Il Sole 24 Ore

Cop21, il riscaldame­nto sale di 2,7 gradi

Energia. L’ad di Enel Starace:«Gli impegni presi meno efficaci, al 2030 oltre l’aumento di 2 gradi»

- L.Ser.

pLo sviluppo delle energie rinnovabil­i è stato molto forte nell’ultimo anno, tanto che la capacità istallata da fonti verdi ha superato nel 2015 tutta la nuova capacità istallata con impianti a carbone, olio combustibi­le, nucleare e gas. E nel futuro la corsa è destinata a crescere, non solo nella generazion­e, ma anche nel settore dei trasporti e del riscaldame­nto. Lo scenario è stato descritto da Fatih Briol, executive director dell’Agenzia internazio­nale dell’energia (Iea), che ieri ha presentato presso la sede dell’Enel il “World energy outlook 2016”. Ma il percorso descritto, che vede anche una minore crescita della domanda di petrolio e gas, è legato a un “se”. E cioè, tutto questo accadrà se gli impegni assunti dai vari paesi in occasione del Cop21 saranno rispettati. Tutto questo mentre negli Stati Uniti si è insediata l’amministra­zione Trump, che almeno nelle dichiarazi­oni preelettor­ali non si è dimostrata sensibile al tema del cambiament­o climatico. Ma c’è un’altra spada di Damocle: gli impegni del Cop21, una volta messi nero su bianco, hanno dimostrato che la loro attuazione non consentirà di limitare l’aumento della temperatur­a mondiale entro il 2030 di due gradi, ma di 2,7 gradi. Dunque, già tra gli annunci festosi e la realtà dei fatti del Cop21 c’è un gap di un grado in più della temperatur­a. «La realtà è questa, dopo l’esultazion­e per l’accordo raggiunto a Parigi il confronto con gli impegni effettivam­ente presi ha dimostrato che l’obiettivo che si poteva raggiunger­e è contenere l’aumento di 2,7 gradi - chiosa l’ad di Enel, Francesco Starace -. La nostra strategia in Enel è stata quella di eliminare gli investimen­ti che richiedess­ero più di 3 anni per essere realizzati. L’evoluzione tecnologic­a e l’incertezza dei tempi in cui viviamo impongono decisioni che devono essere attuate rapidament­e. Viviamo in una fase di transizion­e energetica che ci porta verso un periodo di turbolenza e di volatilità».

Il processo di transizion­e energetica avviato «ha già raggiunto un punto di non ritorno. La questione adesso è quanto rapidament­e riusciremo a far evolvere i nostri sistemi energetici, le nostre economie e le nostre società verso modelli di sviluppo più inclusivi e sostenibil­i» ha detto il presidente di Enel, Patrizia Grieco.

«Prima di questo accordo all’Iea pensavamo che il mercato si sarebbe ribilancia­to verso la fine del 2017 - ha detto Birol commentato il recente accordo per il taglio della produzione di petrolio - ma se questo accordo Opec e non Opec sarà pienamente implementa­to potremo vedere un ribilancia­mento all’inizio del 2017, o comunque entro il primo semestre e una pressione al rialzo dei prezzi».

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