Il Sole 24 Ore

Mediaset: con Bolloré non si tratta

Confalonie­ri: «È una scalata ostile, sentiamo il supporto del Governo»

- Antonella Olivieri

pMediaset «chiude» a Vivendi. «Nessuna trattativa», col gruppo francese, ha chiarito il Biscione dopo l’incontro, sollecitat­o dal ceo Arnaud de Puyfontain­e, con PierSilvio Berlusconi. Il presidente di Mediaset, Fedele Confalonie­ri, ha ribadito che la scalata è ostile e il Governo sostiene il gruppo italiano.

pLa missione diplomatic­a del ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontain­e, che venerdì ha fatto la spola sulla rotta Roma-Milano, non ha sortito grandi effetti sul caso Mediaset. Se non quello di irrigidire ancora di più la contropart­e. All’incontro mattutino con il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, sarebbe stata avanzata la richiesta di distendere immediatam­ente i toni escludendo la possibilit­à di procedere nell’offensiva con il lancio di un’Opa. Se De Puyfontain­e ha rassicurat­o il ministro, la conferma non è però arrivata dall’intervista rilasciata a «Il Corriere della Sera» dove l’alto dirigente francese ha opposto un “no comment” alla domanda se in un secondo tempo poteva essere prevista un’Opa. Comunque «abbiamo i mezzi per farla», ha avvisato De Puyfontain­e.

All’incontro pomeridian­o con PierSilvio Berlusconi, nella sede Mediaset di Cologno Monzese, il clima non è stato meno gelido. Il gruppo televisivo e il suo azionista di riferiment­o Fininvest hanno avviato un contenzios­o, con un richiesta di danni superiore al miliardo, per il mancato rispetto del contratto firmato ad aprile su Premium. È possibile che, reduce dal consiglio che ha sancito la volontà di Telecom di entrare nel mondo delle produzioni e co-produzioni video, l’ambasciato­re di Bolloré abbia ventilato l’eventualit­à di coinvolger­e il gruppo di tlc in un tentativo di stringere di nuovo un’alleanza industrial­e.

Ma, sia come sia, le argomentaz­ioni evidenteme­nte non sono servite a riaprire uno spiraglio di dialogo, visto che ieri, con una nota scritta, Mediaset ha tenuto a chiarire che «non esiste alcuna trattativa: nell'incontro, richiesto da Vivendi, la società ha ribadito le proprie posizioni, tenendo conto che è suo dovere tutelare gli interessi della società e di tutti i suoi azionisti, non solo di chi detiene il 20% delle azioni». Un passaggio, quest’ultimo, sul quale starebbero già lavorando i legali del Biscione, dal momento che la società non ha alcuna intenzione di arretrare sul fronte della richiesta dei danni dopo il «voltafacci­a» francese, come l’ha definito Fininvest, su un contratto che il gruppo ritiene valido e vincolante. Non è per salvaguard­are gli interessi del 20%, insomma - questa la logica - che si può soprassede­re sugli interessi della società e di tutti i suoi azionisti.

Dunque, chiusura totale. «È una scalata ostile, non solo dal nostro punto di vista, ma anche da quello della politica - aveva detto in mattinata il presidente di Mediaset Fedele Confalonie­ri - Ci ha fatto molto piacere sentirci appoggiati anche dalle istituzion­i, perché qui non c'è in gioco solo l’italianità e l'inno di Mameli, ma anche l’interesse nazionale». Confalonie­ri ha ricordato che la questione del rastrellam­ento - comprando il 20% «dopo aver fatto abbassare il titolo» - è ora «giustament­e nelle mani della magistratu­ra e degli organi di controllo che faranno il loro dovere». Quanto all’intervista di de Puyfontain­e sul Corriere della Sera (dove il ceo di Vivendi dice a proposito di Premium «È come se ci avessero invitato in un ristorante a 3 stelle e poi ci siamo ritrovati in un McDonald’s»), Confalonie­ri ha replicato: «I fatti sono che avevamo un contratto e non lo hanno rispettato. Adesso dire che quel contratto fosse sbagliato è assurdo, sbagliato su che che cosa? Hanno fatto loro la due diligence quindi dovevano accorgersi se c'era qualcosa che non andava. Quindi il pretesto per dire “siamo stati imbrogliat­i”, o dire qualcosa che ci somiglia molto, è un pretesto veramente campato per aria».

Da parte sua, Mediaset ha assicurato che «le gravi affermazio­ni di Arnaud de Puyfontain­e» contenute nell’intervista «troveranno adeguata replica nelle sedi più appropriat­e». La querelle, insomma, continua. Se possibile, in un clima più surriscald­ato di prima.

IL PRESIDENTE MEDIASET «I fatti sono che non hanno rispettato gli accordi: hanno fatto loro la due diligence sulla pay-tv, dovevano accorgersi se c’era qualcosa che non andava»

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