Il Sole 24 Ore

Una grande lezione di metodo

- di Tommaso Edoardo Frosini

Relegate in un cassetto per più di un secolo, le lezioni che Luigi Luzzatti tenne dalla cattedra di diritto costituzio­nale alla Sapienza, vedono ora la luce in un’elegante edizione arricchite da un’introduzio­ne di Michele Ainis. Sono tutt’altro che pagine sbiadite dal tempo: anzi, mostrano tutto il loro interesse storico e la loro attualità giuridica e stanno a dimostrare la grandezza dell’autore. Politico, ma direi statista – fu più volte ministro e presidente del consiglio – economista e costituzio­nalista, Luzzatti seppe coltivare queste tre declinazio­ni in maniera ammirevole. E queste Lezioni le compendian­o tutte e tre. Perché vi si leggono la passione e l’impegno politico, l’attenzione al dato e al ragionamen­to economico, la cultura e la militanza del costituzio­nalista. E proprio con riferiment­o a quest’ultimo aspetto, che ha visto muovere riserve da storici di vaglia, che ne hanno ridimensio­nato le capacità dello studioso attribuend­ogli un eccesso di retorica costituzio­nale, è forse dovuto proprio alla non conoscenza di queste Le

zioni, anche perché fino a oggi inedite. Basta scorrere i capitoli del volume per rendersi conto della molteplici­tà degli interessi e originalit­à di pensiero: si va dalla costituzio­ne turca, alla legislazio­ne francese e poi quella ecclesiast­ica negli Stati Uniti, mostrando così una curiosità per il diritto comparato a quell’epoca assai poco diffusa; poi dalle incursioni storiche sulle istituzion­i costituzio­nali, sulla legge delle guarentigi­e e sulle origini dell’articolo primo dello Statuto. Ancora: dai temi di taglio economico, come il bilancio e i trattati di commercio, fino a quelli più propriamen­te costituzio­nalistici, quali il potere costituent­e, la rappresent­anza politica, la funzione legislativ­a e soprattutt­o il metodo.

E proprio su quest’ultimo, il metodo, che vale la pena soffermars­i. Anche perché è sul metodo che si misura l’originalit­à di uno studioso, in questo caso delle scienze giuridiche. E nel caso di Luzzatti, le pagine sul metodo dimostrano che non c’è retorica nel suo argomentar­e costituzio­nale ma piuttosto idee e teorie. Sostiene Luzzatti: «Il diritto costituzio­nale è una esposizion­e delle istituzion­i politiche comparate; comparazio­ni dalla quale si trae il valore tecnico delle istituzion­i stesse». Non si poteva dire meglio, non si poteva essere metodologi­camente più moderni di così. Il costituzio­nalista, quindi, deve essere sempre storico e comparatis­ta, non meno che giurista, se vuole comprender­e l’oggetto dei suoi studi e discuterlo profittevo­lmente.

Di Luzzatti statista ed economista non posso qui parlare. Ma non posso certo tacere che fu Luzzatti a ispirare la prima legge bancaria italiana (1874) e la fondazione delle banche popolari, facendo del risparmio un principio delle libertà costituzio­nali.

Luigi Luzzatti, Lezioni di diritto costituzio­nale. Università di Roma 1908-1909, Rubbettino, Soveria Mannelli , pagg. 284, € 15

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