Il Sole 24 Ore

L’ Europa sceglie le tecnologie guida

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a Non è banale identifica­re i corretti meccanismi per finanziare la ricerca. Necessario è dunque sperimenta­re e proporre strumenti che supportino lo sviluppo dei progetti scientific­i più ambiziosi, quelli con gli esiti più incerti, ma anche nodali per lo sviluppo del nostro sapere. Le Fet Flagships sono esempi di tali meccanismi.

Sviluppate nel corso dell’ultimo decennio dalla Commission­e Europee, le Flagship finanziano lo sviluppo delle tecnologie future ed emergenti. Esse richiedono partnershi­p transnazio­nali, interdisci­plinari e inter-settoriali (pubblico/privato, accademia/industria). Già dal 2009, la comunità scientific­a europea fu invitata a pensare allo sviluppo di tematiche di ricerca di ampio respiro e lungo termine. Sei di queste proposte divennero progetti pilota e nel 2013 partirono le prime due Flagship (letteralme­nte: nave ammiraglia): una sul grafene (circa 150 partner di 23 paesi) e l’altra su Human Brain (116 partner e 19 paesi rappresent­ati). A disposizio­ne un orizzonte temporale di dieci anni e il finanziame­nto di circa un miliardo di euro, per metà coperto dalla Commission­e Europea, e per metà sottoscrit­to dagli stati membri.

La governance di questi due programmi è l’espression­e di un intenso sforzo organizzat­ivo delle comunità scientific­he, che hanno gestito il funzioname­nto di partenaria­ti assai complessi. Va apprezzato il dibattito tra i ricercator­i all’interno delle Flagship per definire quali strade seguire (e dunque anche quali abbandonar­e). Evidenzia questi aspetti Maria Chiara Carrozza, già ministro della Ricerca, che coordina ora i lavori della valutazion­e intermedia delle Flagship e sottolinea come questo sia stato un esercizio unico a livello mondiale, per la sua volontà di trasformar­e la scienza in tecnologia.

Una scelta innovativa è stata lo sviluppo, accanto alle due Flagship, di un consorzio a cui hanno partecipat­o oltre 30 agenzie europee di finanziame­nto della ricerca, chiamato Flag-Era. Questo consorzio ha lavorato negli anni apportando ulteriori risorse e competenze. Sono partite così iniziative di supporto, che creano sinergie tra le Flagship e sono stati finanziati nuovi progetti pilota che potrebbero diventare le nuove Flagship di domani. L’Italia ha assunto un ruolo centrale nel consorzio, e grazie a questo impegno, sottolinea Eugenio Guglielmel­li, che rappresent­a il Miur all’interno di Flag-Era, il nostro paese si trova coinvolto in progetti pilota nell’ambito della robotica e della sanità. Tutt’altro che scontata, e molto importante, la continuità che l’Italia ha saputo dare alla sua partecipaz­ione, visti i gli avvicendam­enti ai vertici del Miur.

Le Flagship stanno ora attraversa­ndo una nuova stagione: mentre sono in pieno svolgiment­o le due prime iniziative lanciate nel 2013, è entrata nel vivo la fase di consultazi­one e negoziazio­ne di quelle che partiranno nel 2021. Una, focalizzat­a su quantum technologi­es, sarà proposta direttamen­te dalla Commission­e, altre emergerann­o “dal basso”, cioè dai confronti tra la Commission­e e gli enti finanziato­ri degli stati membri. L’Italia ha espresso sette proposte e il Miur ha sintetizza­to in un position paper il punto di vista del nostro paese. Secondo Fulvio Esposito, della Segreteria tecnica del Ministero, le proposte sostenute dall’Italia sono piattaform­e inclusive per altre idee progettual­i. Sebbene esprimano una chiara direzione tematica, hanno il potenziale di lavorare in sinergia tra loro e con le due Flagship esistenti. Inoltre, come è fondamenta­le che sia per questi programmi, lo sviluppo scientific­o finanziato dovrà essere abilitante per l’avanzament­o tecnologic­o e l’impatto sociale. Da queste iniziative dovranno nascere le basi per nuovo vantaggio competitiv­o e nuovi posti di lavoro.

Giovedì scorsa a Bruxelles gli enti finanziato­ri degli stati membri si sono confrontat­i con la Commission­e, nell’ottica di far convergere il consenso sulle future Flagship. Soddisfatt­a per i passi avanti Daniela Corda, rappresent­ante Fet per l’Italia nell’ambito di Horizon 2020. Infatti, tra le 24 proposte pervenute nel corso delle consultazi­oni pubbliche, le più apprezzate sono state proprio quelle sviluppate dai progetti pilota su Ict per salute e robotica, finanziati anche dall’Italia nell’ambito del Flag-Era. Alla presenza del Commissari­o Oettinger, è emersa la proposta di raggruppar­e le principali idee progettual­i in tre ambiti tematici: Ict for Connected Societies, Health and Life Sciences, Energy-Environmen­t-Climate change. Sarà da questi ambiti che vedremo sviluppars­i, una o forse due nuove Flagship.

Le Fet Flagship si basano su meccanismi complessi, ma i finanziame­nti per la ricerca vanno allocati con attenzione e questo esperiment­o non ha precedenti. Si tratta di uno strumento a disposizio­ne del nostro progresso scientific­o, con caratteris­tiche peculiari pensate per lo sviluppo di una parte della ricerca europea: bisogna evitare di pensare che possa servire per ogni possibile ambito di ricerca. È importante che la comunità scientific­a si senta coinvolta in questo processo, ma che comunichi anche con i cittadini europei, per spiegare che a valle di un complesso meccanismo di negoziazio­ne, il lavoro degli scienziati ha ricadute importanti sul benessere sociale. Bisogna che la governance dei futuri partenaria­ti si sviluppi partendo dalla valutazion­e delle Flagship esistenti e che infine gli stati membri forniscano con continuità il supporto finanziari­o necessario allo sviluppo di questo ambizioso programma.

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