Il Sole 24 Ore

Ceronetti che non si dimentica

- di Quirino Principe

Guido Ceronetti è maestro sotto molteplici aspetti, ma gli viene sovente addebitata la mancanza di linearità, l’associazio­ne d’idee, la parentesi alluvional­e. Qualcuno ha denunciato questi stilemi di Ceronetti come vizi irrimediab­ili: il pensiero rischia di essere eroso dal “flusso”. Ma abbiamo letto il minuscolo libro Per non

dimenticar­e la memoria , uscito due mesi fa, e siamo pronti a proclamare che il “flusso”, in quelle pagine, è travolgent­e e ( apparentem­ente) a briglia sciolta, senza dubbio, ma fluisce all’inverso: dalla dispersion­e alla concentraz­ione su pensieri lineari e forti. Di questi miracoli ceronettia­ni siamo testimoni da più di cinquant’anni, dai tempi delle nostre esperienze garzantian­e e rusconiane. Qualcosa di simile avveniva, per esempio, in Difesa della

luna. Si va sempre verso il centro, e per il lettore non è affatto faticoso. Anzi, è un continuo ribadire questo o quello fra oi temi centrali. In questo libro, la musica è il tema che tutto calamita e annoda. Musica è memoria. L’impossibil­ità di ricordare Lili Marleen o un quintetto di Schubert è la prova decisiva della necessità di privilegia­re la musica forte, di non compiere un atto infame e osceno qual è il porre ogni parvenza o sostanza di musica allo stesso livello axiologico e cognitivo e semantico. Per questo, argomenta Ceronetti, l’atto di bestemmia compiuto dalla Chiesa cattolica quando essa diede un calcio al latino nella liturgia, la penosa quantunque non ignobile velleità di papa Benedetto XVI con il suo « Motu proprio » del 7 luglio 2007, l’inconsiste­nza del “bianco d’uovo” cui si è ridotta la teologia cristiana privata del latino, tutto ciò, e ciò cui la Chiesa oggi è ridotta, gli orrori della musica da trivio in era bergoglian­a, è orrore puro, Anzi, è il Nulla.

Guido Ceronetti, Per non dimenticar­e la memoria , Adelphi, Milano, pagg. 68, € 7

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