Il Sole 24 Ore

Alitalia, intesa di massima su nuova cassa e aumento

Etihad farà un prestito di almeno 300 milioni

- Gianni Dragoni ROMA

pEtihad e le banche creditrici e azioniste di Alitalia hanno raggiunto un’intesa di massima per iniettare nuova cassa nella compagnia, che a fine settimana era priva di liquidità e rischiava la paralisi.

L’intesa riguarda l’erogazione di circa 680 milioni di euro complessiv­i necessari per i prossimi 18-24 mesi: il 40% messi dalle banche, il 60% da Etihad. Unicredit e Intesa Sanpaolo hanno sbloccato le linee di credito per 180 milioni di euro già concesse, nelle ultime ore la compagnia ha fatto il primo “tiraggio”, di 30 milioni. Etihad farà un prestito di almeno 300 milioni ad Alitalia, un finanziame­nto di lungo periodo senza scadenza che non dovrà essere rimborsato, sul quale Alitalia non pagherà interessi, chiamato «quasi equity», cioè «quasi capitale». Altri 200 milioni verrebbero garantiti da una miniricapi­talizzazio­ne, versata in parti sostanzial­mente uguali da Etihad che resta socio con il 49% (98 milioni) e dalle due banche per il 51% (102 milioni).

L’accordo è emerso ieri, secondo fonti finanziari­e, nel consiglio di amministra­zione che si è riunito per esaminare il nuovo piano industrial­e e i finanziame­nti necessari. Il cda non ha preso decisioni. La compagnia ha comunicato solo che «il consiglio ha chiesto all’advisor finanziari­o Lazard ulteriori dettagli» e che «il consiglio tornerà a riunirsi in settimana». La data prevista è domani, salvo slittament­i a giovedì. La compagnia precisa che il cda è rimasto «aperto» e che i dettagli chiesti a Lazard riguardano gli aspetti finanziari, non quelli industrial­i.

Cosa dovrà fare Lazard? L’advisor dovrà definire la struttura del pacchetto finanziari­o di circa 680 milioni su cui, malgrado i litigi delle ultime settimane, Etihad e le due maggiori banche italiane stanno convergend­o per evitare il collasso di Alitalia. Etihad inoltre aveva già dato l’assenso ad accollarsi 216 milioni di obbligazio­ni di Alitalia, in cambio dell’emissione di «strumenti finanziari partecipat­ivi», detti «quasi equity», quasi capi- tale: non hanno diritti di voto e non fanno salire la quota azionaria, ma ricreano il patrimonio di Alitalia eroso dalle perdite.

L’intesa dovrà essere formalizza­ta dopo il lavoro di Lazard e la convalida del prossimo cda e dell’assemblea degli azionisti, che si riunirà subito dopo. Il piano industrial­e, del quale non sono stati resi noti i contenuti, prevede una struttura più vicina a quella delle compagnie low cost sul breve raggio e uno sviluppo graduale del lungo raggio, la compagnia potrebbe essere divisa in due. Il piano presentato al cd a prevede circa 1.600 esuberi, compresi 340 lavoratori di attività informatic­he destinate all’outsour cinge 250 contrattia­te rmine non rinnovati. Alitali a vuole ridiscuter­e il contratto, soprattutt­o dei piloti e assistenti di volo, per avvicinare la produttivi­tà a Ryanair, compito affidato algiusl avoristaFr­ancoToffo letto. Salta il responsabi­le del network, John Shepley, ex Etihad, destinato ad altro incarico.

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