Edison e il parziale ritorno in mani italiane
pÈ passato alla storia come il patto di Santo Stefano. Era Natale 2011 e dopo lunghe e complesse trattative A2A, Delmi e Edf, siglarono un accordo, poi definito nei mesi successivi, per trasferire il controllo di Edison completamente in mani francesi. All’epoca, il colosso transalpino coronò di fatto un progetto avviato ben dieci anni prima quando cercò di avanzare in Italia prendendo il controllo di Montedison-Edison. Quel primo tentativo di scalata fu di fatto stoppato attraverso la creazione di una sorta di condominio dove la compagnia d’Oltralpe e le utility hanno convissuto per lungo tempo, ben due lustri. Nonostante fin da subito in molti segnalarono che quella amalgama appariva poco omogenea, perché evidentemente poco bilanciata. Il nocciolo italiano non poteva in alcun modo competere con quella che era la potenza di fuoco del partner francese. E alla fine il meccanismo si è rotto.
Ora, però, a cinque anni di distanza si riapre l’opportunità per un gruppo di investitori italiani di riappropriarsi di un pezzetto di Foro Buonaparte. Proprio quando, su un’altra piazza, con altri protagonisti, infuria tutt’altra battaglia sempre all’insegna del confronto ItaliaFrancia. Il riferimento, come è ovvio, è allo scontro tra Mediaset e Vivendi. Un faccia a faccia che ha tutt’altro sapore. Qui, come raccontava, qualche tempo fa alla stampa l’amministratore delegato di Edison, Marc Benayoun, il tema è ben diverso. La società, oggi controllata di fatto quasi al 100% da Edf cerca un partner, possibilmente «un partner italiano» perché sebbene l’azienda sia in grado di autofinanziare una crescita organica se intende valutare un’operazione straordinaria, aprire il capitale può certamente essere il modo migliore per cogliere eventuali occasioni. Tanto più che questa operazione può essere poi propedeutica a un ritorno a Piazza Affari.
Si vedrà. Intanto, diversi osservatori guardano con interesse al fatto che per una volta l’imprenditoria italiana faccia sistema per riprendersi la fetta di un asset a lungo tempo ritenuto strategico.
L’esito, al momento, è ancora tutto da scrivere. Tanto più che siamo appena agli inizi della trattativa ma quel che conta, sottolineano alcuni, è il segnale: una parziale inversione di tendenza in un panorama in cui l’Italia sembra essere “ostaggio” dei tanti amati capitali esteri.