Sala, rientro in vista prima di Natale
La giunta fa quadrato, solidarietà da parte di 71 sindaci
Il sindaco di Milano Giuseppe Sala potrebbe già rientrare a Palazzo Marino la prossima settimana, relazionando la sua decisione tra mercoledì e giovedì in consiglio comunale. Si dovrà attendere anche un confronto in procura generale. Sono intanto 71 i sindaci che gli esprimono solidarietà.
pIl sindaco Giuseppe Sala è pronto a rientrare. Gli uomini del suo staff dicono che questa sua assenza da Palazzo Marino non durerà a lungo e già prima di Natale potrebbe tornare ad essere a tutti gli effetti il primo cittadino di Milano, dopo essersi autosospeso giovedì apprendendo di essere indagato dalla procura generale all’interno del fascicolo sull’appalto della piastra dei servizi dell’Expo, aggiudicata nel 2012 per 165 milioni (su una base d’asta da 272) alla Mantovani, ai tempi in cui era ad della società dell’evento universale.
Se l’incontro con la procura generale, che lo accusa di falso materiale e ideologico, dovesse tardare, allora il ritorno in Comune potrebbe essere rimandato; ma i legali stanno lavorando per avere un rapido chiarimento nei prossimi giorni.
La tempistica
L’ipotesi più probabile è che Sala parli in consiglio comunale tra mercoledì e giovedì, spiegando ancorala scelta dell’autosospensione, i contenuti dell’inchiesta che lo vede coinvolto e la volontà di ritornare subito a fare il sindaco.
Tutti si aspettano un rapido rientro: dal punto di vista politico non possono passare troppi giorni. Il gesto dell’ auto spensi o ne, senza precedenti nel suo genere, ha un valore simbolico prima ancora che concreto. Un modo cioè per dichiarare la sua volontà di essere trasparente ma anche di voler fermare, prima ancora che iniziasse, il clima di sospetto all’interno della sua stessa maggioranza. E così è stato.
A giudicare dagli effetti l’autosospensione ha prodotto una sorta di rafforzamento, almeno nell’immediato: la giunta fa quadrato intorno a Sala, la maggioranza a Palazzo Marino (inclusa la parte più a sinistra della coalizione) è decisa a sostenerlo ancora, le persone che in questo momento si stanno occupando di portare avanti l’amministrazione ordinaria al suo posto non vacillano di un millimetro. Si tratta della sua vicesindaca Anna Scavuzzo, della presidente della città metropolitana Arianna Censi e del presidente del consiglio comunale Lanfranco Bertolè. «Abbiamo piena fiducia nella sua 7 L’autosospensione non è un istituto previsto dalle norme amministrative. Si tratta di una prassi adottata di fatto dagli amministratori in casi del tutto particolari. Il sindaco di Milano Sala, in questo caso, ha sterilizzato la sua attività amministrativa. Non firmerà atti, non parteciperà a sedute della giunta e del consiglio comunale, non rappresenterà il Comune in occasioni ufficiali. L’autosospensione terminerà, ha detto Sala, quando la posizione sarà chiarità dalla Procura generale onestà e trasparenza, quello che emerge dall’inchiesta ci sembra un’inezia», dice Censi, che poi si lascia andare ad uno sfogo di realismo politico: «La verità è che chi si occupa di pubblica amministrazione è sottoposto ogni giorno a gravi rischi, se decide di far funzionare le cose anche, a volte, forzando alcune formalità. Solo chi non fa nulla non si sporca le mani e rimane indenne».
Domani i capigruppo dei partiti di Palazzo Marino si riuniranno e stabiliranno la scaletta delle priorità per la settimana. Le prossime sedute del consiglio saranno mercoledì e giovedì e proprio in questa sede il sindaco dovrebbe riferire. La sua attività potrebbe riprendere subito, senza passaggi formali di voti o fiducia. Intanto la procura generale ha chiesto il prolungamento delle indagini di altri 6 mesi ed è attesa per i prossimi giorni la risposta del gip. Non c’è una tempistica obbligatoria, il giudice può prendersi altro tempo, ma è probabile che la decisione venga presa rapidamente, considerando il contesto.
Le reazioni
Molte le dichiarazioni ieri a favore di Sala. Prima di tutto quella di Gherardo Colombo, noto magistrato di Milano dei tempi di Mani pulite, che il sindaco ha voluto come presidente della commissione per la legalità del Comune di Milano. In una nota ha commentato la scelta di assentarsi dalle funzioni di primo cittadino, dopo aver appreso di essere indagato. Il Comitato «ritiene, sulla base di quanto appreso sulla vicenda, che non vi siano motivi per protrarre l’autosospensione». È intervenuto anche il presidente del- l’Anac Raffaele Cantone, per dire che «la scelta di Sala è eccessiva, c’è solo un’ipotesi investigativa, ma ognuno fa le sue scelte»
La solidarietà arriva da 71 sindaci. «La decisione del nostro collega Beppe Sala di autosospendersi è certamente un gesto di grande sensibilità, pieno di dignità e orgoglio. Lo comprendiamo e lo rispettiamo. Ma gli chiediamo di riprendere la sua funzione». Il primo firmatario è il sindaco di Catania e presidente del consiglio dell’Anci, Enzo Bianco. «Milano, come qualunque città - si legge nella missiva - ha bisogno del suo sindaco. Sala ha appreso (dalla stampa!) che la richiesta di proscioglimento avanzata dalla Procura non è stata accolta e che le indagini continuano. Rispettiamo sempre le decisioni della magistratura, anche quando non appaiono convincenti. Tuttavia - osservano i 71 sindaci - se passa il messaggio che, di fronte al semplice avvio di una indagine un amministratore è gravemente indebolito nell’esercizio delle sue funzioni, si determinano gravi conseguenze».
Nemmeno dai banchi dell’opposizione arrivano parole troppo aggressive. Di fatto tutti, seppure con argomenti e toni diversi, auspicano il rientro alla normalità. Per il leader della Lega Matteo Salvini «un sindaco che non si ricorda che cosa ha firmato è un sindaco che deve spiegare tante cose, che si inventa qualche giorno di vacanza, se ha la coscienza pulita vada in ufficio a lavorare oggi pomeriggio perché Milano ha bisogno di questo, se non ha la coscienza pulita lo ammetta e si faccia da parte».