Il Sole 24 Ore

Bce dà una stretta alle politiche sui dividendi

- Luca Davi @lucaaldoda­vi

La Bce mette in guardia le banche dal rischio di “cadere” in una politica dei dividendi e di remunerazi­one variabile troppo generose. Nei giorni scorsi, Francofort­e ha inviato una lettera ai vertici delle principali 127 banche sotto la vigilanza dell’Ssm.

pLa Bce mette in guardia le banche dal rischio di “cadere” in una politica dei dividendi e di remunerazi­one variabile troppo generose. E così, nei giorni scorsi, Francofort­e ha inviato una lettera ai vertici delle principali 127 banche sotto la vigilanza dell’Ssm: in essa, Bce definisce i paletti per la distribuzi­one dell’utile nel prossimo anno allineando­li con il recente esito dello Srep, il processo di revisione prudenzial­e appeno concluso. Le raccomanda­zioni mirano a evitare possibili impatti sul «mantenimen­to di una solida base patrimonia­le da parte di un ente». Da qua, si legge nella lettera firmata dalla presidente del board Ssm Danièle Nouy, tenendo conto «in particolar modo» dei requisiti transitori stabiliti dalla Crd Iv, la Bce raccomanda di garantire il «raggiungim­ento dei requisiti patrimonia­li fully loaded e gli esiti dello Srep». Di fatto, quindi, «a parità di ogni altra condizione», gli ispettori si attendono che il fabbisogno patrimonia­le risultante dallo Srep 2016 «rimanga pressoché invariato». Un limite stringente, che non consente quindi ampio margine operativo, a meno che il cuscinetto rispetto alle soglie Srep non sia abbondante. Le ba n c h e d o v r a n n o c o - munque comunicare passo passo le loro decisioni sul tema, e tenere regolarmen­te informati i singoli joint supervisor­y team.

Di fatto, a valle dello Srep la Bce ha diviso gli istituti in tre categorie.Nel migliore dei casi, gli enti creditizi posseggono coefficien­ti fully loaded (ovvero con regole di Basilea 3 pienamente in atto) in linea con le richieste Srep. In questo caso, quindi, le banchedi rispettano i requisiti di primo e secondo pilastro, cui si aggiunge il requisito combinato di riserva di capitale: a queste banche la Bce autorizza la distribuzi­one di utili netti in dividendi in modo «conservati­vo» così da permettere di continuare a soddisfare tutti i requisiti e gli esiti dello Srep anche in caso di un peggiorame­nto dello scenario. Nella seconda categoria rientrano le banche che, pur non rispettand­o i requisiti patrimonia­li in termini fully loaded, sono autorizzat­e a distribuir­e utili sempre in maniera «conservati­va» ma solo «nella misura in cui sia garantito almeno un percorso lineare verso il soddisfaci­mento dei requisiti patrimonia­li fully loaded». Infine, nella terza categoria, Bce inserisce le banche che non soddisfano i requisiti minimi prudenzial­i: in questo caso, Francofort­e non autorizza alcune distribuzi­one di dividendo. Secondo la stessa Bce, ci sono cinque banche in Europa ad avere un livello di capitale al di sotto della soglia minima che consente la distribuzi­one di dividendi.

La Vigilanza Bce ieri ha fatto anche il punto sullo stato di salute della banche alla luce dello Srep 2016. Secondo la fotografia, la media del capitale di migliore qualità richiesto a livello aggregato alle banche sotto la sua vigilanza «rimane paragonabi­le » ai livelli del 2016. Se il Cet 1 ratio medio imposto nel 2015 era pari al 10,2%, nello Srep 2016 il dato saliva al 10,4% (ma in questo caso il dato incorpora un 2,1% di Pillar 2 guidance).

Bce ha indicato anche quali saranno le priorità di vigilanza per il 2017. Il faro sarà puntato ancora una volta sulla sostenibil­ità del business model (con l’analisi dei rischi connessi all’emergere del Fintech), sui Npl (con verifiche sulla preparazio­ne degli istituti all’avvento dell’Ifrs9) e sulla gestione dei rischi (con analisi mirate sui modelliode­l interni).

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