Bce dà una stretta alle politiche sui dividendi
La Bce mette in guardia le banche dal rischio di “cadere” in una politica dei dividendi e di remunerazione variabile troppo generose. Nei giorni scorsi, Francoforte ha inviato una lettera ai vertici delle principali 127 banche sotto la vigilanza dell’Ssm.
pLa Bce mette in guardia le banche dal rischio di “cadere” in una politica dei dividendi e di remunerazione variabile troppo generose. E così, nei giorni scorsi, Francoforte ha inviato una lettera ai vertici delle principali 127 banche sotto la vigilanza dell’Ssm: in essa, Bce definisce i paletti per la distribuzione dell’utile nel prossimo anno allineandoli con il recente esito dello Srep, il processo di revisione prudenziale appeno concluso. Le raccomandazioni mirano a evitare possibili impatti sul «mantenimento di una solida base patrimoniale da parte di un ente». Da qua, si legge nella lettera firmata dalla presidente del board Ssm Danièle Nouy, tenendo conto «in particolar modo» dei requisiti transitori stabiliti dalla Crd Iv, la Bce raccomanda di garantire il «raggiungimento dei requisiti patrimoniali fully loaded e gli esiti dello Srep». Di fatto, quindi, «a parità di ogni altra condizione», gli ispettori si attendono che il fabbisogno patrimoniale risultante dallo Srep 2016 «rimanga pressoché invariato». Un limite stringente, che non consente quindi ampio margine operativo, a meno che il cuscinetto rispetto alle soglie Srep non sia abbondante. Le ba n c h e d o v r a n n o c o - munque comunicare passo passo le loro decisioni sul tema, e tenere regolarmente informati i singoli joint supervisory team.
Di fatto, a valle dello Srep la Bce ha diviso gli istituti in tre categorie.Nel migliore dei casi, gli enti creditizi posseggono coefficienti fully loaded (ovvero con regole di Basilea 3 pienamente in atto) in linea con le richieste Srep. In questo caso, quindi, le banchedi rispettano i requisiti di primo e secondo pilastro, cui si aggiunge il requisito combinato di riserva di capitale: a queste banche la Bce autorizza la distribuzione di utili netti in dividendi in modo «conservativo» così da permettere di continuare a soddisfare tutti i requisiti e gli esiti dello Srep anche in caso di un peggioramento dello scenario. Nella seconda categoria rientrano le banche che, pur non rispettando i requisiti patrimoniali in termini fully loaded, sono autorizzate a distribuire utili sempre in maniera «conservativa» ma solo «nella misura in cui sia garantito almeno un percorso lineare verso il soddisfacimento dei requisiti patrimoniali fully loaded». Infine, nella terza categoria, Bce inserisce le banche che non soddisfano i requisiti minimi prudenziali: in questo caso, Francoforte non autorizza alcune distribuzione di dividendo. Secondo la stessa Bce, ci sono cinque banche in Europa ad avere un livello di capitale al di sotto della soglia minima che consente la distribuzione di dividendi.
La Vigilanza Bce ieri ha fatto anche il punto sullo stato di salute della banche alla luce dello Srep 2016. Secondo la fotografia, la media del capitale di migliore qualità richiesto a livello aggregato alle banche sotto la sua vigilanza «rimane paragonabile » ai livelli del 2016. Se il Cet 1 ratio medio imposto nel 2015 era pari al 10,2%, nello Srep 2016 il dato saliva al 10,4% (ma in questo caso il dato incorpora un 2,1% di Pillar 2 guidance).
Bce ha indicato anche quali saranno le priorità di vigilanza per il 2017. Il faro sarà puntato ancora una volta sulla sostenibilità del business model (con l’analisi dei rischi connessi all’emergere del Fintech), sui Npl (con verifiche sulla preparazione degli istituti all’avvento dell’Ifrs9) e sulla gestione dei rischi (con analisi mirate sui modelliodel interni).