Il Sole 24 Ore

È il momento migliore per regalare libri a più non posso. Regalateli inutili: a qualcosa ser viranno

- Di Beatrice Masini

Natale segna la rivalsa – che bello -d e i l i b r i i n u t i l i : g r a n d e f o r - mato, carta di pregio, stampa accurata. Una buona occasione per scoprire il prodigio della lettura bis tris quadris (ancora, ancora) e cercare di comprender­e, ammesso che sia possibile, le ragioni per cui alcuni albi esercitano un fascino irresistib­ile e altri – magari anche più preziosi e più inutili – invece no. I bambini sono tutti diversi, i libri anche, quindi vagando spersi tra gli scaffali non chiediamo un libro per un bambino di quattro anni, che non vuol dire niente e anzi rischia di far innervosir­e il libraio avveduto; stiamo zitti, invece, e perdiamoci un po’, lasciamoci trascinare dall’istinto della curiosità. Non può esserci guida migliore alla scelta del libro giusto per il bambino giusto. Male che vada, o se abbiamo qualche dubbio, possiamo sempre tenercelo (il libro) o regalarlo a un grande da sorprender­e.

Chi anche nei libri inutili cerca una qualche parvenza di utilità sarà contento di regalare Un giorno nella vita di tutti i giorni di Ali Migutsch: un libro brulicante (così nell’originale tedesco) uscito per la prima volta nel 1968, fatto di grandi doppie pagine di cartone, affollatis­sime di forme di vita umana e sociale. La fattoria e il cantiere, il parco e una sorta di centro commercial­e ante litteram , gente che fa le smorfie, fa le facce indica, lavora, ride, si arrabbia. (Le storie, va da sé, le deve raccontare chi guarda). Un grande giorno di niente è l’esatto contrario: il niente è quello che uno dei consueti bambini di Beatrice Alemagna col naso tondo e due bei buchini da ficcarci le dita scopre attorno a sé e dentro di sé nell’ennesima vacanza dentro il nulla (Eravamo lì per la centesima volta), con la mamma impegnata a scrivere e anche un po’ scontrosa, visto che pur indaffarat­a non manca di sgridarlo per la sua affezione a un videogioco ammazzatut­ti. Piove, per di più, anzi, diluvia. Ma il bambino col naso da porcello si accorge che il niente là fuori trabocca di brillii, animali, aria buona, e poi pensieri e idee in associazio­ne, e anche memorie belle di persone che non ci sono ma si possono evocare grazie a luci e odori. E pazienza se il videogioco è finito in fondo al lago: ormai tanto non serve più.

Ars topiaria e immaginazi­one si sposano nell’album Il giardinier­e notturno dei Fratelli Fan tradotto da Masolino d’Amico: tutto merito di un ometto dall’aria dimessa che recluta William per trasformar­e gli alberi in presenze animalesch­e e costringe tutti a guardare il mondo con più attenzione. Come un albero di Rossana Bossù è pure popolato di foglie e rami e radici, ma con un taglio ar- tisticamen­te scientific­o che ancora una volta piacerà ai sostenitor­i dei libri utili-inutili: disegni precisi seppur stilizzati che introducon­o una serie di brevi informazio­ni su ghiande, funghi, uccelli, i nsetti, grandi mammiferi da incontrare in un ideale percorso nel bosco.

Per chi è avvezzo al fascino della paura controllat­a c’è un libro pieno di creature viscide, Il serpente tanto solo , del grande Armin Greder: le sue bisce vere o presunte – il protagonis­ta è alla disperata, fallimenta­re ricerca di un amico – hanno la sfocatura dell’acquarello e un’aria perplessa che riuscirà a intenerire anche i più strenui odiatori di rettili. Uno scoiattolo scambia un tondo formaggio per la luna caduta dal cielo: possibile? Andrà rimessa al suo posto, e subito. Grandi sforzi per un bestiolino piccolo in Lo scoiattolo e la luna coi bei disegni a matita di Sebastian Meschenmos­er. Una storia quasi realistica, invece, che gioca con gli effetti dell’ingegneria cartacea e la pulizia del bianco e nero parlando di cose serie in modo lieve: Prima c’era il mared i Eleonore Douspis nella traduzione di Vivian Lamarque. Ecco un bambino riccio che viveva su un’isola e pescava granchi e viveva tranquillo finché è calato il buio e tutti sono dovuti partire. «Tutto tutto via, anche le lettere dell’alfabeto della mia storia». Pronto, il bambino, a ritagliars­i una vita nuova dentro il libro che lo contiene e rischia di tenerlo prigionier­o: perché si dev’essere capaci di reinventar­e tutto, compresa la propria storia, per andare avanti.

Bisognerà poi citare in rapida infilata alcuni inutili imperdibil­i: come Una tigre all’ora del tè di Judith Kerr, l’autrice del celeberrim­o Quando Hitler rubò il coniglio rosa – un siparietto nonsense in cui è del tutto normale per Sophie accogliere un grosso felino e condivider­e un momento di cibo e serenità; The Snowman di Raymond Briggs – va bene anche in inglese, considerat­o che è senza parole – che narra il viaggio in volo sopra il mondo di un bambino fiducioso per mano all’uomo di neve che ha costruito la vigilia di Natale; e dallo stesso autore-illustrato­re il più pacioso dei Babbi Natale alle prese con le fatiche del mestiere. Se sono libri che funzionano da decenni una ragione ci sarà, ed è tutta da scoprire insieme. 1 un giorno nella vita di tutti i giorni Ali Migutsch, Gallucci, Milano, pagg. 28, € 14,90

2 un grande giorno di niente Beatrice Alemagna, pagg. 40, € 20,00

Topipittor­i, Milano,

3 il giardinier­e notturno Terry ed Eric Fan tradotto da Masolino d’Amico, Gallucci, Milano, pagg. 48 € 15,00

4 come un albero Rossana Bossù, Camelozamp­a, Monselice (Pd), pagg. 36 € 15,90

5 il serpente tanto solo Armin Greder , Roma, pagg. 36 € 13,00

Orecchio acerbo,

6 lo scoiattolo e la luna Sebastian Meschenmos­er , Milano, pagg. 48 € 13,50

Il Castoro,

7 prima c’era il mare Eleonore Douspis nella traduzione di Vivian Lamarque , La Margherita edizioni, Cornaredo (Mi), pagg. 48 € 19,50

8 una tigre all’ora del tè Judith Kerr , Mondadori, Milano, pagg. 32 € 15,00

9 the snowman Raymond Briggs , Random House, New York, «Babbo Natale» tradotto Rizzoli, Milano pagg. 34 € 6,60

In ogni uomo vi sono tre vermi, così disse il pescatore alla ballerina. Quando un uomo annega ogni verme si nasconde in un osso, e l’osso lascia il corpo. Dopo tre mesi in mare le ossa diventano conchiglie. Per questo i pescatori, come me, quando un uomo spira tra i flutti dicono: un uomo di meno e tre conchiglie di più. La ballerina domandò se fosse possibile il contrario. Se l’acqua, riavendo le tre conchiglie, potesse dare indietro il marinaio che le aveva abbandonat­e, morendo in mare. Il pescatore non seppe rispondere, ma la caparbia ballerina per trenta giorni passeggiò sulla spiaggia, dove il marinaio era stato inghiottit­o dalla spuma. Cercò tra le conchiglie proprio le sue, quelle dei suoi vermi. Alla fine ne scelse tre: una bruna come i capelli di lui, una striata come le vesti che indossava, e una bucata come il soffio al cuore che lo accompagna­va da sempre. Rimase in ginocchio per tre notti e tre giorni sullo scoglio più alto. Poi per altre tre notti e tre giorni danzò, conchiglie alla mano, le fece sbattere al vento, per convincere il mare ad accettare lo scambio. Tre conchiglie di meno per un uomo di più. Il mare disse di no e al proprio sale aggiunse le lacrime della ballerina, che pianse sullo scoglio più alto il suo più alto dolore. Quando ormai la speranza era diventata catrame, le tre conchiglie erano state gettate con rabbia nelle onde e la ballerina dormiva in spiaggia, accovaccia­ta alla fine della danza, dall’acqua arrivò un rumore, l’urlo di un nuovo inizio. La ballerina corse, si bagnò le scarpette nell’acqua E poi lo vide, al collo aveva le tre conchiglie, una bruna, una striata e una bucata, come un soffio del cuore: era un bambino.

La favola verrà pubblicata prossimame­nte dalla casa editrice orecchio acerbo

con illustrazi­oni di Maja Celija

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