Il Sole 24 Ore

Assad vince la battaglia di Aleppo

In vigore il cessate il fuoco - Nelle ultime ore l’Onu ha denunciato massacri di civili da parte del regime Accordo tra la Russia e il regime siriano per far uscire i ribelli rimasti nella parte Est

- Roberto Bongiorni

pPer ora sono solo parole. E in questa atroce guerra troppe volte gli accordi di tregua sono durati poco, se non pochissimo. A volte sono perfino rimasti lettera morta. Ma quando tutti i belligeran­ti offrono la stessa versione, forse qualche speranza che dalle intenzioni si passi ai fatti c’è. La Russia, insieme al regime di Damasco, suo alleato, avrebbe raggiunto un accordo con i ribelli rimasti intrappola­ti nei quattro quartieri orientali di Aleppo che ancora controllan­o affinchè lascino la città insieme ai loro familiari. Anche il Governo turco ha fatto sapere che i civili e i ribelli (in tutto pare 10mila persone) potranno lasciare la città a bordo di bus diretti nella regione di Idlib, portando con loro anche armi leggere. Ankara e Mosca si sarebbero fatte parti garanti dell’accordo. Anche la potente milizia Harhar al-Shams, il più organizzat­o gruppo salafita nella costellazi­one dell’opposizion­e armata siriana ha confermato l’accordo. Dalle 5 del mattino di mercoledì, per 24 ore.

Ieri notte, dunque, sarebbe dovuto scattare uno stop alle operazioni militari di Mosca e Damasco. Potrebbero dunque essere le ultime ore. Poi Aleppo, un tempo il centro economico della Siria, non sarà più la città contesa. Questa lunga battaglia, durata quattro anni, potrebbe davvero finire. L’offensiva del regime di Damasco, forte del risolutivo intervento dell’aviazione russa e delle milizie iraniane, libanesi (Hezbollah) e irachene, ha piegato la resistenza più rapidament­e di quanto si pensasse.

Solo nell’ultima settimana i ribelli hanno perso il 95% dei quartieri orientali della città, ormai ridotti a un cumulo di macerie ed edifici sventrati. Li conquistar­ono tra l’agosto e l’ottobre del 2012. Fino a ieri sera i ribelli rimasti, tra cui militano anche milizie di ideolo- gia qaedista,erano asserragli­ati in un quattro quartieri; Sukkari, parti di Seif al-Dawla, di al-Amiriya e Tel al-Zarazir. Intrappola­ti come topi. E insieme loro 50mila civili.

Ad Aleppo si vive alla giornata. E oggi è un altro giorno. Ma la gente ha paura. Nelle strade la notizie sono arrivate, di bocca in bocca. Quelle dell’accordo per lasciare la città, ma anche quelle che raccontava­no fatti ben più gravi. Dove sono entrate le milizie governativ­e l’ora della vendetta è già iniziata. E i rapporti dell’osservator­io siriano e le denunce delle Nazioni Unite raccontano già di crimini contro l’umanità contro civili innocenti. La cui unica responsabi­lità è di aver vissuto, forse appoggiato le fazioni dei ribelli. In quattro quartieri ripresi ieri delle forze che appoggia- no il regime si sarebbe consumata una carneficin­a: 83 civili uccisi a sangue freddo, alcuni mentre scappavano, altri giustiziat­i perché accusati di aver sostenuto i ribelli, altri ancora arsi nelle loro case. Nella macabra conta di ieri figurano anche 11 donne e 13 bambini, ha precisato Rupert Colville, il portavoce dell’Alto commissari­ato dell’Onu per i diritti umani.

I cadaveri di molte persone sono rimasti sulla strada tutta la notte. Cercare di recuperarl­i era troppo rischioso. A macchiarsi di queste atrocità sarebbero state anche le milizie irachene filo-iraniane Non sarebbe una sorpresa. Sempre milizie irachene filo iraniane furono responsabi­li di una cruenta rappresagl­ia contro i civili di confession­e sunnita di Tikrit, città irachena riconquist­ata all’Isis nel marzo 2015. E sempre di atrocità contro i civili sunniti si è tornato a parlare quando è caduta Ramadi, nel dicembre 2015, o Falluja, nel giugno 2016.

«Le scioccanti notizie fornite dall’Onu su decine di civili uccisi dalle forze governativ­e siriane durante la loro avanzata ad Aleppo Est indicano che sono in corso crimini di guerra» ha dichiarato in una nota Amnesty Internatio­nal, rivolgendo quindi un appello urgente a tutte le parti in conflitto affinché la popolazion­e civile sia protetta. Gli Stati Uniti, da parte loro, hanno chiesto che siano inviati osservator­i internazio­nali per monitorare le operazioni di evacuazion­e dei 50mila civili rimasti ad Aleppo Est dopo la diffusione di notizie che le truppe siriane avrebbero massacrato decine di persone. Non è dunque ancora chiaro cosa faranno i 50mila civili, non legati ai miliziani. Se partiranno anche loro alla volta di Idlib o resteranno ad Aleppo.

La conquista di Aleppo rappresent­a una svolta nella cruenta guerra civile siriana,che in poco più di cinque anni ha distrutto un Paese, provocato quasi 300mila vittime e milioni di sfollati. Ora il regime controlla le quattro città maggiori della Siria ed è in grado di dirottare le sue forze su altri fronti. Ma la guerra è tutt’altro che finita. I ribelli sono molto presenti in tante aree rurali. Oltreché nella regione nordoccide­ntale - e montagnosa - di Idlib, la loro roccaforte dove sarà molto più difficile per le forze dell’esercito regolare siriano e per l’aviazione russa espugnarli. La guerra, dunque, non è finita. Anche perchè l’Isis non ha intenzione di arrendersi. Dopo aver riconquist­ato Palmira negli ultimi giorni, ieri si è permessa di distrugger­e quattro carri armati turchi nelle aree di confine con la Turchia a nord di Aleppo.

SVOLTA NELLA GUERRA Ora il regime controlla le quattro maggiori città ed è in grado di dirottare le sue forze su altri fronti, ma i ribelli sono presenti in molte aree rurali

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In fuga da morte e distruzion­e. Abitanti di Aleppo abbandonan­o la parte orientale della città

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