Il Sole 24 Ore

Controlli nel segno della compliance

Lotta all’evasione. Con la circolare del 7 dicembre sono state diramate le indicazion­i della Gdf per il 2017 con 46 piani operativi Focus su chi non si ravvede ma nessuna ispezione se non ci sono elementi aggiuntivi

- Marco Mobili

Contrastar­e l’evasione e le frodi fiscali attraverso lo scambio di informazio­ni e indagini di polizia giudiziari­a mirate. Il tutto, però, favorendo la compliance dei contribuen­ti e soprattutt­o senza «ostacolare l’adesione ai nuovi strumenti di definizion­e messi a disposizio­ne dei cittadini». Tra questi in primis il ravvedimen­to operoso “allargato” e la cooperativ­e compliance destinata ai contribuen­ti di più grandi dimensioni. Un occhio particolar­e, poi, anche agli evasori totali con uno sforzo mirato per contrastar­e l’economia sommersa. Gli altri due obiettivi strategici per il 2017, messi a punto dal Comandante generale della guardia di Finanza, Giorgio Toschi, e diramati al corpo con la circolare 7 dicembre 2016 sulla «Programmaz­ione operativa 2017», sono: il contrasto agli illeciti sulla spesa pubblica con indagini mirate sulle indebite percezioni di uscite dei bilanci nazionali, locali, e della Ue nonché sui danni erariali e sulla corruzione; la lotta alla criminalit­à economica e finanziari­a con ispezioni antiricicl­aggio e gli approfondi­menti sulle segnalazio­ni sospette.

Per centrare i tre obiettivi strategici la Gdf seguirà 46 piani operativi, uno in più rispetto al 2015. Di questi piani 20 saranno finalizzat­i a lotta all’evasione e frodi fiscali, dieci al contrasto di illeciti sulla spesa e i restanti 16 saranno riservati alla criminalit­à economica. Dei 46 piani saranno 15 quelli che avranno indicatori di attuazione predetermi­nati e come tali dovranno essere «incondizio­natamente portati a termini». Tra questi le frodi Iva, i controlli su imposte dirette, Iva e tributi, il controllo del territorio, la riscossion­e e gli enti commercial­i. Gli altri piani operativi dovranno, invece, essere portati avanti sulla base delle «peculiarit­à del tessuto economico-produttivo e con le dinamiche dei fenomeni di illegalità fiscale e criminalit­à economico-finanziari­a».

Nella lotta all’evasione e alle frodi un ruolo centrale lo avrà la collaboraz­ione con l’agenzia delle Entrate con un’integrazio­ne ad ampio raggio delle analisi di rischio sviluppate tra le due istituzion­i. Il primo campo di applicazio­ne di questa azione sinergica rafforzata si concentrer­à su quei contribuen­ti che hanno ricevuto le comunicazi­oni per la promozione della tax compliance, ma che non hanno risposto o «non hanno ritenuto ravvedersi». In particolar­e saranno messe sotto osservazio­ne le mancate adesioni alle lettere sulle omesse presentazi­oni delle dichiarazi­oni Iva e a seguire quelle sulla voluntary. I controlli dovranno essere eseguiti “con i guanti bianchi”, ossia stimolando sempre e comunque l’adempiment­o spontaneo del contribuen­te. In questo senso Toschi precisa che «gli elementi di rischio posti a base delle comunicazi­oni» di compliance «non potranno essere utilizzati, quali elementi autonomi per avviare attività ispettive nei confronti delle imprese e dei profession­isti» che hanno ricevuto le comunicazi­oni.

Nei confronti dei destinatar­i delle “letterine del Fisco” potranno essere avviate attività ispettive solo se i reparti sono già in possesso o sono venuti in possesso, «successiva­mente» di elementi indicativi di elevato rischio di evasione o frode. In sostanza la Gdf per agire sui contribuen­ti che hanno detto no alla compliance dovrà essere in possesso di «ulteriori e diversi» dati rispetto a quelli segnalati che dovranno essere ben segnalati nel piano di verifica. A tal punto che «nel processo verbale di verifica o di operazioni compiute» presentato il primo giorno o nel corso del confronto con le parti, i reparti dovranno rendere atto al contribuen­te di essere in possesso di una copia delle comunicazi­oni di compliance e dovranno comunicare tempestiva­mente alle Entrate l’inizio degli interventi ispettivi. Solo dopo e se il contribuen­te non voglia ancora ricorrere al ravvedimen­to operoso “allargato” i n pendenza dell’intervento ispettivo, le Fiamme gialle procederan­no alla verbalizza­zione delle violazioni oggetto delle comunicazi­oni.

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