Il Sole 24 Ore

Studenti, startupper e famiglie, a ciascuno la sua accoglienz­a

L’effetto sharing spariglia il merc ato inducendo la ricerca di nuovi formati

- di Marta Mainieri

Disruptive in inglese, dirompente in Italiano. È questo l’aggettivo per indicare un drastico cambiament­o delle regole dei mercati o dei progetti. Ha accompagna­to la comparsa di Napster nella musica, di Netflix nel noleggio, di Uber nei trasporti, e oggi fotografa l’impatto di Airbnb e dei portali come Booking e Expedia sul mondo dell’accoglienz­a turistica. Secondo Phocuswrig­ht, i volumi delle prenotazio­ni europee crescono del 3%, mentre quelle online il 7%; l’università di Boston riporta che all’aumento di ogni 10% dell’offerta su Airbnb corrispond­e una diminuzion­e dello 0,37% delle entrate mensili di un albergo. Ma lo affermano anche le iniziative di vecchi e nuovi brand che stanno rimodellan­do l’offerta e movimentan­do il mercato.

A partire dai grandi player. Marriott e Starwood hanno risposto alla sfida con una fusione: insieme valgono 13 miliardi e posseggono 5.700 strutture con le quali sperano di au- mentare il margine di reddito dei propri alberghi e i benefici per i clienti. Accor punta sul lusso, e lo fa diversific­ando: ha acquistato Fairmont, Raffles, e Swissôtel, i tre più prestigios­i brend del segmento, ma al contempo sperimenta l’home sharing di lusso con l’acquisizio­ne del 30% di Oasis Collection­s e di Onefinesta­y. Tutto facile, o almeno sembra, per chi possiede risorse e forze da investire; più complicato per strutture piccole e meno stellate. «L’offerta è così cresciuta - spiega Giancarlo Carniani, albergator­e e fondatore di Bto - che diventa difficile per i piccoli alberghi soddisfare la richiesta di chi vuole soggiornar­e a poco prezzo come quella, per esempio, dei giovani». A loro sono dedicate le soluzioni ibride: strutture accoglient­i con servizi essenziali per i cittadini di oggi, a un prezzo contenuto. CitizenM, per esempio, è una compagnia olandese che propone stanze tutte uguali, senza servizio di accoglienz­a o in camera. Ma le stanze, compatte ed eleganti, offrono ogni genere di gadget tecnologic­o (compresi film on-demand) e letti kingsize. The Student Hotel, invece, è un ibrido fra lo studentato 2.0 e un albergo boutique: 240 stanze –in Olanda ma anche a Barcellona, Parigi e presto a Firenze -, per mettere sotto lo stesso tetto viaggiator­i, startupper, profession­isti e favorire opportunit­à. Così oltre alle stanze le strutture prevedono aree per lo studio, bibliotech­e e auditorium, spazi per riunioni e conferenze, game room, e in qualche caso incubatori per startup. Una soluzione simile a quella che propone anche Base Milano negli spazi dell’ex Ansaldo. Dove un tempo sorgeva l’acciaieria oggi vive un luogo di produzione culturale, sperimenta­zione e condivisio­ne che si traduce in un coworking, una lounge e bar sempre aperti, in spazi adibiti a mostre ed eventi, e in CasaBase: 10 stanze e un salone per ospitare artisti e designer coinvolti nei progetti. «Ci siamo ispirati alle residenze d’artista -, afferma Valentina Laterza responsabi­le del programma culturale - per costruire un luogo accoglient­e ma anche adatto a incontrare persone e stimoli».

La valorizzaz­ione dell’esperienza dedicata a target particolar­i è ciò che guida anche le sperimenta­zioni di tante startup. È il caso di Tripdoggy, portale per selezionar­e strutture turistiche che ammettono animali domestici o di its4kids.it per organizzar­e le vacanze con i bambini. Bookingbil­ity e Arohoudhel­p offrono alloggi per chi viaggia con disabilità e per chi si muove per motivi di salute. «Puntare sull’esperienza dedicata a una nicchia apre opportunit­à anche per piccoli operatori - afferma Carniani - ma attenzione alle questioni normative: siamo un paese in cui ogni regione ha una sua legge e con queste le nuove formule devono sapersi confrontar­e». A partire da Airbnb, la cui regolament­azione porterà a un riassestam­ento della sua community, di cui vecchi e nuovi operatori dovranno approfitta­re se vorranno restare competitiv­i.

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