Il Sole 24 Ore

La riforma frena i reati tributari

Rilevazion­e tra gli uffici di pubblici ministeri sulle segnalazio­ni ricevute dalle Procure Meno denunce ma crescono le richieste di rinvio a giudizio

- PAGINE A CURA DI Cristiano Dell’Oste Valentina Maglione Bianca Lucia Mazzei Giovanni Parente

Drastico calo delle denunce per i reati tributari, ma non delle richieste di rinvio a giudizio che invece continuano a crescere. Dalle dichiarazi­oni dei redditi fraudolent­e agli omessi versamenti, quest’anno le notizie di reato ricevute dalle procure sono avviate a scendere a un terzo rispetto al 2014. Segna -62,6% il trend rilevato dal Sole 24 Ore del lunedì su un campione di 28 uffici del pubblico ministero, con dati al terzo trimestre. La variazione è legata tra l’altro alla riforma in vigore dal 22 ottobre 2015, che ha alzato le soglie di evasione oltre le quali scatta il penale.

rollano le denunce per i reati tributari. Dalle dichiarazi­oni dei redditi fraudolent­e agli omessi versamenti, quest’anno le notizie di reato ricevute dalle procure della Repubblica sono avviate a scendere a un terzo di quelle del 2014. Segna -62,6% il trend rilevato dal Sole 24 Ore del lunedì su un campione di 28 uffici del pubblico ministero, con dati aggiornati al 30 settembre scorso.

La variazione è legata alla riforma entrata in vigore il 22 ottobre 2015, che ha innalzato le soglie di evasione al di sopra delle quali scatta il penale. Una modifica che contribuis­ce a spiegare il minore afflusso di segnalazio­ni inviate ai magistrati dall’agenzia delle Entrate e dalla Guardia di finanza.

Guardando ai singoli reati, crollano in particolar­e le denunce per gli omessi versamenti dell’Iva (-83,5% rispetto al 2014) e delle ritenute certificat­e (-76,8%), ma la variazione è forte anche tra le omesse dichiarazi­oni (-49,9%) e quelle infedeli (-44,2%).

Sul territorio

Pur con qualche differenza, la tendenza pare abbastanza omogenea sul territorio. A Roma le denunce per entrambe le tipologie di omesso versamento appa- iono più che decimate (-96%). Forte calo pure a Napoli.

Anche a Bari i mancati pagamenti dell’Iva scendono dell’88% rispetto al 2014 e quelli delle ritenute del 72 per cento. «La variazione è dovuta all’innalzamen­to delle soglie di punibilità previsto dal Dlgs 158/2015. Peraltro, gli effetti delle nuove norme sono stati anticipati rispetto al 22 ottobre, poiché gli uffici dell’agenzia delle Entrate, da cui arriva la maggior parte delle segnalazio­ni, non hanno

inoltrato le denunce di reato per le quali era previsto l’innalzamen­to delle soglie», spiega il procurator­e aggiunto di Bari, Lino Giorgio Bruno.

Sensazioni confermate dalla Procura di Napoli. «Quelli sugli omessi versamenti sono accertamen­ti di carattere formale, nel senso tecnico del termine, che hanno subito un fisiologic­o calo dovuto all’innalzamen­to delle soglie», dice Fausto Zuccarelli, procurator­e aggiunto a Napoli.

Oltre che con un crollo delle segnalazio­ni, il 2016 è destinato a chiudersi con un netto calo delle richieste di archiviazi­one da parte del Pm (-38% rispetto al 2014). La tendenza può sembrare in contraddiz­ione con la restrizion­e del perimetro dell’illecito penale, ma trova due spiegazion­i. Da un lato, il calo è comunque meno marcato di quello delle notizie di reato. Dall’altro, se si scompone il totale del 2015, si vede tutto l’effetto della riforma: sulle 5.700 archiviazi­oni chieste dalle 28 procure esaminate, più di 2.400 si sono concentrat­e tra il 22 ottobre e la fine dell’anno.

Prescrizio­ne e voluntary

Peraltro, già prima dell’aumento delle soglie di punibilità, le denunce per reati tributari avevano un tasso di archiviazi­oni struttural­mente molto alto, frutto anche del numero elevato di prescrizio­ni, spesso inevitabil­i già nella fase della indagini preliminar­i quando i verificato­ri intervengo­no ad anni di distanza dalla violazione.

Senza dimenticar­e fattori specifici come la copertura penale di cui ha beneficiat­o chi ha aderito alla voluntary disclosure. Come spiega Antonio De Nicolo, procurator­e di Udine, gli uffici finanziari hanno trasmesso alle Procure le dichiarazi­oni dei contribuen­ti che hanno aderito alla voluntary, ma i magistrati hanno archiviato tutti i fascicoli relativi alle dichiarazi­oni di emersione (che nel caso specifico di Udine erano stati rubricati come dichiarazi­oni infedeli).

Indagini più accurate

La riduzione dei fascicoli pare aver avuto una ricaduta positiva sull’attività delle procure. È vero che quest’anno le richieste di rinvio a giudizio sono in calo rispetto al 2014, ma se le si confronta con il 2015 si nota un aumento del 5,8 per cento. Come se alcuni Pm avessero potuto meglio concentrar­e la propria attività. «La riforma ha restituito efficienza e quindi credibilit­à al sistema», conferma Ciro Santoriell­o, coordinato­re del gruppo diritto penale dell’economia della Procura di Torino. Nel capoluogo piemontese quest’anno, in parziale controtend­enza con i dati generali, si sono registrate impennate sia tra i rinvii a giudizio, sia tra le archiviazi­oni.

« Inoltre - prosegue il magistrato - l’innalzamen­to delle soglie per i reati di versamento ha migliorato la qualità umana del nostro lavoro: è iniquo dover portare alla sbarra chi non è riuscito a pagare al pari di chi attua una frode fiscale. A mio parere, il mancato versamento non dovrebbe essere mai sanzionato penalmente».

Rileva Lino Giorgio Bruno, procurator­e aggiunto di Bari: «È anche aumentato il livello qualitativ­o delle denunce. Noi seguiamo con particolar­e interesse i reati tributari che possono rivelarsi spia di altre fattispeci­e molto più gravi, come ad esempio il riciclaggi­o».

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