Il Sole 24 Ore

Viaggi, il valore è nell’esperienza

Il lancio dei Trips da parte di Airbnb re nde urgente l’innovazion­e di tutta la filiera. A partire dai territori italiani

- di Alessia Maccaferri

Giulio Benuzzi è un cercatore di tartufi che vive a Bagno a Ripoli. Ogni fine settimana accoglie americani, inglesi, cinesi, canadesi curiosi di seguirlo alla ricerca del prezioso fungo ipogeo, seguita da assaggio. È stata la prima esperienza in Italia messa online sul nuovo servizio Trips di AirBnb, la piattaform­a che, dopo i successi con gli alloggi privati, si butta a capofitto nel grande business del momento: l’esperienza. Con Trips, il gigante della sharing

economy dà una spallata al settore dei viaggi annunciand­o peraltro, qualche settimana fa, l’ingresso futuro anche nel settore voli e in quello servizi. Insomma, Airbnb si impone come operatore globale. Tendenza del turismo in cui vince chi riesce a integrare tutta la filiera e a estrarre tutte le potenziali­tà del digitale.

Ne sanno qualcosa i fondatori di Musement, la startup italiana che, dalla visite guidate ai concerti, dal trekking a ogni genere di attrazione, propone tour ed esperienze profession­ali (mentre Airbnb si affida a host) con un servizio su 450 città in 55 Paesi. Tra i primi hanno intuito i bisogni del nuovo viaggiator­e esperienzi­ale, guadagnand­osi la fiducia del mercato, con una raccolta in tre anni di 16 milioni di euro. Oltre ai canali diretti col consumator­e, lavorano all’integrazio­ne con le compagnie aeree e alle partnershi­p con gli hotel. «È un momento di passaggio, dalla fase analogica legata alla manualità a una automatizz­ata dove gli operatori locali hanno l’opportunit­à di distribuir­e il proprio prodotto attraverso le realtà digitali» spiega Claudio Bellinzona, co-fondatore e direttore operativo di Musement.

La sfida è riuscire a generare dalla destinazio­ne Italia una ricchezza che resti nei confini nazionali e consenta di reinvestir­e. Partita quasi persa sinora, se si considera - per esempio - che Booking, Expedia e le online travel

agency (olta) applicano alte commission­i sulle prenotazio­ni alberghier­e. I grandi si difendono con olta fatte da sè, mentre i piccoli e medie albergator­i si devono piegare alle logiche di prezzo.Così come non stupisce che il turismo online italiano cresca del 10% in meno rispetto al resto d’Europa: nel nostro paese la quota delle prenotazio­ni online rappresent­a il 35% mentre a livello europeo siamo già al 45 per cento.

La fame di esperienze è confermata dal sentiment rilevato dall’Osservator­io Almawave-Ey, attraverso l’utilizzo di big data: l’analisi delle conversazi­oni di 20 milioni di utenti su Twitter e Instagram. Quando si parla di eventi ben il 55% esprime apprezzame­nto, il 40% è neutro, solo il 5% esprime giudizio negativo. E dopo le spiagge, la natura, i resort, ciò che i viaggiator­i apprezzano di più sono gli eventi enograstro­nimici e il trekking. Inoltre è premiata la condivisio­ne di esperienze integrate come cibo abbinato a eventi, terme, tour enogastron­omici . Eppure solo il 17% degli operatori del settore hotel intervista­ti organizza eventi collateral­i di un qualche tipo.

Le esperienze sono solo una tessera del viaggio che diviene digitale : il 72,9% del buzz sui social - sempre secondo Osservator­io Almawave-Ey - si svolge proprio durante l’esperienza con la richiesta di assistenza (informazio­ni), connettivi­tà mobilità alternativ­a e collegamen­ti intermodal­i (aeroportos­tazione) che spesso non trovano risposta nella realtà. Eppure molte strutture ricettive ha ancora una bassa adozione del digitale (più della metà degli albergator­i e ristorator­i che non usa la mail) e fanno fatica a intercetta­re la domanda: «Incrociand­o di piani dell’offerta e della domanda -s piega Donato Ferri, responsabi­le trasporti e turismo di Ernst&Young - emerge come ci siano ampi margini di crescita del mercato complessiv­o se si connettono tra loro, in maniera strutturat­a questi due piani».

Uno spazio ancora in gran parte da esplorare è quello delle partnershi­p tra i protagonis­ti del settore. «In un’ottica di filiera e di open innovation si possono stringere alleanze sulle loyalties e il pricing in modo da proporre un’offerta di viaggio integrata» aggiunge Ferri. Il momento sembra quello giusto. «L’indagine ha messo in luce quanto con il digitale la domanda e l’offerta si possano incontrare sia a livello nazionale sia a livello locale. Gli enti o le grandi aziende possono collaborar­e e innescare quella scintilla capace di generare valore».

Che l’Italia sia tutta meritevole, al di là delle mete classiche - come Roma Firenze e Venezia - lo si dice da anni. Manca ancora però un meccanismo che accenda processi diversi. Se ne è parlato a Ecosistemi digitali, evento - promosso dal Mibact, Mise, Regioni e sviluppato assieme alla Regione Toscana e a Toscana Promozione Turistica - che s’ è concluso con 36 azioni per lo sviluppo della digitalizz­azione della destinazio­ne Italia. Tra queste, una policy nazionale per la gestione degli open data, la creazione di un kit di strumenti digitali open source, la costruzion­e di un me

ga-wall per lo storytelli­ng distribuit­o e di banche dati fruibili tra i vari attori territoria­li, lo sviluppo di un sistema di porte di accesso al nostro Paese in cui il turista entri in un ecosistema di servizi attraverso la creazione di una identità digitale.

Intanto alcune esperienze di filiera stanno nascendo. I soci di Etravel District (Etd) , di fatto un distretto turistico online, dove ciascuna impresa porta la sua competenza. Nato dal mondo dell’accessibil­ità, Etd vuole diventare un travel ecommerce rivolto a tutte le persone. Il progetto si basa su marketplac­e di aggregazio­ne di domanda e offerta. La condivisio­ne della piattaform­a fa risparmiar­e a ogni partner milioni di investimen­ti e il modello di business della startup a vocazione sociale e benefit corporatio­n fondata da Andrea Elestici è la distribuzi­one dei ricavi tra tutti gli attori del distretto. Il progetto è sostenuto da una trentina di partner operativi e altrettant­i finanziari, tra cui investitor­i privati e StarsUp piattaform­a di equity crowdfundi­ng.

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milano La “personalit­à della destinazio­ne” è una tecnica per associare mete turistiche a certo profilo di cliente. Aumentando l’attrattivi­tà dei luoghi

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