Quello stile da «raider»
Parigi sfrutta l’effetto sorpresa dell’aumento della partecipazione
Vincent Bolloré non ama essere chiamato «raider». E in fondo non ha torto. Diciamo che è un industriale che ama la finanza. E i rischi, e le sfide, come peraltro ogni vero imprenditore. Del raider ha piuttosto i modi. E nei prossimi giorni si vedrà se l’attacco si spingerà fino al lancio di un’Opa ostile.
Vincent Bolloré non ama essere chiamato “raider”. E in fondo non ha torto. Diciamo che è un industriale che ama la finanza. E i rischi, e le sfide, come peraltro ogni vero imprenditore. Nella sua ormai lunga carriera ha creato aziende e posti di lavoro. Ha fatto scommesse (valga per tutte quella delle batterie) che di solito ha vinto. Ha arricchito gli azionisti che hanno creduto in lui investendo i loro risparmi.
Del raider ha piuttosto i modi. Lui stesso, in un'intervista dedicata in realtà alle attività in Africa (che rappresentano tuttora la parte più rilevante del business familiare) ha riconosciuto che «i nostri metodi sono più simili a quelli dei commando che a quelli delle forze armate regolari». L’importante è l’obiettivo, non come ci si arriva.
Gli esempi sono numerosi e celebri. Basti ricordare la telefonata (dallo yacht) con cui preannunciò nel 2004 all’allora ceo di Havas (pubblicità e comunicazione) Alain de Pouzilhac una presa di partecipazione “amichevole” del 4-5 per cento. Dieci mesi più tardi de Pouzilhac veniva cacciato e Bolloré conquistava la società. O, appunto, Vivendi. Dove l’imprenditore bretone è entrato nel 2012 con il 5% ottenuto in cambio delle due reti tv in chiaro Direct 8 e Direct Start. L’”amico” Jean-René Fourtou, ceo di Vivendi, non ci ha messo molto per capire che aveva aperto al lupo il cancello dell’ovile. Un altro “amico”, Martin Bouygues, è riuscito a evitare la scalata difendendosi con le unghie e con i denti. Ma Bolloré ha comunque spuntato 230 milioni di plusvalenza.
Ora l’obiettivo – che il Vincent nazionale coltiva da chissà quanto tempo – è la creazione di un colosso europeo della produzione di contenuti. Vivendi può già contare su Canal+, sul cinema, su Studio+ (per la telefonia mobile), sulla musica (Universal Music), sui videogiochi (con Gameloft, per i cellulari, e Ubisoft, dov'è in corso una scalata ostile contro la famiglia Guillemot). Ma non basta. Tanto più che Canal+ sta facendo i conti con le difficoltà che incontra sul proprio mercato interno, dove ha perso nell’ultimo anno oltre mezzo milione di clienti e deve affrontare l’agguerrita concorrenza della rete del Qatar Bein Sports e soprattutto di Sfr (paradossalmente ceduta proprio da Vivendi, ma l’operazione era già stata decisa e avviata prima che Bolloré diventasse il patron del gruppo). Che sotto la guida di Patrick Drahi sta appunto diventando un protagonista dell’integrazione telecom/contenuti e che in pochi mesi ha strappato a Canal il calcio inglese e la distribuizione di Discovery e Nbc Universal.
Per poter essere un vero competitor globale, il futuro “Netflix europeo” deve diventare l'attore di primo piano almeno sui promettenti mercati dell'Europa del Sud (Francia, Italia e Spagna). D'un lato, il principale, con la produzione appunto di contenuti. Ed ecco quindi l'importanza strategica dell'operazione Mediaset. Dall'altro con le indispensabili alleanze – meglio se accompagnate da partecipazioni azionarie – con gli operatori di telecom. I distributori dei contenuti. Ecco allora l'interesse della presenza in Telecom Italia. Ma anche nella spagnola Telefonica (sia pure con solo l'1%). E degli accordi commerciali con Orange (l'ex monopolista pubblico France Télécom), Free e la stessa Telefonica (in Brasile). Che magari possono a loro volta diventare intrecci capitalistici.
Insomma, Bolloré – che da ormai quindici anni è un protagonista della scena finanziaria anche italiana, con Mediobanca e Generali - ha un obiettivo, una visione, una strategia, oltre ai quattrini, alla determinazione e al cinismo necessari. Non solo non si fermerà ma (lo dimostra il comunicato di ieri sera sull’aumento della partecipazione al 12,32%) si muove velocemente, sfruttando anche l'effetto sorpresa. Come i commando. Rapidi e invisibili. Per annichilire l’avversario. Nei prossimi giorni si capirà se l’attacco si spingerà fino al lancio di un’Opa ostile.