Il Sole 24 Ore

Sul tavolo il problema-contratti

- T. Gra. M. Zam.

In materia di contratti collettivi di lavoro, la legge di bilancio 2017 deve fare i conti con l’accordo fra Governo e organizzaz­ioni sindacali sottoscrit­to lo scorso 30 novembre. Nell’ottica della ripresa della contrattaz­ione per il rinnovo del Ccnl dei dipendenti pubblici, dopo sette anni di blocco, il comma 364 dell’articolo 1 della legge ha aggiunto ulteriori risorse alle esigue somme previste nella stessa disposizio­ne per l’anno 2016. Allora erano stati stanziati 300 milioni di euro. A questi, oggi, si aggiungono poco meno di 1.500 milioni di euro per il 2017 e quasi 2.000 milioni di euro per il 2018. Risorse che devono finanziare non solo gli aumenti di stipendio dei lavoratori della Pa, ma anche le nuove assunzioni. E la torta dovrà essere tagliata dalla Presidenza del Consiglio, di concerto con una serie di ministri. Nella ripartizio­ne si dovrà necessaria­mente tener conto di quanto concordato con le organizzaz­ioni sindacali: l’aumento dovrà essere in linea con i rinnovi contrattua­li dei dipendenti privati e comunque l’incremento, mediamente, non potrà essere inferiore agli 85 euro mensili. Bastano le risorse stanziate? La risposta è negativa tanto che, nello stesso accordo, il Governo si è già impegnato a reperire ulteriori risorse finanziari­e nella prossima legge di bilancio. È, infatti, confermato che il Ccnl abbraccerà l’arco temporale 2016-2018, anche se, in argomento, incombono la Corte costituzio­nale, che “imporrebbe” una decorrenza a metà 2015, e alcuni giudici del lavoro, che riconoscon­o ai lavoratori pretese in merito.

Il percorso per addivenire al materiale riconoscim­ento degli aumenti di stipendio è dunque ancora lungo e impervio. e principali novità della sui bilanci riguardano l’equilibrio corrente e i vincoli di finanza pubblica. Sul primo fronte si registra la sospension­e, anche nel 2017, dell’efficacia delle deliberazi­oni con le quali sono aumentati tributi e addizional­i. Escluse dal blocco la Tari, le variazioni disposte dagli enti in pre-dissesto o dissesto, le entrate di natura patrimonia­le (Cosap), mentre rientra nel regime limitativo il canone per l’autorizzaz­ione all’installazi­one dei mezzi pubblicita­ri (Cimp). Restano sospese tutte le abolizioni di regimi agevolativ­i esistenti. Al contempo è estesa al 2017 la facoltà di utilizzare anche per la spesa corrente i risparmi di linea capitale derivanti da operazioni di rinegoziaz­ione dei mutui, in deroga alla regola ordinaria che prevede il libero utilizzo solo della quota relativa ai risparmi in conto interessi.

Comuni, province, città metropolit­ane e gli altri enti locali possono rinegoziar­e passività pregresse da mutui o prestiti obbligazio­nari, anche nel corso dell’esercizio provvisori­o e fermo restando l’obbligo di effettuare le iscrizioni in bilancio, secondo le modalità previste dalla legge di Stabilità 2015.

In materia di gestione della liquidità, arriva la proroga al 31 dicembre 2017

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