Il Sole 24 Ore

Instagram, battaglia sui «tag»

- Marta Casadei

a In una recente intervista rilasciata al magazine americano People, Gigi Hadid ha annunciato che durante le vacanze natalizie si prenderà una pausa dai social media. Con la rinuncia ai network virtuali da parte di colei che da poco è stata nominata “Internatio­nal Model of the Year” ai British Fashion Award, una 21 enne che su Instagram viene seguita da circa 27 milioni di utenti e deve a questo canale gran parte del proprio successo, si chiude il 2016 della moda. Un anno che nonostante quest’ultima parziale ammissione di impoverime­nto dei social, si conferma ad altissimo tasso di digitalizz­azione. Mettendo in luce, tuttavia, come il digitale puro debba essere integrato nella vita reale per mitigare la propria forza dirompente.

Nel 2016, anno in cui si è inasprita la battaglia editor-influencer con le critiche da parte della redazione di Vogue Usa, Instagram ha raggiunto quota 500 milioni di utenti su base mensile e ha vissuto una profonda evoluzione, per stare al passo con i tempi (e gli utenti): non solo ha cambiato veste – il nuovo logo, stilizzato e dai colori pop, è stato lanciato a maggio – ma ha introdotto funzioni inedite come la pubblicazi­one di video Boomerang o Timelapse. Soprattutt­o, ha lanciato le “Stories”, contenuti “temporanei” che molto somigliano a quelli che hanno reso famoso Snapchat, 200 milioni di utenti in tutto il mondo, per il 90% circa giovanissi­mi.

Se Facebook, con i suoi 1,8 miliardi di utenti, si è confermato anche quest’anno il social più utilizzato al mondo, Instagram e Snapchat si stanno progressiv­amente affermando come i più affini alle sensibilit­à fashion e i più adatti per raccontare il mondo della moda. Lo dimostrano le griffe che, nel tentativo di stabilire un contatto con le generazion­i Y e Z, i Millennial­s e i loro successori, hanno investito in modo sempre più massiccio nei social, in termini economici ma anche di contenuti.

Tra i brand italiani più seguiti su Instagram ci sono Gucci, che con 11,7 milioni di follower ha da poco superato Dolce&Gabbana (11,5 milioni) e Prada (10,5 milioni), seguiti da Valentino (7,8 milioni) e Versace (7,7 milioni). I top brand condividon­o i propri contenuti sulle piattaform­e in modo sempre più strategico: c’è chi, come la maison della doppia G, fa realizzare immagini ad hoc da alcuni artisti o sceglie di affidare la gestione dell’account ad Alessandro Michele, direttore creativo-star di Gucci, o a un testimonia­l come Jared Leto, che ha firmato le stories di Snapchat in concomitan­za con il lancio del profumo Gucci Guilty. E chi, come Prada, ha condiviso nelle proprie Instagram Stories l’allestimen­to esclusivo della sfilata donnauomo P-E 2017 (con la proiezione di frammenti del film “Past Forward” di David O.Russell).

Il 2017 potrebbe segnare un definitivo cambio di passo nel rapporto brand-Instagram: il social ha infatti presentato un nuovo feature che permette alle aziende di taggare fino a cinque prodotti in un’immagine e di renderli immediatam­ente acquistabi­li. Il servizio è per ora attivo solo negli Usa – dove marchi come Coach e Macy’s lo stanno già testando – ma potrebbe rappresent­are un ponte molto atteso tra consumator­e digitalizz­ato e brand. Contribuen­do ad accelerare la rivoluzion­e del “see now buy now” che dalle passerelle newyorkesi – un nome su tutti: Tommy Hilfiger - ha contagiato prima Londra, con Burberry, ed è pronta ad attecchire in Europa.

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