Il Sole 24 Ore

Ubi, le «good bank» sul tavolo dei board

- L.D. Ma.Fe.

pSi apre domani quella che potrebbe essere la settimana decisiva per la cessione a Ubi di tre delle good banks nate poco più di un anno fa. L’ex popolare sta trattando ormai da mesi sulle condizioni a cui è disposta a integrare Nuova Banca Marche, Popolare Etruria e CariChieti e - a meno di un intervento dello Stato alla luce del decreto in fase di gestazione - si profilano ormai i passaggi decisivi.

Il primo, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, sarebbe un esame da parte dei consigli della banca: sia la Gestione che la Sorveglian­za sarebbero entrambi in allerta per una convocazio­ne nei primi giorni della settimana prossima; già altre volte il dossier era stato esaminato dai board, ma rispetto al passato si dovrebbe approdare a una decisione: i consigli potrebbero infatti approvare uno schema di massima dell’operazione e delegare il ceo Victor Massiah a chiudere nei giorni seguenti, ovviamente nel rispetto delle condizioni fissate. La firma, in questo caso, potrebbe arrivare già entro la fine della settimana, tra giovedì e venerdì al massimo.

Per quanto riguarda l’oggetto della trattativa che in questi mesi si è dipanata tra la banca, la Bce e l’Autorità di risoluzion­e (cioè Bankitalia), che - attraverso il fondo - è proprietar­ia delle quattro good banks (c’è anche Cassa Ferrara, tuttora in cerca di altra destinazio­ne). Ubi sarebbe disponibil­e nei fatti a un’acquisizio­ne, a un prezzo simbolico, solo dopo la doppia garanzia (ottenuta dalla Bce) di poter scaricare il badwill e spalmare sugli esercizi futuri gli oltre 600 milioni di crediti fiscali facenti capo alle tre banche in arrivo. Altro tema, il capitale: Massiah avrebbe ottenuto l’ok del Fondo di risoluzion­e (che si prepara a battere cassa al sistema) a iniettare altri 2-300 milioni sulle tre banche, che si aggiungere­bbero ai 4-500 milioni di aumento verso i quali andrebbe Ubi. In fase di soluzione anche gli ultimi due capitoli: i rapporti di credito in essere tra la Rev e le tre banche, che Ubi non è disposta ad accollarsi, e i 2,7 miliardi di Npl che ancora si trovano sui libri di Banca Marche e delle altre; inizialmen­te Ubi ha chiesto alla Bce l’applicazio­ne dei propri modelli interni, ma - avendo ricevuto un “no” pur informale - si è dovuta trovare un’altra strada: a quanto si apprende, quella definitiva passa per il fondo Atlante, che sta studiando una cartolariz­zazione stile Mps; potranno servire circa 200 milioni, ma la somma definitiva si conoscerà non prima dell’ultima settimana dell’anno, quando saranno terminate le prime analisi del sottostant­e. La cartolariz­zazione, in ogni caso, si terrà nel 2017, quando tra l’altro Atlante avrà scoperto se e quanto dovrà sborsare su Mps.

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