Pensioni greche, Parigi difende Atene e attacca Berlino
Nel tentativo di spegnere le polemiche che hanno provocato recenti decisioni di politica economica in Grecia, le tre istituzioni europee responsabili di monitorare il programma di aggiustamento di cui è oggetto il Paese mediterraneo, hanno affermato ieri sera che l’annunciata distribuzione di bonus natalizi da parte del governo Tsipras «non dovrebbero cambiare in modo significativo gli obiettivi di bilancio per il 2017 e il 2018».
Il Meccanismo europeo di Stabilità, la Bce e la Commissione Ue hanno ammesso, tuttavia, che le scelte del governo Tsipras, del valore di 617 milioni di euro, «provocano preoc- cupazioni significative», lasciando la decisione sul da farsi all’Eurogruppo. La presa di posizione giunge dopo che e misure annunciate ad Atene avevano indotto ieri i ministri delle Finanze a sospendere le misure di alleggerimento del debito pubblico greco decise all’inizio di dicembre.
Proprio oggi il premier greco Alexis Tsipras sarà a Berlino per colloqui con la cancelliera tedesca Angela Merkel. La decisione del governo greco di distribuire bonus natalizi ai pensionati greci ha provocato nuove tensioni tra i creditori che dal 2010 garantiscono aiuti finanziari alla Grecia. Prima del comunicato di ieri sera, la Commissione Ue aveva criticato la decisione dei ministri delle Finanze di sospendere il previsto alleggerimento del debito pubblico greco.
«Crediamo che la decisione relativa al debito greco sia solida. È stata presa perché la Grecia ha rispettato il programma di aggiustamento economico al momento della prima verifica. Non vi è alcuna ragione per metterla in dubbio», aveva detto qui a Bruxelles il commissario agli Affari monetari Pierre Moscovici. Dal canto suo, arrivando nella capitale belga per un vertice Ue, il presidente francese François Hollande aveva preci- sato che «non vi è ragione per chiedere di più alla Grecia».
La decisione dell’Eurogruppo di sospendere l’alleggerimento del debito greco a seguito degli annunci del governo Tsipras era stata voluta a quanto pare da alcuni paesi, tra cui la Germania. In attesa della decisione definitiva dell’Eurogruppo, rimane da risolvere una diatriba con il Fondo monetario internazionale. L’Fmi non partecipa al piano di aiuti dal 2014. In cambio di una sua futura partecipazione ai prestiti, chiede che il debito pubblico greco sia sostenibile.
Per raggiungere questo obiettivo l’Fmi esige una ristrutturazione del passivo (oggi al 180% del Pil) oppure, in alternativa, nuove riforme economiche. La prima ipotesi non piace ai creditori europei, mentre la seconda ipotesi è respinta dalla Commissione. In un articolo pubblicato ieri dal Financial Times, lo stesso Moscovici ha spiegato che alla Grecia non si possono fare «richieste impossibili», sostenendo che il paese sta rispettando i suoi impegni.
Da Atene l’esecutivo fa sapere di voler andare avanti. «Il governo - ha detto Tsipras - ha il diritto di prendere misure di sostegno che non compromettono alcun obiettivo». In tutto si parla di 617 milioni, approvati ieri dal Parlamento con 195 voti a favore su 300, e che rientrano nelle disponibilità di manovra di Atene, secondo l’intesa coi creditori europei, che può decidere sul 40% del maggior surplus di 3 miliardi di euro. Secondo fonti greche, Jeroen Dijsselbloem, presidente dell’Eurogruppo, e il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble si sarebbero adirati perché la decisione non sarebbe stata “notificata” in anticipo ai creditori, un pretesto per riattizzare la crisi.
Che non sia solo un problema di conti è chiaro. Tsipras ha voluto dare un messaggio di ottimismo visto che i sondaggi lo danno in svantaggio di 10 punti rispetto a Nea Dimokratia, che, con Kyriakos Mitsotakis, vuole andare al voto anticipato. In questo quadro convulso c’è la frattura tra europei ed Fmi. Gli europei prevedono un avanzo primario del 3,5% al 2017 che potrebbe essere del 3,2%, cioè 600 milioni di differenza. Noccioline. Poul Thomsen rappresentante del Fmi, invece prevede un surplus dell’1,5% e chiede il 2% del Pil ,4 miliardi di nuova austerity o il taglio del debito.
LA RICOMPOSIZIONE Esm, Bce e Commissione riconoscono che le misure di Tsipras non alterano gli obiettivi di bilancio