

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