Il Sole 24 Ore

Enel Open Fiber-Metroweb, fusione entro mercoledì

- Laura Serafini

L’assemblea per la fusione tra Enel Open Fiber e Metroweb si terrà a metà delle prossima settimana, tra il 20 e 22 dicembre, e dovrebbe essere convocata dai cda domani. L’operazione può finalmente andare in porto dopo il via libera arrivato dall’Antitrust Ue giovedì scorso. Ma di pari passo un altro passaggio che faceva da corollario a quell’operazione, annunciata da Enel e Cdp all’inizio dell’estate scorsa, sta andando a compimento. Attorno al 22 dicembre scade anche il termine concordato con il fondo F2i per valutare un eventuale reingresso nel capitale della nuova società post-fusione. I soci del primo fondo di F2i, azionisti di maggioran- za di Metroweb, erano usciti nei mesi scorsi quando hanno accettato l’offerta di acquisto di Enel, che valorizzav­a la società a 806 milioni di euro. Nell’ambito dell’accordo di vendita era stato però previsto che i soci del fondo potessero tornare nel capitale del veicolo che investirà nella fibra, a valle della fusione. Questa volta, però, il veicolo di investimen­to utilizzato da F2i sarà il secondo fondo, nel cui capitale, a differenza del passato, ci sono anche i cinesi di Cic e il fondo pensione coreano. Forse è anche la presenza di questi nuovi soci, rispetto ai tradiziona­li fondi di investimen­to italiani ed esteri presenti nel primo fondo, a rendere un po’ più lungo e approfondi­to il processo di valutazion­e dell’investimen­to. Con tutta probabilit­à il secondo fondo entrerà nel capitale della nuova società della fibra, ma non lo farà prima di gennaio inoltrato. E probabilme­nte si tratterà di una quota di investimen­to inferiore al 30% massimo previsto dagli accordi siglati nei mesi scorsi.

Le scadenze concordate a questo punto sono abbastanza flessibili. I motivi di un ulteriore slitta- mento rispetto a una risposta definitiva di F2i sono legati al fatto che negli ultimi mesi gli investitor­i si sono concentrat­i sui dettagli del piano industrial­e del nuovo soggetto nato dalla fusione di Eof e Metroweb, che prevede investimen­ti per 3,7 miliardi e la cablatura di 250 città nelle aree A e B. Gli investitor­i del secondo fondo hanno chiesti approfondi­menti sul piano e forse anche alcuni correttivi.

L’interlocuz­ione con il management di Enel Open Fiber è tuttora in corso, ma dovrebbe approdare a un risultato entro un mese-un mese e mezzo.

La governance della società, qualora F2i entrasse, prevede 5 consiglier­i, due a testa per i soci di controllo (Enel e Cdp legati nell’investimen­to da una jv paritetica) e uno per il fondo guidato da Renato Ravanelli. I primi 5 anni Enel avrebbe diritto di nomina dell’ad, quelli successivi la Cassa. Dunque, una volta decorsa la fusione si capirà se l’attuale vertice di Eof sarà confermato oppure no. L’accordo di investimen­to, che nel caso il secondo fondo di F2i dovrebbe sottoscriv­ere, prevede un lock-up di 3 anni e un impegno a sostenere il piano di investimen­ti con aumenti di capitale (il piano sarà finanziato per il 30% con equity e il restante 70% con debito). L’ulteriore fabbisogno di equity (rispetto ai 714 milioni già versati) dovrebbe attestarsi attorno a 580 milioni. In ogni caso ulteriori aumenti saranno deliberati solo dopo la scadenza dell’opzione a favore di F2i.

BANDA ULTRALARGA Dopo l’ok dell’Antitrust Ue di giovedì scorso può partire il piano che prevede il cablaggio di 250 città con la banda ultralarga

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