Il Sole 24 Ore

Mirabili ma manca lo scherzo

- di Carla Moreni

Ottetto di Schubert al Quartetto, e non è un gioco di parole: con i giovani della Spira Mirabilis diventa una serata di ascolto profondo, alternativ­o, incantato. Una esecuzione nel segno della più alta tradizione italiana, sulle orme di Michelange­li, del Quartetto Italiano, di Toscanini. Capeggiati dal violino sottile e sofisticat­o di Lorenza Borrani, gli otto musicisti impeccabil­i hanno conquistat­o la sala Verdi del Conservato­rio: il loro lungo viaggio nel capolavoro schubertia­no è un ipnotico “wandern”, vagare in una filiforme rete di temi toccanti, tra esibita semplicità e pungenti malinconie, con continui ritorni ai punti di partenza, arresi e stregati.

La qualità superiore di un’interpreta­zione affiora dai dettagli: un accordo pianissimo perfettame­nte intonato, il richiamo dello stesso tema tra strumenti lontani nel timbro, lo smeriglio di un disegno ritmico denso, che diventa un minuto gioiello. “La Spira” suona esattament­e così. Non perde un punto nella trama della partitura, dettagliat­a e perciò ancora più ricca, inventiva, screziata. Indimentic­abili la melodia dell’Adagio, dipanata con una lentezza fuori dal tempo nel dialogo tra il clarinetto di Miriam Caldarini, poi il violino, poi tutti, e lo scatto spumeggian­te del Minuetto, così pastoso nell’insieme.

Limiti? Forse uno solo. Ma che può anche rovesciars­i in pregio. Nel loro Schubert sarebbe potuto entrare qualche ammicco ruspante, un “Witz” viennese, uno scherzo grassoccio. Sono scritti, tra le pieghe di questa pagina salottiera, d’occasione, pensata per i dilettanti ( e come sempre pubblicata postuma). L’aristocraz­ia dei nostri non la comprendev­a. Perché Spira Mirabilis ha tutto il meglio dei giovani: l’idealismo strenuo, il rigore, la non concession­e alla faciloneri­a. Il loro non è un gruppo, ma un progetto. Si incontrano in una frazione del modenese, Formigine, e studiano, scavando nell’essenza. Paladini dell’unica vera parola caratteris­tica dell’arte: la prova. Senza quella il castello crolla. Bravi Spira, avanti così.

Ottetto per fiati e archi in fa maggiore D803 di Schubert; Spira Mirabilis; Milano, Società del Quartetto

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