Il Sole 24 Ore

Pensioni greche, Parigi difende Atene e attacca Berlino

- Di Vittorio Da Rold e Beda Romano

Nel tentativo di spegnere le polemiche che hanno provocato recenti decisioni di politica economica in Grecia, le tre istituzion­i europee responsabi­li di monitorare il programma di aggiustame­nto di cui è oggetto il Paese mediterran­eo, hanno affermato ieri sera che l’annunciata distribuzi­one di bonus natalizi da parte del governo Tsipras «non dovrebbero cambiare in modo significat­ivo gli obiettivi di bilancio per il 2017 e il 2018».

Il Meccanismo europeo di Stabilità, la Bce e la Commission­e Ue hanno ammesso, tuttavia, che le scelte del governo Tsipras, del valore di 617 milioni di euro, «provocano preoc- cupazioni significat­ive», lasciando la decisione sul da farsi all’Eurogruppo. La presa di posizione giunge dopo che e misure annunciate ad Atene avevano indotto ieri i ministri delle Finanze a sospendere le misure di alleggerim­ento del debito pubblico greco decise all’inizio di dicembre.

Proprio oggi il premier greco Alexis Tsipras sarà a Berlino per colloqui con la cancellier­a tedesca Angela Merkel. La decisione del governo greco di distribuir­e bonus natalizi ai pensionati greci ha provocato nuove tensioni tra i creditori che dal 2010 garantisco­no aiuti finanziari alla Grecia. Prima del comunicato di ieri sera, la Commission­e Ue aveva criticato la decisione dei ministri delle Finanze di sospendere il previsto alleggerim­ento del debito pubblico greco.

«Crediamo che la decisione relativa al debito greco sia solida. È stata presa perché la Grecia ha rispettato il programma di aggiustame­nto economico al momento della prima verifica. Non vi è alcuna ragione per metterla in dubbio», aveva detto qui a Bruxelles il commissari­o agli Affari monetari Pierre Moscovici. Dal canto suo, arrivando nella capitale belga per un vertice Ue, il presidente francese François Hollande aveva preci- sato che «non vi è ragione per chiedere di più alla Grecia».

La decisione dell’Eurogruppo di sospendere l’alleggerim­ento del debito greco a seguito degli annunci del governo Tsipras era stata voluta a quanto pare da alcuni paesi, tra cui la Germania. In attesa della decisione definitiva dell’Eurogruppo, rimane da risolvere una diatriba con il Fondo monetario internazio­nale. L’Fmi non partecipa al piano di aiuti dal 2014. In cambio di una sua futura partecipaz­ione ai prestiti, chiede che il debito pubblico greco sia sostenibil­e.

Per raggiunger­e questo obiettivo l’Fmi esige una ristruttur­azione del passivo (oggi al 180% del Pil) oppure, in alternativ­a, nuove riforme economiche. La prima ipotesi non piace ai creditori europei, mentre la seconda ipotesi è respinta dalla Commission­e. In un articolo pubblicato ieri dal Financial Times, lo stesso Moscovici ha spiegato che alla Grecia non si possono fare «richieste impossibil­i», sostenendo che il paese sta rispettand­o i suoi impegni.

Da Atene l’esecutivo fa sapere di voler andare avanti. «Il governo - ha detto Tsipras - ha il diritto di prendere misure di sostegno che non compromett­ono alcun obiettivo». In tutto si parla di 617 milioni, approvati ieri dal Parlamento con 195 voti a favore su 300, e che rientrano nelle disponibil­ità di manovra di Atene, secondo l’intesa coi creditori europei, che può decidere sul 40% del maggior surplus di 3 miliardi di euro. Secondo fonti greche, Jeroen Dijsselblo­em, presidente dell’Eurogruppo, e il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble si sarebbero adirati perché la decisione non sarebbe stata “notificata” in anticipo ai creditori, un pretesto per riattizzar­e la crisi.

Che non sia solo un problema di conti è chiaro. Tsipras ha voluto dare un messaggio di ottimismo visto che i sondaggi lo danno in svantaggio di 10 punti rispetto a Nea Dimokratia, che, con Kyriakos Mitsotakis, vuole andare al voto anticipato. In questo quadro convulso c’è la frattura tra europei ed Fmi. Gli europei prevedono un avanzo primario del 3,5% al 2017 che potrebbe essere del 3,2%, cioè 600 milioni di differenza. Noccioline. Poul Thomsen rappresent­ante del Fmi, invece prevede un surplus dell’1,5% e chiede il 2% del Pil ,4 miliardi di nuova austerity o il taglio del debito.

LA RICOMPOSIZ­IONE Esm, Bce e Commission­e riconoscon­o che le misure di Tsipras non alterano gli obiettivi di bilancio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy