Il Sole 24 Ore

Euro ai minimi da 14 anni sul dollaro Piazza Affari +2%, migliore d’Europa

L’euro scivola sotto 1,04 per la prima volta da 14 anni. Il rialzo dei bancari premia Piazza Affari

- Andrea Franceschi

La decisione della Federal Reserve di alzare i tassi era data ampiamente per scontata dal mercato. Meno previsto l’annuncio dei banchieri centrali sul fatto che nel 2017 ci saranno altri tre ritocchi all’insù del costo del denaro e non più due come annunciato a settembre. La banca centrale Usa, che sotto la gestione Jellen, si è sempre mossa con i piedi di piombo, ha impresso una chiara accelerazi­one nel suo percorso di normalizza­zione della politica monetaria. E il mercato ha reagito di conseguenz­a. Vendendo obbligazio­ni, come dimostra il balzo dei tassi sui Treasury americani e comprando azioni. Sul mercato valutario questa decisione ha provocato una nuovo rafforzame­nto del biglietto verde. Il dollar index, che misura l’andamento della valuta Usa rispetto alle maggiori contropart­i, si è riportato sui livelli di novembre 2002 mettendo a segno il maggior rialzo giornalier­o da sei mesi a questa parte. Ciò ha avuto ripercussi­oni pesanti su varie classi di investimen­to fortemente correlate ai corsi del biglietto verde come l’oro che ieri ha perso oltre il 2,6% riportando­si sui minimi da oltre 10 mesi. Da parte sua l’euro, che già la scorsa settimana si era fortemente deprezzato dopo la decisione della Bce di estendere il Quantitati­ve easing (seppur riducendon­e l’ammontare), si è ulteriorme­nte indebolito scendendo sotto la soglia di 1,04 come non accadeva da 14 anni a questa parte. E ora il mercato si interroga se e quando si potrà raggiunger­e l’obiettivo della parità tra le due maggiori valute mondiali.

Per capirlo bisognerà vedere nel dettaglio il piano di stimolo fiscale che il nuovo inquilino della Casa Bianca ha annunciato e promesso in campagna elettorale. Sulla prospettiv­a di un passaggio dallo stimolo monetario a quello fiscale i mercati si sono mossi nell’ultimo mese e mezzo mettendo in atto una corposa rotazione di portafogli­o dalle obbligazio­ni alle azioni. La scommessa si basa, in parte sul piano di rilancio infrastrut­turale annunciato in campagna elettorale e in parte sul taglio della cor- porate tax: in campagna elettorale Trump ha promesso di portarla dal 35 al 15 per cento. Questa misura, calcola Société Générale, potrebbe da sola avere un impatto del 13% sugli utili per azione a Wall Street. Il nuovo inquilino della Casa Bianca si è poi molto speso per un rimpatrio dei capitali detenuti all’estero dalle società americane. Un tesoro da 2500 miliardi di dollari che, al netto delle trattenute fiscali, potrebbe essere impiegato per investimen­ti, acquisizio­ni o riacquisto di azioni proprie. Tutte misure che potrebbero favorire la crescita dei corsi azionari. Questo spiega perché il mercato in questi mesi ha comprato Wall Street portandola sui massimi storici nonostante i prezzi non proprio a buon mercato. Anche ieri sulla Borsa americana è stata una giornata di rialzi e si scommette su quando ci sarà il superament­o della soglia psicologic­a dei 2000 punti da parte dell’indice Dow Jones. Viene da chiedersi: tutta questa euforia è giustifica­ta? Nella loro ultima analisi di scenario i gestori di Anthilia Capital Partners invitano alla prudenza. A questi prezzi - scrivono - l’azionario americano non presenta opportunit­à di investimen­to e ad oggi il mercato pare aver prestato attenzione più al bicchiere mezzo piano del piano di stimolo fiscale che a quello mezzo vuoto del rischi legati alle posizioni estreme del nuovo inquilino della Casa Bianca (leggi protezioni­smo e tensione con la Cina).

In Europa intanto la risalita dei rendimenti obbligazio­nari ha favorito gli acquisti sulle banche la cui profittabi­lità è stata fortemente compromess­a dal lungo periodo di bassi tassi. Ieri lo Stoxx 600 Banks ha registrato la migliore performanc­e tra gli indici europei di settore mettendo a segno un rialzo del 2,48 per cento. Ne ha beneficiat­o Piazza Affari, listino a forte trazione bancaria, che ha chiuso gli scambi con un rialzo dell’1,94 per cento. Performanc­e che le vale il primato di miglior piazza in Europa. Dal giorno del referendum il Ftse Mib ha guadagnato l’11,17% contro un +5,73% dello Stoxx 600 europeo.

IL RALLY DEL FTSE MIB Dal giorno del referendum l’indice della Borsa italiana ha guadagnato l’11,17% contro un +5,73% dello Stoxx 600 europeo

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy