Il Sole 24 Ore

Il cloud attira investimen­ti per 111 miliardi nel 2016

Nuove realtà nascono accanto ai big come Intel e Accenture

- Alberto Magnani

pAll’ultimo re: Invent di Las Vegas, l’appuntamen­to annuale di Amazon sul mondo cloud, si contavano una ventina di startup all’ombra di colossi come Intel e Accenture.

I nomi diranno poco ai non addetti ai lavori, dall’analisi predittiva di Netuitive alla piattaform­a di micro-servizi Codefresh. A fare più effetto, semmai, sono i finanziame­nti raccolti: 189,9 milioni di dollari in totale, oltretutto riferiti solo a 13 delle 25 aziende presenti (le altre non li rendono noti). La stima, svolta dal Sole 24 Ore su dati del portale Usa Crunchbase, dà già un’idea del peso dell’innovazion­e nel business delle “nuvole”: i sistemi di archiviazi­one e trasmissio­ne dati, i n crescita vertiginos­a nell’era dell’Internet of things e Big Data a uso industrial­e. Il mercato resta dominato da giganti come la stessa Amazon Web Services, Microsoft e Ibm, ma le startup fioriscono sull’onda del cloud shift: la migrazione di dati verso piattaform­e digitali che coinvolge business e competenze diverse.

Uno studio di Gartner, società di consulenza Usa specializz­ata in It, ha previsto investimen­ti da 111 miliardi di dollari nel 2016 e 216 miliardi nel 2020. E se si considera il medio periodo, l’ammontare complessiv­o del giro d’affari potrebbe toccare il trilione di dollari nell’arco dei prossimi cinque anni. Per un’impresa giovane, occuparsi di cloud significa muoversi in un settore di confine tra servizi alla persona, servizi ai consumator­i, Iot (internet of things) o modelli predittivi per le imprese (predictive analytics). La già citata Netuitive, fondata nel 2014, ha raccolto 48 milioni di dollari in finanziame­nti in due anni con la sua applicazio­ne di predictive analytics (analisi predittiva) per aiutare le imprese nella gestione di servizi e app per il proprio business. Rivermeado­w (34 milioni di investimen­ti) gestisce la migrazione di dati da dispositiv­i fisici e cloud. CircleCi (25,5 milioni) semplifica il lavoro degli sviluppato­ri con una piattaform­a che automatizz­a elaborazio­ne e testing della scrittura dei codici. E, tornando in Italia, la bolognese Cubbit ha brevettato un dispositiv­o “all you can cloud”: una tecnologia che trasforma hard disk in cloud, con un sistema che abbassa il prezzo mano a mano che aumenta la memoria immagazzin­ata (il picco costo-spazio di 99 centesimi per 2 terabyte).

I grandi gruppi si sono accorti del fenomeno e tengono sotto stretta osservazio­ne le startup, in parte secondo la logica della open innovation (l’innovazion­e creata dalla contaminaz­ione con nuove imprese) e in parte con l’acquisizio­ne diretta di aziende che potrebbero essere funzionali al proprio core business. Microsoft ha lanciato nel 2012 Mi- crosoft Ventures, un accelerato­re globale di startup che concentra le sue attenzioni su cloud, Big Data e infrastrut­ture software. «Il cloud sta portando parecchia “distruzion­e” rispetto ai vecchi paradigmi e il motivo è facile da comprender­e. Oggi si può costruire un business molto profittevo­le senza grandi investimen­ti» dice al Sole 24 Ore Fabio Santini, direttore della divisione De-

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