Una pioniera dei diritti
Ècosì immeritatamente poco conosciuta dal grande pubblico, Anna Kuliscioff, che bisogna ringraziare l’Orma per l’edizione in formato cartolina di Io in te cerco la vita, ideale per un regalo piccolo solo in apparenza.
Custodisce infatti le idee e le battaglie di una donna che ha precorso i tempi lottando tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per il suffragio universale, per la parità, per i diritti dei lavoratori, per l’indipendenza femminile. Una protagonista della vita politica e una rivoluzionaria, come testimoniano le belle lettere ai due amori della sua vita raccolte in questo volume, Andrea Costa e Filippo Turati, colonne del socialismo italiano.
Nata nel 1854 a Moskaja, in Crimea, da facoltosi commercianti, Anna Rozenštejn rivela subito una passione per lo studio che a 18 anni la porta a Zurigo, al Politecnico aperto alle donne, in cui si respirava una grande libertà di pensiero. Sceglie la facoltà di Filosofia e trova il suo ambiente ideale: è in Svizzera che viene a contatto con i più importanti esponenti anarchici, subendo il fascino delle idee di Bakunin, ed è lì, scrive Elena Vozzi nell’introduzione, «che per sfuggire alle spie zariste cambierà il suo cognome in Kuliscioff (forse in omaggio ai coolie, da cui il tedesco Kuli, spregiativo per “facchino”) con il quale diverrà celebre in Europa». L’incontro con Costa arriva nel 1877, con lui va a Milano, nascerà Andreina ma subentrerà presto l’insofferenza per la gelosia del compagno e per un’idea di coppia che non può tollerare: Costa pensa di provvedere a lei, che invece considera l’autonomia economica della donna una conquista